sabato 20 ottobre 2018

Review: "Semplice come fare le scelte sbagliate" di Stefania Da Forno


Amici di Dreaming land, finalmente ce l’abbiamo fatta!
Dopo l'uscita del nostro libro Sfida letale che ci ha tenute parecchio occupate, torniamo a regime quasi pieno sul blog, a parlarvi dei romanzi che abbiamo letto e che abbiamo amato (o anche no).
Oggi voglio parlarvi di un libro che ho iniziato (per la settima volta in pochi mesi) con le aspettative a mille, un regalo di compleanno che a prima vista ho apprezzato per la copertina davvero meravigliosa. Semplice come fare le scelte sbagliate è il romanzo che segna l’esordio di Stefania Da Forno con la Delrai Edizioni, un romance che promette introspezione e scintille.
Scopriamo insieme cosa ne penso.
Autore: Stefania Da Forno
Titolo: Semplice come fare le scelte sbagliate
Editore: Delrai Edizioni
Genere: Romance contemporaneo
Pagine: 359
Prezzo: 16,50 €
Voto: 

Mackenzie è un avvocato di successo alla ricerca del vero amore. Ormai però sembra aver perso le speranze. Il principe azzurro non esiste e la vita è difficile, soprattutto perché i rapporti uomo-donna non sono mai facili come sembrano. Gli uomini sono bugiardi, spesso interessati soltanto a storie passeggere e poco inclini all'impegno, disattenti anche quando affrontano un discorso dei più semplici. Perciò Mac si odia quando prova un'improvvisa attrazione per l'ultimo uomo verso credeva di poterla provare, Reeve, conosciuto all'addio al nubilato della sua migliore amica. Lui è un muratore, padre single, tatuaggi sul corpo statuario e sciupafemmine incallito. Non c'è niente che sembra accomunarli, tranne la passione passeggera, travolgente e unica come nessun'altra sensazione mai sperimentata. Ma Reeve non è diverso dagli altri, pensa prima a se stesso, prima alla sua vita carica di responsabilità, e poi a lei. Un romanzo in cui la vita si svela per quello che è realmente: una serie infinita di scelte che ci rendono quello che siamo. Sembra semplice decidere, ma siamo sicuri che non sarà la scelta sbagliata?

Ho iniziato questo libro almeno sei volte e non sono mai riuscita ad andare oltre la decima pagina. Forse erano momenti sbagliati, forse ero io a non essere nel mood giusto. L’ho ripreso pochi giorni fa, in occasione dell’uscita, e ho deciso che gli avrei dato l’ultima possibilità. Non potevo più esimermi, dato che mi è stato regalato dalla mia migliore amica mesi fa proprio in vista di una recensione qui sul blog. E allora okay, mi sono detta, cominciamo!
La storia di Mackenzie e Reeve non è immediata, come invece accade in molti altri romance. I due protagonisti si vedono per la prima volta dopo circa una sessantina di pagine dall’inizio. Prima abbiamo una sorta di introduzione a quella che sarà la loro storia. E tu stai lì come una scema a dirti “sì, tutto molto carino, ma questi due quando si incontrano?”. Sarà che ho la pazienza di una tigre affamata, ma nei libri preferisco l’immediatezza. Detesto quando i protagonisti finiscono a letto insieme dopo due pagine o quando si innamorano alla prima riga, ma non mi piace neppure dover aspettare sessanta pagine per un semplice “ciao”. Gli estremismi, da una parte e dall’altra, mi risultano un po’ indigesti. Lei sogna il vero amore, il matrimonio, un uomo al quale donare tutta se stessa; lui è convinto di aver già trovato il vero amore, ma l’ha perso e non sa come recuperarlo. Mac e Reeve sono molto diversi ma, per certi versi, anche parecchio simili. Mentre lui sfoga la frustrazione nel sesso occasionale, lei si dà allo shopping compulsivo. Ama le scarpe, quale donna non le ama?
E nonostante tutto, continua a desiderare l’uomo perfetto. Avvocato di successo che non ama particolarmente il suo lavoro, Mac ha sempre desiderato aprire una libreria e trovare un uomo che la rispetti e non la lasci, come invece ha fatto il padre quando era solo una bambina. È un osso duro, quando si tratta di uomini, si lascia avvicinare con difficoltà e non è avvezza alle avventure senza significato. Reeve, invece, alle avventure di una notte ci è ormai abbonato.
Ancora innamorato della ex compagna, non ha perso le speranza. Fa di tutto per essere un buon padre e per riconquistare Ally, la donna che lo ha lasciato all’improvviso senza un reale motivo.
Cosa spinge queste due persone tanto diverse ad avvicinarsi? Tra i due si respira da subito una certa attrazione, nonostante entrambi siano consapevoli di essere sbagliati l’uno per l’altra. Questa è una delle cose che più mi è piaciuta del romanzo: il fatto che, nonostante tutto, Mac e Reeve riescono a trovarsi. È bello vedere due persone tanto incasinate riuscire a trovare una sorta di pace quando sono insieme. Si punzecchiano, si attraggono, si avvicinano e si allontanano di continuo. Questo tira e molla potrebbe risultare vincente, ma ci sono delle cose che non ho apprezzato.
Se la trama è molto carina e ti fa sognare, è anche vero che il libro non è riuscito a prendermi come avrebbe dovuto e come avevo sperato. Ci sono delle cose che proprio non mi hanno convinta e che ho trovato anche poco piacevoli da leggere. Primo su tutti, il modo in cui spesso vengono definite le donne che circondano Mackenzie. Ora, so che è sbagliato, ma potrei capire se fossero gli uomini a definire le donne “oche” o “zoccole”. Una cosa che non mi piace per nulla, ma che so un uomo potrebbe dire. Ma che a pensare queste cose sia una donna? Più e più volte, nei suoi pensieri, Mac definisce altre donne oche, vacche e zoccole. Soprattutto nella parte del libro incentrata sull’addio al nubilato di Rebecca. Ragazze che non le hanno fatto niente e che vengono apostrofate in questi modi poco eleganti… il perché non si sa, ma okay.
Poi ci sono anche delle cose che non ho compreso: per quale ragione, quando si parla dei genitori, i protagonisti li chiamano per nome? Non parlo dei dialoghi, ma dei loro pensieri.
“Bruce mi avrebbe preso a calci nel culo, poco ma sicuro.”
A fare questo pensiero è Reeve, e Bruce era suo padre. E questi pensieri li fa di continuo, soprattutto rivolti alla madre.

Passiamo ora alla lunghezza del testo.
Amo i libri corposi, li prediligo, ma solo se portano a qualcosa. Questo libro avrebbe potuto essere lungo la metà e non me ne sarei accorta. Anzi, lo avrei di sicuro apprezzato di più. Ci sono interi capitoli che non portano da nessuna parte, che ho trovato inutili e ripetitivi. È stata una vera sofferenza continuare la lettura e avrei preferito avere molto meno roba da leggere. Avrei voluto trovarmi per le mani un libro più breve, ma più incisivo. Perché adesso, per com’è strutturato ora il libro, perde di incisività. Risulta monotono e a tratti anche noioso. Sarà che preferisco i romanzi più immediati, dove non bisogna aspettare sessanta pagine per vedere i protagonisti nella stessa stanza per la prima volta, ma avrei gradito saltare le prime cinquanta pagine di pensieri che dicono sempre la stessa cosa. E i pensieri ripetitivi continuano anche nel corso del libro, un’altra cosa della quale avrei fatto volentieri a meno. Si sarà ripetuto almeno cento volte che Mac vuole l’uomo perfetto, che desidera il matrimonio e che non vuole avventure da una notte. Per quanto riguarda Reeve, è stato ripetuto almeno cento volte che vuole tornare con la madre di suo figlio, che vuole dare una vera famiglia a Preston (il figlio, appunto) e che Ally (la sua ex) è molto cambiata. Tutte queste cose le avevamo capite già alla seconda volta.

Consiglio questo libro?
Sarò sincera: non lo so. Credo dipenda da ciò che voi cercate in un libro. Se volete un libro lungo e immediato, allora no. Se volete un libro lungo e pieno di pensieri che si ripetono all'infinito, allora è il romanzo che fa per voi.
Mi dispiace dover dare un voto negativo, anche perché sono innamorata della copertina e della grafica interna del libro, ma non posso fingere che la storia nel suo complesso mi sia piaciuta. Ha dei pro, che ho trovato molto interessanti, e dei contro che si sarebbero potuti evitare.  










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