sabato 25 giugno 2016

Recensione: "Sono solo un marinaio" di Patrizia Ines Roggero

Buon pomeriggio, amici lettori!
Mi sono resa conto di essere un po’ indietro con i libri da leggere e recensire, ma sto lentamente recuperando il tempo perduto. La parola chiave è proprio “lentamente”. Alla fine però sono riuscita a leggere ben due romanzi e mi sento davvero soddisfatta. Per una volta, posso complimentarmi con me stessa e procedere con le recensioni!
Il primo, che è anche l’ultimo che ho finito, è un historical romance ambientato nei suggestivi mari dei Caraibi. Peccato non ci sia Johnny Depp, ma per questa volta l’autrice è perdonata. “Sono solo un marinaio” narra una storia talmente articolata e per nulla banale, da avermi ricordato un altro romanzo che ho adorato: “La straniera”. Ambientazioni diverse, storie diverse, nessuna traccia di fantasy… eppure leggendolo ho provato quasi le stesse sensazioni e le stesse emozioni. Si tratta del primo romanzo di una nuova serie creata da Patrizia Ines Roggero dove si incontrano arrembaggi, razzie, sentimenti e anche parecchi guai. Perché sì, in questo libro non c’è mai un attimo di pace!


Autore: Patrizia Ines Roggero
Titolo: Sono solo un marinaio
Saga: Romantic Pirates #1
Casa editrice: Self published
Pagine: 228
Prezzo: € 1,90
Dove trovarlo: Amazon
Voto: 5/5
Sinossi:
Come sfuggire alla forza dei sentimenti, se il proprio cuore è sordo alla ragione?
Quando il destino mette Jack sul cammino di Alyce, è inutile impedire alla passione di esplodere tra loro... ma lui è un pirata e lei appartiene a un altro.
Arrembaggi, fughe e battaglie, nei Caraibi del XVII secolo, tra un presente seducente e un passato che torna, minaccioso, a oscurare il sole.

La mia recensione
Ho conosciuto Patrizia Ines Roggero con la trilogia di Paradise Valley. Inutile dire che, da quel momento, è diventata una delle mie autrici italiane preferite. Mi piace molto il modo in cui narra le sue storie, ponendo sempre molta attenzione all’ambientazione e al periodo storico.
“Sono solo un marinaio” inizia su una nave che ospita due coppie di sposi. Le giovani Elisabeth e Alyce Weiss sono due cognate, infelici spose di due fratelli di origini aristocratiche. Lasciano Londra alla volta delle Americhe, in cerca di una vita migliore dopo la caduta in disgrazia della loro famiglia, ma non hanno fatto i conti con la pirateria. La nave sulla quale viaggiano viene infatti attaccata dai pirati e le due ragazze riescono a fuggire su una scialuppa sgangherata, senza acqua né cibo.
E io lì stavo già soffrendo insieme a loro. Vedevo già Tom Hanks parlare con un pallone insanguinato, la barba lunga e la puzza di pesce addosso.
La fortuna è però dalla loro parte, in quanto le due giovani vengono avvistate dallo Snake Pit, un altro vascello pirata.
Il capitano e il quartiermastro salvano le due ragazze ed è proprio qui che inizia l’avventura. 

La storia ha un ritmo incalzante, non c’è stato un solo momento in cui mi sia sentita annoiata. Anche nei capitoli magari più calmi, quindi senza lotte o fughe, l’autrice riesce a coinvolgere e a narrare una storia davvero meravigliosa.
E la scrittura è molto fluida, uno stile che non frena mai la lettura. Mi piace molto il modo in cui questo libro è stato scritto, in quanto troviamo un lessico ricco e uno stile delicato e fluido, senza però cadere nel banale o non corretto.
Non sono una grande fan del romance classico, quindi incentrato esclusivamente sulla storia d’amore. Voglio l’azione, i problemi e i litigi. Ecco, se una coppia non litiga, mi sale una noia che definire mortale sarebbe un eufemismo.
E a rendere ancora tutto più dinamico è il tema della pirateria.
Alyce ed Elisabeth sono due giovani aristocratiche e hanno quindi un’idea ben precisa dei pirati. Sono ladri e assassini senza scrupoli, senza cuore, senz’anima. E nonostante l’attrazione nei confronti dei due uomini -il quartiermastro Jack e il capitano Kole- sia innegabile, il loro pregiudizio è duro da abbattere. E in un certo senso, quel pregiudizio e quell’opinione non spariscono mai del tutto.
Anche noi siamo un po’ Alyce ed Elisabeth; anche noi vediamo nella figura del pirata un uomo senza scrupoli che vive dei proventi delle sue scorribande. Solo negli ultimi anni, anche grazie ai film della saga Pirati dei Caraibi, quella figura ha accolto in sé delle sfumature ben distinguibili.
Quindi, quando le due donne attaccano i due pirati con frasi sprezzanti e accuse non completamente infondate, non riesco a far loro una colpa. Hanno ragione: i pirati non sono bravi ragazzi. In questo romanzo, abbiamo però potuto imparare anche un’altra cosa: il pirata è un uomo come tutti gli altri, con un cuore e la possibilità di innamorarsi. E quando questo accade, quando il pirata si innamora, in quell’amore ci mette tutto se stesso.
E non tutti gli aristocratici sono gentiluomini irresistibili e affascinanti. Proprio quelli che ci hanno strappato un pezzetto di cuore in quasi ogni historical romance che abbiamo letto nella nostra vita. Un esempio? I protagonisti dei romanzi di Lisa Kleypas, che io adoro in un modo quasi esagerato, sono nobili e aristocratici dei quali è molto facile innamorarsi. Nel romanzo della Roggero, invece, non sempre l’abito fa il monaco.
Il pirata più trasandato può rivelarsi un uomo gentile e rispettoso, mentre invece l’aristocratico pulito, ben vestito e sbarbato può rivelarsi un gran bastardo, l’uomo più viscido sulla faccia della Terra.
Questo elemento mi è piaciuto molto, ho trovato davvero interessante la contrapposizione tra questi due mondi tanto diversi tra loro. Da una parte troviamo la legalità che non sempre segue le regole e che quindi diverse volte cade in errore; dall’altra abbiamo l’illegalità che però cela in sé una nobiltà ben diversa da quella assegnata da un titolo.
Il rispetto, il cameratismo, il restare uniti sempre e comunque.
I protagonisti maschili di questo romanzo mi hanno donato una piacevole sensazione di fratellanza, un’unione che non è dettata dal condividere sangue e genitori. Sono due uomini molto diversi che si sono incontrati in momenti particolari della loro vita. Jack, in fuga e praticamente già morto; e Kole, un uomo solo seppur circondato da decine di altri pirati. 
L’arrivo di Alyce ed Elisabeth nelle loro vite segna una sorta di rivoluzione, la sottile linea che separa il prima e il dopo. Un cambiamento che nasce lento, tanto che i due non riescono neppure a rendersene conto. 

 Dall’altra parte troviamo Alyce ed Elisabeth, due donne che non avevano mai conosciuto la felicità perché vittime delle circostanze. Matrimoni infelici e consorti che sarebbe meglio averli in una tomba che dall’altro lato del letto. La tragedia che segna l’inizio dell’avventura è una sorta di liberazione.
Quelle due ragazze sono adesso libere di spogliarsi degli abiti eleganti e delle ristrettezze cui sono state soggette tanto a lungo. E non parlo di ristrettezze economiche, bensì di quelle morali. Sono libere di essere semplicemente donne, non più semplici mogli trofeo da mostrare all’alta società londinese. Hanno finalmente una voce e non hanno paura di farla sentire.
Non so quali fossero le intenzioni dell’autrice mentre scriveva questo romanzo, ma io ho la brutta abitudine di scavare a fondo. Quando leggo un romanzo, che si tratti di un thriller o di un romance, cerco sempre di trovare dei piccoli elementi in grado di farmi capire in che modo sono fatti i personaggi. E quelli della Roggero sono davvero ben caratterizzati, molto diversi tra loro, e che ben si amalgamano all’interno della storia. 
Prima dell’amore verso l’altro, c’è l’amore verso se stessi. Alyce ed Elisabeth sono sempre state abituate a porre l’apparenza dinnanzi a loro stesse, alla loro vera essenza. Donne del loro tempo, quindi, nate in una società patriarcale che vede nella figura femminile solo un’incubatrice umana e una buona padrona di casa.
Nelle isole caraibiche popolate dai pirati e dalle loro famiglie, l’apparenza non conta nulla. Abbiamo due donne che si ritrovano in un modo completamente diverso dal loro e che, seppur con qualche difficoltà, riescono a diventarne parte integrante. E ad aiutarle in tutto ciò è anche un sentimento che prima di allora non avevano mai provato. Attrazione, amore, un profondo senso di appartenenza. Donne che rischiano tutto per ciò che amano, per ciò cui tengono davvero.
Inizialmente Alyce ed Elisabeth potrebbero sembrare le classiche ragazzine viziate tutte pizzi e merletti ma, andando avanti con la storia, è possibile vedere in loro un sostanziale cambiamento che le rende donne forti e caparbie. 

 A rendere il romanzo ancora più completo e appetibile sono gli antagonisti. Sono uomini forti e assetati di vendetta, dalla dubbia morale ed è per questo che mi sono piaciuti tanto. Il commodoro Gilmore, il governatore Lowther e George Weiss. Tre personaggi alquanto diversi tra loro, ma con un fondamentale punto in comune: tutti e tre odiano Jack Ryden, il quartiermastro dello Snake Pit.
[Il Quartiermastro è il secondo in comando, quindi il luogotenente del capitano.] 
Questi tre uomini, personaggi indubbiamente negativi, sono pronti a tutto pur di vendicare l’onore, le angherie, il loro buon nome. La loro intenzione è quella di annientare Jack in quanto uomo, la pirateria non è che la motivazione di facciata. Gilmore, Lowther e Weiss vogliono rendere Jack nient’altro che un involucro vuoto, arrivando persino a togliergli la cosa più importante. Gli strappano il cuore dal petto, lo calpestano. Perché se vuoi colpire un uomo, devi togliergli l’unica cosa che lo tiene in vita. 
Però non temete, non glielo strappano davvero il cuore: è un romanzo storico, mica un film horror! 
Ed è anche grazie ai cattivoni che il romanzo si fa sempre più interessante, movimentato e ricco di colpi di scena. 

Consiglio questo romanzo?
Sì! Cento volte sì!
Se vi piacciono i romanzi storici ricchi di emozioni e colpi di scena, questo è proprio il libro che fa per voi. E non solo, vi consiglio di leggere anche tutti gli altri libri scritti da Patrizia Ines Roggero. Sono convinta che non ve ne pentireste.

Bene, amici lettori, voi avete letto “Sono solo un marinaio”?
Vi è piaciuto?
Se non lo avete letto, sono riuscita a convincervi?
Io vi saluto e tornerò presto con la prossima recensione, ma intanto vi lascio con questa bella canzone…
“Del mare sento il profumo, cavalco le sue onde
Il mio cuore gli appartiene…
La mia vita è questa,
sono solo un marinaio, con l’anima di legno,
in balia del suo volere, in balia della fortuna.
Libertà grida il mio spirito, libertà.”





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