Buongiorno
e buon anno, amici gufetti!
Oggi
voglio parlarvi di un romanzo che ho aspettato con ansia, il secondo di una
serie che promette e mantiene tutte le sue promesse. Scintille, mitologia,
azione e persino un po’ di dolcezza, che non guasta mai.
Dopo
il primo capitolo (L’ultima resa) e la relativa novella (Echo Mine), siamo
arrivati al secondo romanzo della serie Fallen Guardian di Georgia Lyn Hunter,
Scontro col destino.
Il
protagonista? Proprio il Guardiano che, tra tutti, più mi aveva colpito. Blaéz
è senza dubbio il personaggio che mi ha attirato di più, quello che dal
principio ho reputato il più interessante. Si tratta di un romanzo
autoconclusivo, ma vi consiglio comunque di leggere anche gli altri per entrare
meglio nella storia e nel meccanismo che lega i vari personaggi.
E
ora ve ne parlo, perché sono davvero impaziente.
Autore:
Georgia Lyn Hunter
Titolo:
Scontro col destino
Serie:
Fallen Guardian #2
Editore:
Hope Edizioni
Traduttore:
Ilaria Scorrano
Genere:
Paranormal romance
Pagine:
437
Prezzo:
3,99€
Shop:
Amazon
Essere
un immortale senz'anima è già abbastanza brutto. Ma quando l’unica cosa in
grado di preservare il suo onore è la dipendenza da un dolore incommensurabile,
Blaéz diventa un pericolo per se stesso e per chi lo circonda.
Blaéz,
un Guardiano che ha giurato di proteggere i mortali dal male soprannaturale,
vive in bilico al limite dell’oscurità. Una buona azione lo conduce alla porta
dell’unica donna il cui tocco è capace di riaccendere in lui le emozioni
perdute nel Tartaro, ma è umana. Proibita. E farla entrare nella sua vita
potrebbe distruggere entrambi.
Quando
uno straniero bello da morire compare alla sua porta a notte fonda, Darci Callahan
si scopre per la prima volta attratta da un uomo, che risveglia in lei il
desiderio. Eppure Blaéz porta nella sua vita molto più di una passione
inattesa: porta un pericolo fatale.
In
questo nuovo insidioso mondo di dei e demoni, Darci scopre di essere al centro
di un perverso gioco tra creature soprannaturali. La sua sorte è già stata
stabilita da migliaia di anni, ben prima della sua nascita. Riuscirà la
determinazione di Blaéz a spezzare il destino? A volte, non importa quanto tu
possa amare qualcuno, devi amare abbastanza da lasciarlo andare…
Insieme all'influenza, mi sono beccata un blocco del lettore che non vi dico. No,
davvero, non ve lo dico per non intristirvi o caricarvi di ansia. Perché è
proprio brutto, amici. È brutto guardare il Kindle e afferrare il telecomando
del Fire Stick per guardare l’ennesimo episodio di Criminal minds (c’è di buono
che mi sto facendo una cultura sui serial killer e il profiling).
E
poi è arrivato il messaggio dell’organizzatrice di questo Review Party.
Avrei
partecipato?
Confesso
di aver tirato un sospiro di sollievo, perché conosco già l’autrice di questo
romanzo e ricordo di aver adorato i primi volumi di questa serie. E poi,
diciamocela tutta, non avrei mai rinunciato a Blaéz, lo aspettavo da troppo
tempo!
Blaéz
è un Guardiano, ma ancor prima era un dio del pantheon celtico. Se potessimo
dargli una connotazione geografica, lo classificheremmo come un irlandese o un
gallese.
Ecco,
immaginatevi Blaéz rosso di capelli… e gettate quest’immagine nella pattumiera.
Non ha i capelli rossi, non somiglia per nulla a Ed Sheeran.
Blaéz
è il più magrolino tra i Guardiani, ma è comunque un armadio di quattro metri
per due, bello come non so cosa e con un caratteraccio che Sgarbi a confronto
pare la fata smemorina.
Pensavo che la cosa che accomunasse i Guardiani di
questa serie fosse il lato sovrannaturale, il fatto di essere stati tutti (a
eccezione di Aethan, che è un empireo) dei di un qualche pantheon in giro per
il mondo. E invece no, la cosa che li accomuna davvero è il carattere così
brutto che io accanto a loro sembro tenera e dolce come un gattino annaffiato
che miagolerà e dudu dadada.
Ma
Blaéz non è solo muscoli e caratteraccio.
No,
Blaéz è molto di più.
È
tormentato, ma non quel genere di tormento inutile che spesso viene usato come
stratagemma per rendere più interessante il protagonista di un romance.
Blaéz
è davvero tormentato.
Il
suo passato, le torture subite nel Tartaro (la prigione degli esseri
sovrannaturali), un senso di abbandono che l’ha accompagnato nel corso della
sua intera esistenza. Sin da bambino Blaéz ha sperimentato l’abbandono, la
solitudine, il tormento e il dolore. Da adulto, quelle sensazioni si sono
amplificate, insieme alle angherie subite. Ha lottato per tutta la vita e non
ha sempre vinto.
Blaéz
ha perso la cosa più importante e sa di non poterla riavere indietro, in
effetti ci ha proprio perso la speranza.
La
sua anima è andata perduta.
Per
sempre.
Puff,
sparita.
Come
si può vivere senz'anima? Come può, soprattutto, vivere senz'anima un Guardiano
che ha giurato di dare la propria vita per proteggere i mortali? Blaéz combatte
il male per proteggere gli umani, ma non ha un’anima. Questo dovrebbe renderlo
più simile ai demoni che combatte che ai Guardiani ai quali guarda le spalle in
battaglia.
Ormai
vive sul filo del rasoio, sempre al limite tra bene e male. L’oscurità lo richiama
a sé e l’unica cosa che lo trattiene nel mondo mortale è il dolore.
Blaéz
è costretto a procurarsi dolore fisico per provare qualcosa, fino a quando la
sua strada incrocia quella di Darci.
Una
buona azione, un piccolo gesto che potrebbe sembrare nulla per noi, per Blaéz
non solo è incredibile, ma gli apre una porta che è stata sempre chiusa.
Darci
non ha mai provato un’attrazione feroce per gli uomini, in effetti con gli
esponenti del sesso opposto è sempre stata distaccata. Non ha mai provato
l’impulso di legarsi a un uomo, fino a quando una sera apre la porta di casa e
trova Blaéz.
Con
quegli occhi dal colore strano, la stazza di un Caterpillar e gli indumenti di
pelle che lo ricoprono da capo a piedi, Blaéz è senza dubbio l’uomo più bello
che Darci abbia mai visto. Di sicuro è il più interessante. È categorico che
sia il più strano.
L’attrazione
è palpabile dal primo momento, ma…
In
queste storie c’è sempre un ma, ed è proprio quel ma a renderle così
irresistibili. È vero che si tratta di un paranormal romance, ma è anche vero
che Georgia Lyn Hunter riesce a far emergere la parte paranormal in modo
assolutamente giusto. Non c’è troppo romance, non c’è troppo paranormal. Tutto
è equilibrato, le due parti di questo romanzo si intrecciano e si accompagnano dall'inizio alla fine. La mitologia è parte integrante della storia, non puoi
fare a meno di ritrovare in quelle pagine parte di quello che hai sentito
sempre nominare. I miti nordici con Týr e quelli irlandesi proprio con Blaéz.
E, non credo sia spoiler, quindi una cosina posso dirvela: ricordate la Morgana
della leggenda di re Artù? Possiamo trovare in questo romanzo la figura
mitologica che ha ispirato proprio la famosa “fata” presente nella leggenda di
mago Merlino. Non appena ho trovato la Morrigan tra le pagine di questo romanzo,
le mie urla si sono sentite fino a Camelot e dintorni.
Devo
ammettere una cosa: questo libro mi è piaciuto anche –e soprattutto- per il
personaggio di Blaéz. Sembra ormai tradizione trovare un personaggio oscuro e
maledetto all’interno delle serie sugli immortali. Basti pensare a Zsadist
della Confraternita o Zarek dei Dark Hunters. Ecco, Blaéz, con il suo essere
tormentato e incompreso mi ha ricordato proprio loro due… che sono anche i miei
preferiti, ognuno all'interno della propria serie.
Poi
magari troviamo il “capo”, che in questo caso è Aethan. Come Wrath nella serie
della Confraternita o Lucan in quella della Stirpe di mezzanotte di Lara
Adrian, Aethan è il primo personaggio maschile che incontriamo, quello che ci
fa innamorare della serie alla quale appartiene. E poi c’è la testa calda, il
personaggio divertente e tormentato (perché in un modo o nell'altro sono sempre
tormentati) che ti conquista per le sue battutacce e i suoi modi divertenti e
affabili. La Ward ha creato Rhage, il biondone super bello, la Hunter ci ha
invece regalato Týr.
Quasi
tutte le serie paranormal romance sono accomunate da questo schema e per me è
ormai una sorta di cuscino morbido e caldo che mi tranquillizza, perché so già
chi troverò all'interno del gruppo. È uno schema familiare che però riesce a
instillarmi curiosità, perché conosco già la tipologia di personaggio che
incontrerò e voglio vedere in che modo nascerà la sua storia.
Okay, questa cosa credo di averla accennata anche nelle altre recensioni di questa serie, ma alla fine il succo è quello.
Okay, questa cosa credo di averla accennata anche nelle altre recensioni di questa serie, ma alla fine il succo è quello.
Il
personaggio di Darci, invece, l’ho trovato meno incisivo. Sarà la magnificenza
di Blaéz e degli altri Guardiani, non so, ma trovo che Darci sia emersa meno di quanto mi fossi aspettata. È rimasta sempre un passo
indietro, come travolta e messa in ombra dall'ingombrante figura del suo
co-protagonista. Ho trovato la loro storia d’amore complessa e ben costruita,
dolce e passionale a seconda dei momenti, ma Darci non mi ha conquistata del
tutto. Sembrava quasi che l’autrice volesse tenerla un po’ in ombra per
lasciare il palco e la ribalta al protagonista maschile.
Più
che una co-protagonista, in certi momenti Darci mi ha dato l’impressione di
essere una spalla. Ho trovato questo personaggio poco incisivo e coinvolgente,
quando credo che in realtà avesse tutte le carte in regola per essere lei
stessa a mettere in ombra Blaéz.
La
storia di questa donna, il bagaglio emotivo che si porta dietro, il carattere
forte e duro, la sua impossibilità di legarsi agli uomini… tutte queste qualità
avrebbero potuto renderla la protagonista perfetta. Non si tira indietro, è
combattiva, non si lascia intimorire. È quel genere di protagonista che mi
piace trovare in un romanzo, non necessariamente romance o paranormal. Mi
piacciono le protagoniste forti e agguerrite e Darci lo è, ma purtroppo non mi
ha colpita abbastanza. Ha un grande potenziale che però non sono riuscita a percepire appieno. Ha dimostrato di essere forte abbastanza da sopportare un carico importante come la natura di Blaéz, ma trovo non le sia stata data giustizia. Un personaggio tanto bello meritava un po' più di spazio.
Quanto
al libro nel suo complesso, trovo che anche questa volta l’autrice abbia
centrato il punto. È stata incisiva –a parte la questione Darci- e
coinvolgente. Ha creato una storia che mi ha tenuta incollata al Kindle per due
giorni, senza darmi scampo. È sempre bello trovare libri tanto coinvolgenti.
Mi
è piaciuto molto il modo in cui l’autrice ha unito tutti i fili.
Immagino che creare un mondo fantastico sia difficile, ma la Hunter è riuscita a creare una storia molto interessante, unendo diverse mitologie e intrecciandole al contesto umano nel quale la storia si ambienta. Un altro punto a favore è la caratterizzazione dei personaggi: trovo che Blaéz sia sempre più interessante, ma in questo romanzo non c’è solo lui.
Gli altri Guardiani sono interessanti allo stesso modo, accendono la curiosità.
È impossibile leggere questo libro e non domandarsi quale sia la storia di Dagan e Týr, il dio norreno della guerra. Inoltre, uno dei personaggi che più mi ha incuriosito, ironia della sorte, è proprio quello che meno è stato trattato finora all'interno della serie. Damon, colui che ha salvato Echo quando era giovanissima e che l’ha protetta fino all'arrivo di Aethan, è un personaggio del quale si sa poco e niente e che più di ogni altro, anche se meno di Blaéz, mi ha attratta. Spero che l’autrice decida di scrivere un libro anche su di lui, perché sono troppo curiosa.
Immagino che creare un mondo fantastico sia difficile, ma la Hunter è riuscita a creare una storia molto interessante, unendo diverse mitologie e intrecciandole al contesto umano nel quale la storia si ambienta. Un altro punto a favore è la caratterizzazione dei personaggi: trovo che Blaéz sia sempre più interessante, ma in questo romanzo non c’è solo lui.
Gli altri Guardiani sono interessanti allo stesso modo, accendono la curiosità.
È impossibile leggere questo libro e non domandarsi quale sia la storia di Dagan e Týr, il dio norreno della guerra. Inoltre, uno dei personaggi che più mi ha incuriosito, ironia della sorte, è proprio quello che meno è stato trattato finora all'interno della serie. Damon, colui che ha salvato Echo quando era giovanissima e che l’ha protetta fino all'arrivo di Aethan, è un personaggio del quale si sa poco e niente e che più di ogni altro, anche se meno di Blaéz, mi ha attratta. Spero che l’autrice decida di scrivere un libro anche su di lui, perché sono troppo curiosa.
Consiglio
questo libro?
Sarò
sinceeeeeeerissima: lo consiglio più del primo e della novella. La storia di
Echo e Aethan è bellissima e articolata, immagino anche molto più difficile da
scrivere, ma trovo che quella di Darci e Blaéz sia più coinvolgente. Quei due
mi hanno rapita, nonostante Darci non mi abbia fatto urlare al miracolo. Da una
storia tanto bella e con un protagonista maschile tanto forte e incisivo mi
aspettavo che l’autrice creasse una protagonista femminile altrettanto
esplosiva. Un piccolo difetto che però, a dirla tutta, potrebbe non essere un
vero e proprio difetto. Immagino si possa ricondurre il tutto al modo in cui l’autrice
ha voluto impostare la storia e a quali personaggi abbia voluto dare più spazio e attenzione.
E
anche per questa volta è andata, amici gufetti.
Sono
riuscita a sgattaiolare via dal tunnel dei lettori bloccati e a tornare in
carreggiata. Qualora decidiate di acquistare questo romanzo, spero che vi
piaccia quanto è piaciuto a me. Magari non sarà ai livelli dei miei amati
Fratelli, ma Scontro col destino è proprio il libro del quale avevo bisogno in
questo momento. Ti prende, ti trascina in un mondo costruito ad arte, e ti
lascia solo quando sei arrivata all'ultima pagina. Complimenti all'autrice e
grazie alla Hope edizioni che ci ha dato modo di scoprire questa bella storia.
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