mercoledì 30 gennaio 2019

Review: 83500 di Michela Monti


Amici gufetti, la mia seconda lettura dell’anno è stata bella. Ecco, posso dirvi in tutta onestà di essere stata molto fortunata. Qualche tempo fa ho conosciuto una ragazza eccezionale e non capivo per quale ragione tutti mi dicessero “leggi la Montiiii!”. L’ho capito, finalmente. E allora, per continuare questa lunga tradizione, io lo dico a voi: leggete la Montiiiiiii!!
Il libro del quale voglio parlarvi oggi è un romanzo che non sono ancora riuscita a collocare in un determinato genere. 
È un romance? Un distopico? Un giallo? Un thriller? Fantascienza?
Non lo so, cari amici, so solo che ancora adesso non riesco a ricordare il titolo perché continuo a fare confusione con i numeri.
83500, questo è il titolo del romanzo di Michela Monti, del quale proprio tra qualche giorno uscirà l’attesissimo seguito. 
Grazie, Triskell. Davvero, non vedo l’ora di comprarlo!

Titolo: 83500
Autore: Michela Monti
Editore: Triskell Edizioni
Pagine: 326
Prezzo: 5,99€ ebook, 12€ cartaceo
Shop: Amazon



ReBurning Prison, carcere di massima sicurezza, anno 2020 circa. Melice Redding è una condannata a morte, ma non ricorda il perché. La causa dell'amnesia è la separazione da sua figlia appena partorita e per questo Mel entra in stato di shock.
Grazie a Gabriel uscirà dalla catatonia e, sempre grazie a lui, avrà la possibilità di tornare indietro, prima che il crimine per cui è condannata venga commesso.
Melice viaggia nel tempo per rivivere il suo passato senza nessun ricordo dell'arresto, senza condizionamenti. Tutto procede regolarmente, fino alla notte di Halloween.
Perché ho atteso tutto questo tempo? Perché non l’ho letto molto prima? Non so, però ne sono felice. Non credo avrei resistito. Ho fatto bene a leggerlo solo adesso, così l’attesa per il secondo sarà molto breve e non mi ucciderà. O forse si!  
Purtroppo, per la recensione in anteprima del secondo, dovrete andare in un altro blog perché in questo versante la fortuna non ci assiste, ma voglio parlarvi di questo primo capitolo.
L’inizio di tutto.
La storia di Melice inizia in un carcere di massima sicurezza. Lei è una delle condannate a morte, ma non ricorda nulla. Per quale ragione è in prigione? Perché è stata condannata alla pena capitale? Perché non ricorda niente di quella che era la sua vita prima della cella? In testa, Melice ha solo un nome.
Sadie.
Melice vive per Sadie. Morirà per lei. Sopravvive dentro una cella piccola e buia per quel nome che le frulla nella testa in ogni singolo momento. Sadie è la bambina che ha partorito e che le hanno tolto subito. Ha avuto appena il tempo di darle un nome, di urlarlo mentre la portavano via.
In quella parte della prigione, Melice condivide i momenti comuni con altre cinque donne. Tutte condannate a morte come lei. Tutte con gravi traumi nella mente e nel cuore. Tutte accomunate dal reato che le ha condotte dietro quelle sbarre.
Sono tutte assassine. E Melice non ricorda, ma pare chiaro che anche lei abbia ucciso qualcuno. Quale altro reato potrebbe mai giustificare la pena di morte?
Tra quelle quattro mura, però, non ci sono solo le sue compagne di sventura.
C’è anche Gabriel, il Guardiano d’Anime, l’unico in quella prigione a trattarla non come un numero, ma come Melice. E, da shipper navigata, non posso fare a meno di urlarlo ai quattro venti: ma quanto li shippo questi due? E non temete, non sto facendo alcuno spoiler, è solo che la ship mi è partita dopo tre righe e dovevo rendervi partecipi.

La storia di Melice è divisa in tre parti: presente, passato, presente. Le viene offerta una possibilità e lei non se la farà di certo scappare. Melice ha la fortuna di poter tornare indietro nel tempo, per evitare di commettere il gesto che l’ha condotta in prigione. Ci riuscirà? Ma soprattutto, finalmente riuscirà a ricordare?
Quando si tratta di libri come questo, parlarne risulta difficile perché si corre sempre il rischio dello spoiler. Bisogna pesare le parole, fare attenzione, quindi io adesso smetterò di parlarvi della trama e vi parlerò delle sensazioni che ho provato durante la lettura.

Mi sono emozionata, tanto. Mi sono anche commossa. E ho sofferto. 
Michela Monti, se ci sei, voglio dirti una cosa: mi hai trasformata in una pappamolle col fazzoletto stretto in mano. Perché quando leggi la storia di Melice, sembra che anche la tua storia si divida in tre parti. 
Nel presente speri con tutta te stessa che accada qualcosa, qualsiasi cosa, in grado di cambiare gli assetti dell’intera storia. Speri, con ogni fibra del tuo essere, che arrivi Gab e dica “Ehi Melly, ci siamo sbagliati, sei libera!”.
Nel passato stai sempre con l’ansia, perché ti aspetti che succeda qualcosa. “Succede ora? Tra poco? Oddio, ma succede adesso?”, quindi ti fai tutta la seconda parte del libro col fiato sospeso. E poi arriva la terza parte, che ormai non hai più lacrime, ti sei giocata pure quelle del battesimo, però sei arrabbiata. Ecco, un’altra delle emozioni che ho provato durante la lettura di questo libro è proprio la rabbia. Tanta. Volevo spaccare tutto, persino la faccia di Gabriel. Ed ecco che, mentre sei sul punto di prendere a pugni quel bel faccino, ti parte la speranza.

Dal punto di vista stilistico, questo libro mi è piaciuto molto. È dinamico, veloce, immediato. Non mi è venuto il sonno e, anzi, mi ha tenuta incollata alle pagine fino alla fine. Negli ultimi tempi mi è capitato di leggere libri che mi hanno fatto un po’ arrabbiare, perché pieni di passaggi seriosi e ampollosi, sembrano scritti da chi vuole darsi delle arie da gran scrittore. 83500 invece no, non vuole ergersi a nulla, ti presenta i fatti e le emozioni della protagonista così come sono, riuscendo a catturarti e a farti entrare dentro il romanzo. Apprezzo sempre lo stile diretto, mi fa davvero sentire parte del libro, come un’amica che ascolta il racconto della protagonista.

Dato che io e la Michela Monti abbiamo legato nell’ultimo periodo –grazie a un rossetto, perché lei usa rossetti bellissimi- ho trascorso l’intera lettura a… insultarla in chat e a fare mille congetture, ipotesi, sembravo l’ispettore Zenigata. Io, davvero, non so come abbia fatto a sopportarmi e per questo la vorrei ringraziare: grazie per non avermi bloccata!
Potrei dirvi tante cose. Potrei dirvi che ho letto questo libro perché attratta dalla trama o dalla copertina; potrei dirvi che l’ho scelto tra un altro mezzo milione di libri perché attirata dal genere. Perché Michela è l’autrice migliore del mondo, perché 83500 è il libro più bello dell’universo che Ken Follett si può mettere da parte. Potrei dirvi che l’ho letto perché tutti mi urlavano di farlo, ma in realtà non ho mai dato molto peso alle urla. Davvero, potrei dirvi tante tante cose. Ma non ve le dirò.
Preferisco la verità.
Vi dirò che ho comprato questo libro a causa di un rossetto liquido Maybelline (se non ricordo male, il colore era Voyager) che ho visto sulle labbra dell’autrice in una foto, settimane dopo che tutti mi hanno riempito la testa con il suo libro. Quindi sì, ho comprato 83500 a scatola chiusa grazie a un rossetto. Ne sono felice, il potere del make-up è imbattibile… anche in lettura. Non sono pazza, sono solo molto innamorata dei trucchi. E mi rendo conto che una bookblogger dovrebbe essere un tantino più professionale, ma allora smetterei di divertirmi.
Spero che nel seguito vengano spiegate alcune cose lasciate in sospeso, perché il cliffhanger mi fa soffrire nei telefilm, figuriamoci nei libri! Eppure l’ho apprezzato molto, perché mi ha fatto venire l’agitazione e una gran voglia di continuare a scoprire la storia di Melice.

Miei cari amici, il rossetto non ve lo consiglio perché è appiccicoso da fare schifo anche se il colore è super bello, però vi invito a leggere il libro di Michela Monti. Se siete amanti della suspense, di mondi per certi versi diversi dal nostro (ah ah ah, il gioco di parole!), di quel tocco di fantascienza che non fa mai male… credo che 83500 potrebbe piacervi molto. E, almeno per quanto riguarda quest’autrice, vi aspetto sempre qui con la recensione del secondo libro.
Manca pocoooooo!




2 commenti:

  1. Tu hai pianto per il libro, io ho gli occhi lucidi per la recensione.
    Sì, Voyager, numero 50, e lo ringrazierò per un pezzo ❤️

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    1. È bellissimo leggere questo tuo commento... ma sappi che non ti libererai di me, sto già in fibrillazione per il secondo. Non vedo l'ora di leggerlo! ❤️

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