giovedì 25 luglio 2013

Recensione: "Porpora", terzo romanzo della Confraternita del Pugnale Nero di J.R. Ward!

Uno dei libri letti qualche mese fa e mai recensiti –perché sono pigra e ho una pessima memoria- è “Porpora”, il terzo romanzo della serie La Confraternita del Pugnale Nero scritta da J. R. Ward. Essendo arrivata quasi alla fine di questa serie, solo adesso ho ricordato di aver recensito solo i primi due capitoli. E questa non è cosa buona e giusta!
Pubblicata in Italia sia da Mondolibri che da Rizzoli, sono in possesso dell’edizione di quest’ultima casa editrice e non so ancora se pentirmene o meno. 
Tralasciando i titoli e le copertine decisamente insensati e per nulla legati ai romanzi, ho letto di recente che l’edizione Rizzoli è anche censurata.
Ma con quale criterio mi censurano la Ward? Assurdo davvero!
Anzi no, non tralasciamo le copertine e i titoli, perché una bella tirata d’orecchie la Rizzoli la merita.
Cosa c’è di purpureo in Porpora? Assolutamente nulla, tranne forse la mia faccia non appena ho visto la copertina di questo romanzo. “Lover Awakened” significa letteralmente “amante risvegliato” e forse l’amante in questione era arrossito proprio mentre gli editor italiani sceglievano il titolo. Ed ecco svelato da dove viene fuori questo cataclisma!

Autore: J.R. Ward
Titolo: Porpora
Titolo originale: Lover Awakened
Traduttore: Paola Pianalto
Serie: La Confraternita del Pugnale Nero #3
Casa editrice: Rizzoli
Pagine: 423
Prezzo: € 16,00

Bella appartiene alla glymera, l’aristocrazia dei vampiri. È stata catturata dai nemici mortali della sua razza, i lesser: rinchiusa in un centro di tortura, rischia di impazzire e di morire, ma la Confraternita del Pugnale Nero riesce a liberarla appena in tempo. A guidare la spedizione dei vampiri guerrieri è Zsadist, che ha il volto e il cuore segnato da spaventose cicatrici, e crede di non avere posto per i sentimenti. Invece, davanti alla sofferenza e all’inspiegabile amore di Bella, Zsadist scopre una tenerezza che non sapeva di poter provare. Ma sarà Bella a capire che, per squarciare la corazza che avvolge il cuore del feroce guerriero, è necessario portare alla luce il terribile passato che l’ha segnato per sempre, ed esorcizzarlo. Per affrontare, uniti, i pericoli che li minacciano.

La mia opinione

“Lui è uno spietato assassino. 
Lei lo ama più di se stessa. 
Il loro destino è stare insieme nonostante tutto”

Protagonisti di questo terzo capitolo della serie sono Bella e Zsadist. Lei è una vampira membro della glymera –l’aristocrazia dei vampiri- che, a causa dell’atteggiamento iperprotettivo della sua famiglia, nel secondo romanzo (Quasi tenebra) decide di andare a vivere da sola in una fattoria poco distante dalla casa di Mary. Proprio alla fine del secondo romanzo, Bella viene rapita dai lesser e Porpora si apre proprio con la sua prigionia e con Zsadist che non si da pace e la cerca con ogni mezzo.
Zsadist è un guerriero della Confraternita, insieme al suo gemello Phury.
A causa di un passato che gli ha lasciato profonde cicatrici sia fisiche che emotive, è sempre taciturno e riservato. Sicuramente il membro più pericoloso e letale del gruppo.
Zsadist e Bella su sono conosciuti nel secondo romanzo, un breve incontro che ha scosso entrambi. Proprio per questo motivo, anche contro il parere dei fratelli, il vampiro continua a cercarla, non dandosi per vinto e riuscendo a trovarla e a liberarla dalla prigionia.

“Dedicato a Te.
Non ci sarà mai nessun altro come te.
Per me… tu sei l’unico.
Sì, mi mancano le parole per esprimere ciò che sento..”

Avendo letto quasi tutti i romanzi di questa serie –me ne mancano ancora due, povera me!- non potrei non trovarmi d’accordo con l’autrice.
Zsadist è proprio l’unico!
Rapito quando era ancora in fasce, è stato venduto come servo e, dopo la transizione, usato come schiavo di sangue. Umiliato e violentato dalla sua padrona nel corpo e nello spirito.
E di quel periodo, il vampiro porta su di sé una cicatrice che gli deturpa il volto e i segni neri tatuati intorno al collo e ai polsi.

Sebbene sia visto da tutti –fratelli compresi- come un assassino senz’anima, Bella riesce a vedere in lui qualcosa che agli altri è sempre rimasto celato. Nello sguardo di Zsadist, la vampira vede la sofferenza, il senso di inadeguatezza e il sentirsi sempre e comunque colpevole.
Zsadist non è bello come gli altri Fratelli, perché una profonda cicatrice gli deturpa il volto; non è muscoloso come loro, perché si nutre solo di mele e di sangue umano; non è spiritoso e divertente, perché è emotivamente devastato. E, in tutto ciò, è comunque il mio preferito. È puro, nonostante sia un guerriero che ogni notte da la caccia ai lesser. Zsadist non ha mai avuto un’infanzia e, dentro di sé, è rimasto un bambino che ha bisogno di essere capito, aiutato, amato e non giudicato.
L’unico guerriero della Confraternita cui Zsadist permette di avvicinarsi è Phury, il suo gemello. Per tutta la  durata del romanzo ho mal tollerato quello che tutti definiscono “il gemello buono”. Che tanto buono non è, vista la sua tossicodipendenza e l’ossessione che nutre per la donna del suo stesso fratello di sangue.
Il suo nome richiama la purezza, ma solo perché secoli addietro ha fatto voto di castità e non è mai stato con una donna. E in Phury vi è solo la purezza sessuale, perché quella dell’animo non la possiede. È sempre disponibile ad aiutare gli altri, molte volte si carica di compiti che non sono suoi, ma fa di tutto pur di tenere Bella e Zsadist separati e questo non ispira molta purezza, almeno secondo me.

Una delle innumerevoli cose che ho adorato di questo romanzo è la coerenza di Bella. Ed è tutto dire, visto che solitamente odio ogni singolo personaggio di genere femminile. È più forte di me, le protagoniste non riesco a tollerarle. Bella invece si è dimostrata matura e, dalla prima all’ultima pagina, i suoi sentimenti sono stati solo per Zsadist. Vi è un triangolo che non so neppure se sia giusto definirlo tale. Phury prova un forte sentimento per Bella, ma lei lo vede solo come un amico e come il fratello dell’uomo che ama.
Per una volta trovo un triangolo nel quale la ragazza non è indecisa tra i due pretendenti ma, anzi, vede il secondo in modo del tutto fraterno. Queste son cose che non capitano spesso, bisogna festeggiare e urlare al miracolo!
Tra Zsadist e Bella nasce un sentimento forte e vero, in grado di ridare la vita e di mettere da parte la rabbia e il dolore.

Una delle caratteristiche dello stile della Ward è il non mettere mai da parte tutti gli altri personaggi, al fine di far spiccare solo la coppia principale. Nel secondo romanzo, l’autrice ha introdotto un personaggio che incontreremo molto spesso, tanto da avere sempre una storia parallela a quella delle altre coppie e altrettanto importante. John Matthew, il ragazzo che Mary ha portato alla sede della Confraternita, diventa via via più presente e importante. Ogni volta, grazie a queste storie parallele, è come leggere due romanzi nello stesso momento e questo mi piace davvero molto.

Consiglio questo romanzo?
Assolutamente sì. Tra i romanzi di questa serie –almeno, tra i primi otto, perché ho letto solo quelli- trovo che questo sia il più dolce, struggente e introspettivo. Ci fa conoscere un personaggio che all’inizio si credeva fosse spacciato e ci da modo di assistere ai suoi cambiamenti e alla nascita di quell’amore assolutamente meritato. Porpora ci porta in un universo fatto di traumi e rinunce che vengono spazzati via grazie alla forza di volontà e alla caparbietà di una donna che farebbe di tutto pur di stare con l’uomo che ama. 
Zsadist ha salvato Bella dai lesser e Bella ha salvato Zsadist da se stesso. 

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