lunedì 3 giugno 2013

Recensione: "La straniera" di Diana Gabaldon.

Ayè, Sassenachs!
A dire il vero vi ho appena salutati con “Sì, inglesi!”, ma negli ultimi giorni non faccio che ripetere queste due parole, le metto dappertutto anche dove non richiesto. E in effetti non è mai richiesto! In Italia, chi chiamerebbe qualcuno “Sassenach”?

Per me Giugno si apre nella Scozia del 1700, tra banditi, battaglie e giovani stallieri dalla capigliatura rossa e gli occhi di ghiaccio!
Tutto merito de “La straniera”, il primo romanzo dell’omonima saga scritta dall’autrice americana Diana Gabaldon che riesce magistralmente a incatenare avventura, romanticismo e divertimento in un romanzo storico avvincente ed emozionante.


Autore: Diana Gabaldon
Titolo: La straniera
Titolo originale: The Outlander
Traduttore: Valeria Galassi
Serie: La straniera
Casa editrice:  Corbaccio.
L’edizione economica è della casa editrice TEA
Pagine: 836
Prezzo:
              - Corbaccio € 18,50
              - TEA € 11,00
Il voto di Dreaming Land: 





TRAMA
È il 1945. La seconda guerra mondiale finalmente è terminata e Claire Beauchamp in Randall, un'infermiera
militare inglese, si riunisce al marito dopo sette anni di lontananza, in una sorta di seconda luna di miele nelle Highlands scozzesi. Ma durante una passeggiata solitaria, visitando un antico circolo di pietre, la giovane donna si ritrova improvvisamente catapultata in un'altra epoca, in una Scozia settecentesca, dilaniata dalla guerra e dai conflitti tra clan. Nelle Highlands più selvagge e desolate, tra streghe e inquisitori, intrighi e passioni, Claire dovrà affrontare un susseguirsi di vicende che metteranno a rischio non soltanto la sua vita ma anche il suo cuore: l'incontro con un giovane e carismatico cavaliere scozzese la costringerà a una scelta radicale, tra due uomini e due destini.


RECENSIONE
Solo adesso mi rendo conto di quanto sia difficile per me recensire questo romanzo, in quanto i sentimenti che nutro verso esso sono totalmente contrastanti. Da una parte urlerei che lo amo, dall’altra –durante la lettura- l’avrei lanciato più volte dalla finestra.

La vicenda si apre nel 1945, con la giovane infermiera inglese che –dopo anni di lontananza- finalmente si ricongiunge al marito, uno storico molto interessato al passato della sua famiglia e del suo antenato, Jonathan
Randall. Mentre la sua mogliettina, annoiata almeno quanto lo ero io durante la lettura, gira per le campagne scozzesi alla ricerca di erbe e fiori, Frank si immerge nei suoi studi insieme al reverendo  della cittadina in cui i due sposi alloggiano.
La giovane Claire –che secondo gli standard settecenteschi è già abbastanza attempata –viene catapultata nella Scozia del ‘700 dopo aver attraversato quello che si scopre essere un varco temporale, sotto l’inquietante forma di un cerchio di pietre posto sulla collina di Craigh na Dun.
La ragazza viene trovata da un gruppo di scozzesi in fuga dai soldati inglesi. Nel mucchio, Claire conosce il giovane Jamie Fraser che è rimasto ferito nello scontro con gli inglesi e del quale lei si prende cura. Il gruppo viaggia alla volta di Castle Leoch, il castello dei fratelli MacKenzie, Colum e Dougal nel quale Claire non viene vista di buon occhio, in quanto tutti sospettano –per via della sua nazionalità- di essere una spia al servizio degli inglesi.
Da qui le vicende si susseguono in molteplici avventure, con Claire che cerca di ogni modo di fuggire dai MacKenzie per tornare alla sua epoca, gli scontri tra gli scozzesi e gli inglesi, partenze, ritorni e anche un amore che sboccia lentamente e in modo del tutto inaspettato, diventando più forte della vita stessa. 

Sarò anche una lettrice ipercritica, ma una domandina a Frank Randall mi sorge spontanea: rivedi tua moglie dopo sette anni, decidete di fare una seconda luna di miele.. e tu la molli da sola a raccogliere fiori perché sei troppo interessato a scoprire il passato della sua famiglia?
Seriamente, caro Frank, poi non lamentarti delle corna che fioccano sopra la tua testa. Se sei un cervo a primavera, la colpa è solo tua!
Ecco, un personaggio che trovo del tutto inutile all’interno della storia è proprio lui. Non riesco neppure a dire che non mi piace, perché lo trovo del tutto insignificante. Come fa a non piacerti qualcuno che per te neppure esiste? Per me Frank Randall è come se non esistesse, anche se spesso la protagonista pensa a lui, oppure lo nomina. Quando questo accade, semplicemente immagino il suo animaletto da compagnia, un cagnolino che una volta tornata a casa, le fa le feste.
Mi sento davvero troppo cattiva nei confronti dello studioso marito di Claire, ma non posso farci proprio nulla. E non mi sento neppure in colpa!
Questa prima parte l’ho trovata parecchio lenta e noiosa, in quanto ad essere noioso è proprio Frank! Mi domando come faccia Claire a sentirsi confusa durante la scelta tra lui e Jamie. Io, dal mio canto, non avrei alcuna confusione, sceglierei sempre e solo il secondo.
Ma io non sono Claire, la Scozia non l’ho mai visitata e –per mia sfortuna- non sono mai stata catapultata indietro nel tempo da un giovane e affascinante Highlander.


Mi è piaciuto molto come l’autrice ha gestito il tema del time travel e le reazioni di Claire, il suo sentirsi lontana dalla sua epoca e dagli usi e i costumi del Novecento. Mi sono piaciute inoltre tutte le differenze tra il ‘700 e il ‘900, differenze che la Gabaldon riesce sempre a marcare. Un esempio potrebbe essere dato dall’abito che Claire portava quando è stata catapultata indietro nel tempo. Gli Highlanders credevano indossasse solo una sottoveste, quando invece la protagonista stava indossando un abito novecentesco. O anche i modi di dire di Claire o i suoi scatti d’ira e il suo essere forte e combattiva, in special modo durante le discussioni con gli uomini. Nel Settecento, ovviamente, le donne non avevano le libertà e i diritti che hanno adesso, ma Claire si comporta come se li avesse. E nel passato le donne non si azzardavano neppure a discutere con gli uomini, in special modo se gli uomini in questione erano estranei, non di famiglia. Le donne erano sottomesse all’uomo, al capo famiglia o al capoclan, il Laird. Adesso questo potrebbe farci storcere il naso, ma la dura realtà del tempo non dava diritti alle donne. E questo Claire l’ha vissuto sulla sua pelle. Molte volte è stata trattata come un oggetto rischiando spesso anche lo stupro, come se non avesse un cervello col quale ragionare, come se non avesse una voce da far sentire. Credo che uno dei punti che l’autrice abbia voluto analizzare fosse proprio la differenza tra la donna odierna e la donna del passato e tra i rapporti che queste hanno e hanno avuto con gli uomini e con la famiglia.

Questo romanzo è nella mia libreria da Gennaio ma, vista la sua mole, ho sempre ritardato la lettura.
Sono una lettrice un po’ particolare.. accanita, sì, ma anche parecchio pigra. “La straniera” è un mattoncino di 836 pagine, non posso quindi negare che mi abbia fatto un po’ di paura vederlo sullo scaffale, in attesa che mi decidessi a prenderlo.
Sono rimasta affascinata dalla trama ma, soprattutto, dal tema del viaggio nel tempo. È stato questo ad attirarmi in libreria, a spingermi a comprare il libro, sebbene fosse voluminoso.
Dopo aver comprato questo piccolo mattone, infatti, ho anche deciso di prendere “Highlander – Amori nel tempo” di Karen Marie Moning, in quanto anche lì la protagonista veniva sbalzata indietro nel tempo.. e sempre in Scozia! Prima o poi mi deciderò a recensire anche quel libro, forse.
Letto quello, ho gentilmente declinato l’offerta della mia libreria e mi sono data ad altre letture. Il romanzo della Moning mi aveva talmente delusa, da farmi desistere dal leggere quello della Gabaldon.
Ho fatto ciò che nessun buon lettore dovrebbe mai fare: mi sono lasciata accecare dal pregiudizio. Solo perché il primo non mi è piaciuto, perché il secondo avrebbe dovuto sortire lo stesso effetto?
Quindi, armata di pazienza e buona volontà, ho preso in mano il mattoncino azzurro e ho cominciato a leggere e –tra uno sbuffo e un altro- ho superato la parte noiosa del romanzo per arrivare a quella avvincente e interessante della quale adesso, a romanzo finito, sento la mancanza. E ciò per me è una sorpresa, visto il voto non lusinghiero che mi sono vista costretta a dargli. Non è un romanzo brutto o illeggibile. Anzi, è molto avvincente e non fai che domandarti cosa accadrà ai protagonisti nelle pagine successive. Ciò che mi ha condotto a dare solo tre stelline e mezzo, è la lentezza di alcuni capitoli. E anche la lunghezza. Le cose vanno troppo per le lunghe e c’è un limite a ciò che può accadere ai protagonisti in un solo libro. Le descrizioni a
volte tendono ad essere eccessive ed eccessivamente lunghe e dettagliate, finendo così per annoiare il lettore, anche se sono scritte con maestria tanto da avermi catapultata tra le campagne scozzesi. Durante la lettura, mi sembrava quasi di essere insieme ai protagonisti, di viaggiare insieme a loro e respirare l’aria pulita che solo in campagna è possibile respirare.


Ciò che invece non accade in quelle parti attive che ho adorato. Le battaglie o anche i momenti che Claire e Jamie condividono da soli. Ho adorato i due protagonisti insieme, ma Jamie si adora anche quando è da solo. Diciamocela tutta: James Alexander Malcolm MacKenzie Fraser è il ragazzo che tutte vorrebbero. È gentile, buono, di sani principi, coraggioso, fedele, bello.. ed è arrivato vergine al matrimonio! Sebbene conosca Claire da pochissimo tempo, rischia la vita pur di proteggerla e questo non potrebbe far altro che far sciogliere tutte noi donnine.
Un altro discorso è invece il mio parere sulla protagonista femminile. Sarà che il romanzo è narrato in prima persona e che quindi il lettore conosce  ogni singolo pensiero di Claire, ma lei proprio non riesce ad andarmi giù. Possiede tutte le qualità che adoro in una protagonista, eppure la scintilla tra me e lei non è scoccata. Ed è un vero peccato, in quanto il romanzo merita. Spero che nei prossimi romanzi riuscirà ad attirarmi e ad affascinami come hanno fatto gli altri personaggi, tutti descritti con maestria, con una buona dose di introspezione –sebbene, ripeto, il testo sia narrato in prima persona- e con delle caratteristiche differenti che li rendono unici.

In conclusione, posso affermare di essere ancora un po’ intontita dalla fine di questa lettura. Un romanzo corposo e lungo, ma anche molto suggestivo ed emozionante che –sebbene secondo me non sia meraviglioso- mi ha lasciato comunque  la curiosità di scoprire cosa accadrà a Jamie e Claire nel prossimo libro. Credo mi concederò una pausa dagli Highlanders prima di cominciare la lettura di “L’amuleto d’ambra”, ma ringrazio Diana Gabaldon per essersi un po’ trattenuta durante la stesura del secondo libro. Almeno le dimensioni non mi faranno paura come quelle del primo!
Consiglio questo romanzo agli amanti del romanzo storico e a chi ama le terre descritte nel libro e a chi vorrebbe visitarle. Mi è sembrato davvero di essere lì insieme a Jamie e Claire e adesso mi è venuta una malsana voglia di partire alla volta della Scozia!



Adesso la parola a voi, lettori della terra del sogno: avete già letto questo romanzo? 
E soprattutto, vi è piaciuto?
                                                       
L'AUTRICE

Diana Gabaldon è nata in Arizona nel 1952. E' laureata in zoologia e biologia marina. Dopo aver conseguito un Ph.D. in ecologia, ha insegnato all'università per dodici anni prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Ha incominciato a scrivere alla fine degli anni Ottanta per divertimento e per vedere se ne era capace. Nel 1991 ha pubblicato il suo primo romanzo, La straniera e ha capito che aveva trovato un nuovo, appassionante mestiere. La saga della Straniera, pubblicata in Italia da Corbaccio e in edizione economica da TEA, è stata tradotta in 19 lingue ed è venduta in 23 paesi di tutto il mondo.





2 commenti:

  1. Non so che fare per questo libro!
    Da una parte mi attira molto, dall'altra no!!
    vediamo!
    bella recensione

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  2. Bella recensione e bellissimo libro ^^ io l'ho letto e l'ho recensito sul mio blog. Se vuoi dare un'occhiata l'indirizzo è questo http://arghiroculture.blogspot.it/2015/04/recensione-la-straniera.html
    Alla prossima ^^

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