martedì 27 marzo 2018

Review: Sono solo un ricordo di C.K. Harp


Amici, amiche e sognatori, benvenuti su Dreaming Land!
In questo strano (stranissimo) mondo di folli è approdato un romanzo che avevo comprato a Novembre e che, un po' per paura e un po' per spirito di sopravvivenza, avevo accantonato. Era lì sul Kindle, mi implorava di essere letto, ma non ce la facevo. Non mi sentivo pronta. Il coraggio è però venuto a bussare alla mia porta e ho deciso di leggerlo. Oggi, quindi, voglio parlarvi di Sono solo un ricordo scritto da C.K. Harp, un'autrice che ho scoperto pochissimo tempo fa e che è riuscita da subito a conquistarmi. Pronti per conoscerlo?

Autore: C.K. Harp
Titolo: Sono solo un ricordo
Casa editrice: Self publishing
Pagine: 242
Prezzo: €2,99 e gratis su Kindle Unlimited
Dove trovarlo: Amazon
Voto: 5/5
Sinossi:
La vita non è stata facile per Tyrone Vidal. L'infanzia e l'adolescenza con un padre autoritario e violento lo hanno provato e reso insicuro, ostacolando le sue naturali inclinazioni. Solo il matrimonio con Sandy e la nascita della loro bambina Janet sembra restituirgli un po' di serenità, almeno finché non si imbatte in Richard Ford.
Il giornalista freelance rivoluziona tutta la sua vita, lo riporta alla sua vera essenza e lo sprona a credere in se stesso e in ciò che è realmente. L'attrazione che Tyrone prova per lui impiega un battito di ciglia a diventare amore e neanche il richiamo del suo matrimonio sembra essere sufficiente a minare il forte sentimento che lo lega a Ford. 
Ma la mente gioca brutti scherzi, e se per tutti questa è una mera constatazione, per lui diventa un futuro scritto quando arriva la notizia di una malattia che, in maniera lenta e subdola, sta iniziando a minare il suo corpo e i suoi ricordi. Eppure la realtà, come spesso accade, supera qualsiasi pospettiva e se il passato comincia a diventare sfocato, un grande amore può diventare l'unico faro da tener presente per navigare a vista. E respirare davvero come non si è mai fatto.


La mia recensione

Forse vi chiederete per quale ragione io abbia aspettato tanto per leggere questo romanzo, ma credo che già dalla trama sia facilmente intuibile. Sui social non è raro leggere opinioni su questa storia, in particolare nei gruppi dedicati ai romanzi M/M.
Vedevo gente disperata, col cuore straziato, depressa... e un po' mi sono inquietata. Mi pare pure giusto, a voi no? Pensavo: okay, l'ho comprato, ma non ho il coraggio di leggerlo. Lo lascio qui insieme agli altri ebook, così fanno amicizia e magari diventa meno triste. La mia speranza è stata vana, perché in quel romanzo ci ho lasciato un pezzo del mio cuore straziato.
Tyrone e Richard sono due uomini adulti, con due professioni piuttosto importanti, entrambi sposati e ognuno con la propria vita. Tyrone in particolare è un uomo all'apparenza soddisfatto della vita che è riuscito a crearsi. Ha una moglie giovane e bella, una figlia appena nata e un impiego come avvocato in uno studio di Cincinnati. È felice (uhm... lo è davvero?), la sua vita procede nel migliore dei modi, fino a quando un giorno incontra un uomo che mette in dubbio ogni sua certezza. È una bella giornata di Aprile, siamo nel 1980, e Tyrone come ogni giorno pranza in un parco vicino all'ufficio.
Un uomo mai visto prima, all'improvviso, si siede sulla sua stessa panchina e attacca discorso. Si chiama Richard, è un giornalista freelance, e riesce da subito ad attirare l'attenzione dell'altro uomo.
So che l'Eden Park esiste davvero a Cincinnati, ma l'ho trovato comunque perfetto per questo romanzo. Il paradiso terrestre, e il male che tenta di rovinare tutto. Non so, ormai sono partita!
Tyrone non sa ancora che quell'incontro fortuito all'Eden Park cambierà per sempre la sua vita. Tra lui e Richard scatta subito qualcosa che li terrà legati per sempre. Un amore puro e passionale al tempo stesso, quel tipo di amore che riesce a riempirti e a svuotarti, a donarti tutto e a toglierti il respiro. Eppure è un amore che deve attraversare una difficoltà dietro l'altra. Pregiudizi, ricordi, cattiverie e paure. La loro storia inizia negli anni Ottanta, quindi concorderete con me su quanto sia difficole per Tyrone e Richard. Se fare coming out e vivere l'amore è difficile nel 2018, proviamo a immaginare quanto sia stato difficile farlo nell'Ohio degli anni Ottanta. Non era New York, non era Los Angeles o Londra. Cincinnati, nonostante sia una città piuttosto conosciuta, resta comunque una piccola realtà in uno Stato poco avvezzo ai cambiamenti. Se non sbaglio, la legge sulla sodomia è stata abrogata in Ohio solo negli anni Settanta, prima era un reato punito con la prigione. Sì, in quel posto hanno un'apertura mentale che Medioevo spostati e fammi aria. Tyrone e Richard sono cresciuti in un ambiente nel quale l'omosessualità veniva punita e vista con pregiudizio e anche con molta ignoranza. Se eri omosessuale nell'Ohio degli anni Settanta, allora non eri una vera persona. Eri un criminale, uno scherzo della natura, uno sbaglio e per questa ragione dovevi essere curato e raddrizzato. Tyrone ha trascorso tutta la sua adolescenza in un ambiente familiare violento, era vittima di abusi proprio a causa del suo essere diverso da come la società pretendeva che fosse. Ed è anche questo a causare in lui, in età ormai adulta, dei blocchi fisici e psicologici. È un uomo che ha sofferto, e trova in Richard una sorta di salvatore. E per certi versi è proprio così: Richard lo salva dall'idea che Tyrone si era fatto di se stesso. Gli fa conoscere un nuovo modo di amare, gli fa capire che non è sbagliato e che lui va bene così com'è. Con Richard, Tyrone conosce una nuova parte di sé, quella parte che da adolescente è stato costretto a soffocare senza darsi il tempo di conoscerla a dovere.
Richard e Tyrone non devono però affrontare solo i problemi legati alla loro sessualità, ma anche la malattia. Una malattia neuro-degenerativa che non lascia scampo e che lascia però la consapevolezza di una vita che, lentamente e inesorabilmente, diverrà difficile e ingestibile.
La storia si alterna tra passato e presente. Troviamo uno dei due protagonisti nel 2010, prigioniero di un corpo che non è più suo. La malattia che progredisce, che lo ha reso il fantasma dell'uomo che era stato. E i ricordi di quella vita che ha condiviso con l'altro, tutto l'amore provato, tutti i problemi affrontati nel corso degli anni. Sempre con il cuore pieno di quel sentimento che non può e non deve essere dimenticato. Il viso della persona amata sempre nella mente, sempre vivo e forte nei suoi ricordi. L'amarezza nata dalla consapevolezza di aver perso quell'amore che gli aveva fatto conoscere una parte di se stesso che prima non aveva avuto modo di afferrare a piene mani.
Leggendo questo romanzo, ho trovato serie difficoltà a livello emotivo. Non è il genere di libro che puoi leggere per evasione, perché ti lascia dentro tanta tristezza e una sofferenza che quasi non riesci a gestire. Ammetto di aver pianto, ma tanto ormai con C.K. Harp non mi sorprendo perché so che i suoi romanzi mi faranno soffrire. Ho provato anche un forte legame con i due protagonisti, anche se a volte avrei voluto prenderli a testate. Sono due uomini forti, ma che non nascondono le proprie debolezze. Trovo che la vera forza di un uomo sia la sua capacità di esternare sentimenti e debolezze, la sua umanità. Tyrone e Richard sono umani, sono gli stessi ragazzi che potresti incontrare per strada ogni giorno. Sono anime gemelle, unite da un filo invisibile che non può essere spezzato. Li vedi a trent'anni e ti innamori di loro, li rivedi a sessanta e vorresti essere lì con loro per abbracciarli e aiutarli.
È un romanzo duro, a tratti davvero molto crudo, ma credo sia necessario anche questo. Credo che se l'autrice si fosse posta dei limiti e avesse provato a edulcorare la realtà, il libro non avrebbe avuto lo stesso impatto. Trovo che la cosa che davvero attiri di questo romanzo sia proprio la sua capacità di strapparti l'anima e di farti riflettere. E poi ci sono loro, i veri protagonisti dell'intero romanzo: i ricordi. L'unica cosa che resta nonostante il pregiudizio e la malattia, l'unica cosa in grado di dare respiro a un'anima deturpata e a un corpo che non risponde più alla vita. Eppure, quando arrivi all'ultima pagina, nonostante le lacrime che ti fanno bruciare gli occhi, non è solo la tristezza a occupare la tua mente. C'è anche la voglia di vivere, di prendere tutto ciò che essa ha da offrirti. Pensi a Tyrone e ti domandi: sto sprecando i miei giorni? È un inno alla vita, un invito a fuggire e a prendere le cose di petto. Della serie “e fattela una risata, che magari domani stai sotto un cipresso.” Ecco, diciamo che il mio pensiero è stato molto simile. Immagino ci si senta in questo modo dopo aver letto qualsiasi libro che parla di una malattia che non lascia scampo. Ti senti quasi in colpa, perché magari ti sembra di sprecare la tua vita mentre invece chi non può averla più avrebbe potuto viverla appieno. Beh, caro Ty: grazie per avermi fatto sentire in colpa.

Consiglio questo libro?
Assolutamente. È il tipo di romanzo che ti entra dentro e che sei certo non dimenticherai mai. Ha un impatto emotivo non indifferente, ed è scritto talmente bene che ti sembra quasi di essere dentro la storia. Sei lì, in un angolino, a osservare la vita di due uomini che si amano e a viverla insieme a loro.

1 commento:

  1. E io... io sono commossa. Com'è accaduto in passato, sei entrata nel vivo della storia e ne hai preso il meglio. Grazie di cuore, sono così felice che a distanza di tempo Ty e Richie possano ancora emozionare!!!

    RispondiElimina