sabato 28 aprile 2018

Review: I figli dell'ombra di Cassandra Green


Amici di Dreaming Land, oggi voglio parlarvi di un libro scoperto per caso… e forse sarebbe stato meglio continuare a sguazzare nella mia ignobile ignoranza. È probabile che vi farò arrabbiare, perché sarò un po’ cattivella, ma non posso farci nulla.
Ho letto un libro e non mi è piaciuto.
Un libro scritto male e strutturato anche peggio.
Oggi voglio parlarvi di I figli dell’ombra di Cassandra Green, un romanzo self a metà strada tra il thriller e il fantasy che, però, presenta degli errori grossolani e uno stile acerbo, per non dire addirittura inesistente. Adesso ve ne parlerò in modo più approfondito, quindi indossate gli elmetti e seguitemi!

Titolo: I figli dell’ombra
Autrice: Cassandra Green
Prezzo: 0,99€
Editore: Self publishing
Voto: 1/5
Sinossi: (copiata da Amazon)
Quando durante una corsa mattutina un giocatore di Football, si imbatte nel cadavere della piccola Flo Gomez scomparsa il giorno prima, Victor Bell teme che quello sarà l'inizio di una serie di macabri delitti. Il suo intuito di poliziotto non sbaglia e il ritrovamento di altri corpi sarà per lui un'ulteriore conferma che quanto raccontatogli da suo padre era vero. Intanto la vita degli abitanti di Whitesouls scorre come da copione. Ognuno impegnato a svolgere i proprio doveri, così come il reverendo Morales ha imposto loro di fare per essere un bravo cristiano, per entrare nelle grazie di Dio. Quello che nessuno immagina è che un'oscura e antica presenza da sempre attratta dalla loro ipocrisia e falsità è tornata per spingere sette anime scelte per l'occasione alla dannazione eterna. Bell dovrà dare prova di grande fede per riuscire a scacciare i demoni che abilmente stanno contaminando i cuori dei suoi compaesani e quando tutto sembrerà ormai perduto tre portatori di luce accorreranno in soccorso dei "Giusti". Ma tutto ciò basterà ad estirpare il male dall'apparente tranquilla cittadina di Whitesouls? 


Così come faccio con le recensioni positive, voglio parlarvi in modo del tutto onesto del libro che andrò a presentarvi. Per farlo in modo completo dovrò parlarvi in modo dettagliato di tutto ciò che non mi è piaciuto. Questa recensione sarà molto lunga, è bene che lo sappiate, perché scaverà a fondo nell’intero romanzo. È mia intenzione non tralasciare nulla (o quasi) e sarò pignola, a tratti insopportabile, ma voi mi perdonerete perché… non so perché, ma confido nel vostro buon cuore. 

Voglio iniziare col parlarvi dell’infodump. Per chi non conoscesse questo termine, adesso proverò a spiegarlo a parole mie. Si tratta di una pratica che si basa sul presentare al lettore una quantità esagerata di informazioni, dettagliate o meno, tutte insieme. È come fare il pienone di parole messe a caso una dietro l’altra. Come un fiume in piena, queste informazioni ci travolgono e non ci fanno capire nulla. È facile, quando si incorre nell’infodump, perdere il filo del discorso e non essere più in grado di seguire le vicende narrate. Non si capisce più quali siano le informazioni rilevanti e quelle scritte, invece, al solo fine di riempire pagine su pagine e fare numero. Questo libro presenta una quantità di informazioni talmente esagerata da avermi costretta ad armarmi di penna e taccuino. Se non avessi preso appunti, infatti, non sarei riuscita a venire a capo di nulla. 

Un altro problema che ho riscontrato è la totale assenza di editing. Mi dispiace dover scrivere questo, ma è chiaro che non sia stato fatto alcun lavoro in tal senso. Se invece l’editing è stato fatto, purtroppo non è stato fatto nel modo corretto. A dire il vero, ritengo non sia stato fatto neppure un semplice lavoro di correzione di bozze, perché non solo questo libro è pieno di refusi, ma anche di un esagerato numero di errori di carattere grammaticale, sintattico e ortografico. 
 Soffermiamoci un momento sulla punteggiatura: interi periodi senza virgole, moltissime frasi che si concludono senza il punto, domande che terminano senza il punto interrogativo, punti esclamativi messi un po’ come capita, virgole messe tra il soggetto e il verbo… le virgole, che mancano quando servono e che ci sono quando invece non devono esserci. 
Parliamo adesso dei vocativi, quei dannati vocativi che riescono a mettere nei guai persino il più navigato degli scrittori (no, non è vero, non lo fanno). Ce ne fosse uno, in questo libro, sarei la ragazza più felice del mondo. E invece non ci sono, quindi devo rassegnarmi a una vita di disperazione e tristezza. 
Uno degli esempi più usati nel web!

E adesso i verbi, questi cattivi ragazzi! Di seguito vi mostrerò alcuni tra i molti esempi trovati nel romanzo. In questo libro è difficile trovare verbi coniugati nel modo corretto. La consecutio temporum e il congiuntivo? Nulla, andiamo avanti.
Piccoli esempii: 
-“Quindi mi stai dicendo che se amassi veramente mio figlio dovrei lasciare che si uccidesse?” Trova l’intruso! 
- “Era stata l’unione tra Atene, sorella di Cassandra e lo zio di Aleesha, a far si che i due si conobbero.” A parte tutta l’intricata questione di alberi genealogici che si incrociano che Beautiful mettiti da parte, ma… a far si che i due si conobbero? Manca l’accento al primo “si”, la frase parla di due ragazze, ed è “che le due si conoscessero”. 
-“«Grazie» rispose entrando nel bagno con ancora i battiti cardiaci irregolari.” Quanti battiti cardiaci ha questa poveretta?
-“Euphemia mise il grembiule e immerse le mani nel lavello nel quale immerse le mani.” Quindi le mani le immerse nel lavello? Siamo sicuri? Non si era capito. 
Come? Cosa? Eh?
Per la È: Alt+0200
È ubriaca anche mentre racconta?
I puntini di sospensione!
Cosa dicevo della È?

L’intera vicenda si svolge nella cittadina di Whitesouls. Dato il nome anglofono, la presenza dei dollari e la vicinanza con Boston, immagino che la cittadina si trovi negli Stati Uniti. Vi starete domandando: e allora? Beh, il dettaglio non è irrilevante come potrebbe sembrare, continuate a leggere. 
  1) Negli Stati Uniti, i negozi sono aperti tutta la giornata e non aprono alle sedici e trenta, soprattutto quando si trovano nei centri commerciali; 
2)    Negli Stati Uniti, l’orario non viene conteggiato in ventiquattro ore. Mi spiego meglio: non esistono le sedici e trenta, non esistono le quattordici e non esistono le ventidue. Sono le quattro e mezza del pomeriggio, le due del pomeriggio e le dieci di sera. Le giornate sono divise in dodici ore ante meridiem e dodici post meridiem: prima e dopo mezzogiorno; 
3)    Negli Stati Uniti, l’Aulin non esiste. La nimesulide non è mai stata messa in commercio nel Paese ed è illegale importarla, in quanto causa seri problemi alla salute. Ora vorrei capire come faccia Garnette, la professoressa tirchia che non vuole sposarsi per non condividere i suoi soldi col marito, a prendere l’Aulin per farsi passare l’emicrania; 
4)    A Whitesouls si conoscono tutti, le voci circolano in fretta e la gente non perde mai occasione per spettegolare. Sembrerebbe la classica vita di un paesino. E invece no, perché è una città che conta circa ventimila abitanti. Io vivo in un paesino di quattromila abitanti e posso giurare, croce sul cuore, che non ci conosciamo tutti. Whitesouls conta gli stessi abitanti di Gallipoli, Adria, Orvieto, Correggio, Seriate, Gaeta, Sabaudia, Settimo Milanese, Montecatini-Terme, Ischia e Recanati. Vi risulta che in queste città tutti gli abitanti si conoscano tra loro? Lo trovate almeno verosimile? Ed è possibile che in una città di ventimila abitanti vi sia una sola scuola superiore? 
5)    Com’è possibile che a Whitesouls (che, ricordiamo, conta ventimila abitanti e lo ripeterò fino alla morte) ci sia non solo una sola scuola superiore, ma anche un solo negozio di alimentari, una sola pizzeria, un solo studio legale, una sola chiesa (esclusa quella sconsacrata), un solo ristorante, un solo motel, un solo studio medico e un solo cimitero? Per non parlare dell’unica fede religiosa, ossia il cattolicesimo. Non ci sono ebrei, metodisti, luterani, battisti, avventisti… niente di niente. E poi, ricordiamo, vi sono solo due famiglie afroamericane che vengono trattate come pezze da piedi perché ritenute inferiori da, udite udite, tizi che si chiamano Perez, Ortiz e Morales. Ispanici che ritengono inferiori gli afroamericani? In una cittadina americana di ventimila abitanti ci sono solo due famiglie nere? In compenso hanno il centro commerciale pieno di negozi e le strade piene di prostitute con le quali il fidanzato della professoressa taccagna si è sollazzato durante i dieci anni di fidanzamento. Ora, è possibile che l’autrice si sia liberamente ispirata alla serie Hart of Dixie o a Gilmore Girls o persino a The Vampire Diaries, però c’è da dire che Bluebell, Stars Hollow e Mystic Falls hanno meno abitanti. Bluebell conta 2163 abitanti (cartello di benvenuto nell’episodio 1x18); Stars Hollow, invece, conta 9973 abitanti; Mystic Falls ne ha 6923. 

"Per la barba di Merlino!” (Tu devi essere Harry Potter!) Ah no, scusate, ho sbagliato libro. Questa perla si commenta da sola. 

E ora una cosa che forse potrebbe sembrare stupida, ma che a me ha dato parecchio fastidio. Siamo negli Stati Uniti e, posso capire che lo sceriffo Ward vada matto per l’espresso italiano, ma com’è possibile che in tutte le case si beva espresso italiano? Insomma, siamo in una -a detta dell’autrice- piccola comunità della provincia americana, non è realistico che tutti bevano il caffè in “tazzine da caffè”. Dove sono finiti gli americani che bevono il caffè annacquato nelle tazzone con le quali noi siamo invece soliti fare colazione? Le mug sono di derivazione anglosassone, praticamente le hanno inventate loro per berci quel beverone che loro si ostinano a chiamare caffè!  

Tutti i personaggi che appaiono nel romanzo, insieme a quelli anche solo nominati, vengono citati per nome e cognome e ogni due per tre viene fatta presente la loro parentela con qualcun’altro. Questa cosa rallenta la lettura e fa perdere il filo, è confusionaria. C’è l’albero genealogico. Tizia DeTizi era la sorella del padre della nonna di Caia DeCais. Capita spesso di perdersi, è impossibile mantenere l’attenzione. 

Quando si scrive un libro, la ricerca è essenziale. Nel caso specifico di questo libro, però, sembra che l’autrice non abbia fatto le dovute ricerche. Parliamo di un argomento di per sé abbastanza semplice: la religione. In questo romanzo, vi è un personaggio intorno al quale gira la vita di tutti gli altri. Adam Morales, il prete di Whitesouls. Argomento importantissimo in questo romanzo è la religione, eppure l’autrice sembra fare una grande confusione. Si parla di comunione, confessione, segno della croce… e poi viene fuori che il prete, il reverendo Morales, è sposato con la signora Euphemia e ha una mezza dozzina di figli tra i quali spicca Aleesha, la maggiore, migliore amica di Cassandra. E cosa succede in casa Morales? La madre, Euphemia, obbliga i figli all’autolesionismo quando questi fanno pensieri impuri. Adesso proveremo a fare un semplice ragionamento: se ti fai il segno della croce, prendi la comunione ogni domenica e ti confessi con il prete, sei cattolico. E allora perché il prete è sposato e ha figli? 

Ho fatto qualche ricerca, giusto per sentirmi meno ignorante. A eccezione del cattolicesimo e dell’ortodossia (sebbene in maniera diversa), l’unica confessione religiosa a usare il segno della croce è il metodismo. Il problema sorge con gli altri due sacramenti: la comunione e la confessione. La comunione (anche se non è chiamata in questo modo, a differenza di quanto accade nel libro) viene fatta anche da alcune confessioni protestanti. La confessione (e il segreto confessionale) ce l’ha solo il cattolicesimo. E visto che due più due fa sempre quattro, è chiaro che il reverendo Morales sia un prete cattolico... infatti nel libro viene chiamato anche prete, e si sa che il termine prete viene usato unicamente per i ministri della fede cattolica. 

Nella religione cattolica ci sono sette sacramenti: battesimo, confessione, eucaristia, cresima, ordine, matrimonio, estrema unzione. Prendiamo ora l’ordine e il matrimonio: se hai il primo, per forza di cose non puoi avere il secondo. L’ordine è, in sostanza, il sacramento che viene impartito a chi diventa prete. E se diventi prete, come fai a sposarti? Per gli ecclesiastici cattolici vige la regola del celibato. Devi rinunciare a uno dei due sacramenti, non puoi fare entrambe le cose. E la domanda sorge ancora spontanea: come diamine fa Morales a essere un prete cattolico sposato e con figli? A Whitesouls c’è un emulatore dell’ex arcivescovo Milingo? Ricordate tutti la storia di quell’arcivescovo esorcista che si è sposato con una cinese, vero? 

Ci sono altri elementi che confermano la tesi del cattolicesimo.
1)    La prima volta che Joseph e Aleesha hanno un “incontro ravvicinato” si trovano nella sagrestia, luogo che esiste solo nelle chiese cattoliche;
2)    Davanti ai due ragazzi c’è il crocifisso, un altro elemento prettamente cattolico (o anglicano). I protestanti hanno la croce senza figure, i cattolici hanno invece il crocifisso che è composto da una croce latina sopra la quale è applicata la statua di un uomo (in questo caso Gesù);
3)    Il segno della croce con le dita bagnate di acqua benedetta viene fatto solo dai cattolici;
4)    Euphemia recita l’Ave Maria, una preghiera mariana della chiesa cattolica;
5)    Sono presenti i chierichetti;
6)    «Tu non prendi l’ostia?» (Domanda posta da Joseph ad Aleesha);
E sì, padre Morales continua a essere sposato e ad avere cinque figli. 

Parliamo ora del libero arbitrio: concetto presente nella dottrina cattolica, ma fortemente combattuta da Lutero e da Calvino. Quindi, se i tre fratelli demoniaci devono sottostare al libero arbitrio, immagino che l’intero libro si svolga in un contesto prettamente cattolico. Ecco che ritorna la domanda sul prete cattolico sposato e padre di cinque figli che, come se non bastasse, è anche l’amante della guardiana del cimitero, la madre di Babette. Tornando al libero arbitrio, uno dei fratelli Bailey ricorda che ad aver creato il libero arbitrio sia stato il suo Signore (che sarebbe il Diavolo, sia chiaro). Ora, ricordiamo tutti che la libertà di scegliere è stata concessa agli umani da Dio, vero? C’è stata una sorta di accordo tra le due parti (il bene e il male) proprio per permettere agli umani di scegliere. 

Aleesha ha perso la verginità con Billy Fish, un giocatore di baseball. E fin qui è tutto normale, no? Il problema è che la santarellina, dopo aver perso la verginità con Billy, va a letto con altri tre ragazzi (i fratelli Perez) e con Joseph, il nuovo arrivato in città. Ora, io capisco che quella poverina sia stata costretta a reprimere gli istinti per tutta la vita, ma fare sesso con cinque ragazzi nello stesso momento un attimo dopo aver perso la verginità e trovarlo anche piacevole… è allucinante. E non sono neppure sicura sia possibile a livello biologico. Il giorno dopo, inoltre, è alle prese con un’orgia in compagnia dei gemelli Bailey e di Babette nella vasca da bagno dei ragazzi. Sia chiaro che questa ragazza non si è mai “preparata”, non si è mai masturbata, non ha mai neppure visto un pene. Niente di niente. Arriva persino al punto di fustigarsi (di ricorrere quindi all’autolesionismo) quando fa un pensiero a sua detta impuro. E non è neppure una ragazza come tutte le altre. Non ha un cellulare, non ha un computer, non ha internet, trucchi, vestiti colorati. A proposito dei vestiti: Aleesha può indossare solo abiti marroni, neri o grigi, gonne lunghe fino alle caviglie e casti e informi maglioni sulle camicie.
La tizia ha appena ammazzato una ragazza, eh!
In questo romanzo, la sessualità è alquanto strana.

Continuiamo a parlare di sesso: 

No, dico, vi sembra una cosa normale? A parte il verbo in rosa che avrebbe dovuto essere un congiuntivo (fosse), vi sembra normale che un ragazzo vergine non faccia una piega quando viene penetrato? Senza preparazione, senza stimolazione, senza neppure un po’ di gel lubrificante. Nulla, per la prima volta in vita sua viene penetrato all’improvviso e non sente dolore, non si lamenta… 

Un’altra cosa alquanto irrealistica: viene portato un bambino, quindi un minore, in ospedale in ambulanza. È quasi morto, non si sa neppure se riuscirà a salvarsi… e il padre resta a casa a piangere. Nessun parente va via con lui sull’ambulanza. La madre è morta ed è ovvio che non possa andarci, ma il padre? Nulla, va in ospedale in auto con l’altro prete. Tutto nella norma, gente! E, per la cronaca, negli ospedali americani non esistono i portantini. La barella viene portata dentro la struttura sanitaria dai paramedici, perché loro sono responsabili della presa in carico del paziente dal momento in cui arrivano sul posto della chiamata a quando passano le consegne al personale del pronto soccorso. 

Oh, che cosa carina! La madre dei tre ragazzi si chiama Lilith! E il padre è invece Abram. Lilith e Abram, che bella coppia! Una cosa che però non riesco a concepire è come l’autrice abbia potuto attribuire il nome Michael a un demone. Ma dico io, per la miseria, è una presa in giro? Michael, come l’Arcangelo Michele, colui che secondo la leggenda avrebbe sconfitto Lucifero e lo avrebbe poi intrappolato all’Inferno. Che stregoneria è mai questa? E poi, cosa ancora più carina: in America gli arcangeli vengono chiamati con nomi italianizzati. Perché Michael è Michael e invece l’arcangelo Michele è… Michele? 

Garnette viene cacciata di casa dalla madre, ma si lamenta perché col suo salario non può permettersi di andare a vivere da sola. Ora, chiariamo una cosa: gli impiegati statali italiani sono i più sottopagati del cosiddetto primo mondo, però almeno un affitto possono permetterselo. Persino il mutuo! Credetemi, sono figlia di un impiegato statale, uno di quelli che piacciono proprio a tutti. So cosa dico. E ora c’è questa Garnette, insegnante in un liceo, che non può permettersi di prendere in affitto una stanza in una cittadina come Whitesouls? Sul serio? Certo, sappiamo tutti che negli Stati Uniti gli insegnanti non sono impiegati statali, ma cambia ben poco. E a proposito degli Stati Uniti: sapete quando i ragazzi americani lasciano la casa dei genitori per non tornare più? Quando iniziano il college! Cosa diamine ci fa Garnette ancora nella casa dei suoi genitori? Che razza di americana è? Sembra tanto quella bambocciona di Lemon Breeland di Hart of Dixie! Secondo diversi siti americani consultati giusto per l’occasione, lo stipendio medio di un insegnante di scuola superiore negli Stati Uniti ammonta a 58000 dollari annui, che sarebbero circa 4800 dollari mensili. Salario annuo che, però, può raggiungere anche i 74000 dollari che equivarrebbero a circa seimila dollari mensili. La povera Garnette può quindi permettersi l’affitto di un appartamento? 

Il quarantacinquenne Ozzy Ward, sebbene non fosse sua abitudine, quella mattina si alzò di buon’ora.
Analizziamo questa frase.
1)    Di buon’ora significa di mattina presto.
2)    Ozzy Ward è lo sceriffo di Whitesouls
3)    Non è sua abitudine alzarsi presto
Conclusione: lo sceriffo, la massima carica di polizia di una città, va a lavorare quando pare a lui perché gli piace alzarsi tardi. Ozzy Ward non ha però solo dei difetti. Lui, rispetto al resto degli americani, è avanti: usa la moka. La MOKA, quella inventata da Bialetti, quella cosa che si avvita e che è riconosciuta in tutto il mondo come icona del Made in Italy, avete presente? Perché lui è un americano figo e non beve mica il caffè nei tazzoni come fanno tutti gli altri. No, lui beve l’espresso preparato con la MOKA! 

Victor Bell, figlio di Victor Bell Senior… ma il padre, quello con l’Alzheimer, non si chiamava James Bell? E a proposito di James Bell: questo tizio era già sceriffo cinquant’anni prima, quando Joshua Wood aveva fatto un macello nella vecchia tenuta di famiglia. Più indietro nel libro viene detto che Joshua Wood dovrebbe avere adesso una settantina d’anni e all’epoca degli omicidi aveva diciannove anni. Lo sceriffo Bell, allora, quanti anni dovrebbe avere? È diventato sceriffo in prima elementare? Non può essere coetaneo di Wood, quindi ora dovrebbe avere almeno cent’anni. E sempre parlando di James Bell: questo poveretto soffre di Alzheimer e riesce a raccontare con lucidità una storia intricata vecchia di cinquant’anni? Mia zia, pace all’anima sua, mi vedeva almeno 50 volte al giorno e ogni volta mi domandava chi fossi! 

-Quando si scrive di altri Paesi, bisognerebbe quantomeno impegnarsi per conoscerli. Le ricerche, queste sconosciute! Qui si parla proprio delle basi: Coline dice di aver guardato una puntata di Teen Mam. Ora, a parte che il programma si chiama Teen Mom, i programmi e le serie tv non sono composti da puntate, bensì da episodi. Anche questi piccoli particolari sono importanti per la buona riuscita di un libro. 

-Le fette biscottate negli Stati Uniti? Leggendo, mi sono detta “dai, potrebbe non essere un errore”. E, visto che volevo esserne certa, ho fatto qualche ricerca. Sul blog An American in Rome, ho letto un articolo davvero molto interessante: la blogger, dopo sei anni e mezzo in Italia, è ancora sbalordita dall’esistenza delle fette biscottate. Non si capacita di come, in un Paese famosissimo per la sua ottima cucina, esistano queste cose brutte e secche che lei definisce “abomination”, un abominio. Quindi no, il povero Nolan non ha potuto fare colazione con un paio di fette biscottate. 

Bene, cari amici, mi scuso per la recensione esageratamente lunga. Avrei molto altro da scrivere, tantissimi altri esempi da proporvi, ma mi rendo conto che finirei per monopolizzarvi i prossimi tre giorni e che sto morendo di sonno. Non posso andare oltre, non voglio farlo, ho già scritto abbastanza e credo che vi siate fatti un’idea piuttosto completa del romanzo in questione. Se siete arrivati fino a qui, vi ringrazio per avermi dedicato il vostro tempo e vi saluto. 
Alla prossima recensione! 

Ps. Mi sono accorta che manca la mia solita domanda.
   Vi consiglio questo libro? Ve lo consiglio?
   Provate a indovinare!




5 commenti:

  1. Nnooonnoonn rrriesscoooo a scccrivvverrre!!! Rido trooopppppoooo!!!!!!

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  2. Consiglio di leggere questa recensione? Lo consiglio vivamente!

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