Non sono
solita accostarmi a romanzi che trattano temi forti e delicati al tempo stesso.
Mi ripeto sempre di non possedere la maturità necessaria per leggere quel
genere di romanzo che ti fa riflettere sulla vita e sugli ostacoli che molte
persone devono superare per raggiungere la felicità. Per questo motivo mi sono
avvicinata con cautela e anche un po’ di timore al romanzo di cui vi parlerò.
Sabbie mobili, scritto dall’autrice Rita Parisi e pubblicato dalla Butterfly
Edizioni, è l’introspettivo viaggio di una donna attraverso la vita, i sogni e
le perdite che ha subito. È forte e dolce al tempo stesso e, personalmente,
trovo che sia molto toccante. Quel tipo di romanzo che ti fa arrivare all’ultima
pagina con un sorriso amaro sulle labbra.
Autore: Rita Parisi
Titolo: Sabbie mobili
Casa editrice: Butterfly Edizioni
Collana: Tracce
Pagine: 128
Prezzo: € 11,00
Formato: Brossura
Titolo: Sabbie mobili
Casa editrice: Butterfly Edizioni
Collana: Tracce
Pagine: 128
Prezzo: € 11,00
Formato: Brossura
Il primo
ricordo che Chiara conserva di suo padre è un canotto verde e azzurro, una
giornata al mare, la paura e l'emozione dell'imparare a nuotare; sullo sfondo,
come in una fotografia, il volto austero di sua madre. Molti anni dopo, Chiara
è su un treno per Trieste, adesso che la scoperta della sua sterilità, la
depressione e i tradimenti hanno distrutto il matrimonio con Marco e che tutta
la sua vita si è accartocciata come un foglio vecchio. E lì, sul treno, Chiara
lascia scorrere i ricordi come un film dietro il finestrino per poi ritrovare,
tra di essi, l'atroce verità che le ha cambiato la vita. Sabbie mobili è la
fotografia di un'assenza, il ritratto in chiaroscuro di due madri mancate e di
un amore segreto. La scrittura vellutata di Rita Parisi sa accarezzare con
delicatezza temi scottanti come la sterilità e la depressione ed è, al tempo
stesso, il fil rouge che lega i destini dei protagonisti nel loro fatale
rincontrarsi e perdersi nel tempo.
La mia opinione
Fin dall’infanzia,
Chiara è sempre stata solitaria e malinconica. Molte volte si isolava in un
mondo tutto suo e poche persone riuscivano a strapparle un sorriso. La tata che
l’ha cresciuta e il padre che lei ha sempre amato profondamente.
Chiara non ha mai avuto una vita facile. Si è sempre sentita respinta dalla madre che anteponeva gli impegni di lavoro alla sua unica figlia e questo ha sortito nella bambina –e, in seguito, nella donna- un effetto distruttivo.
Chiara ha conosciuto l’amore. Dopo la laurea ha incontrato l’uomo che presto sarebbe diventato suo marito e, in seguito, il padre dei suoi figli.
Ma la vita ci insegna che molte volte le cose vanno come non ci aspettavamo, è sempre tutto un insieme di infinite sorprese. A volte positive, a volte negative.
Leggendo questo romanzo, mi sono spesso fermata a riflettere su l’effetto che avrebbero avuto su di me gli avvenimenti che hanno sconvolto la protagonista.
Fin da bambine, veniamo accostate a qualcosa che solo quando cresciamo riusciamo a capire. Le bambine giocano con le bambole, le cullano e le nutrono come se fossero loro figlie. Veniamo avvicinate alla maternità attraverso i giochi. Cresciamo, molte volte senza neppure rendercene conto, con l’idea che prima o poi diventeremo mogli e madri. Anche quelle donne che all’apparenza si sentono ben lontane da quell’universo popolato da pappine e pannolini, prima o poi vi si avvicinano, anche solo con il pensiero.
Siamo nate per essere madri, il famoso “istinto materno” parla chiaro. E, anche se le donne sono consapevoli di quanto sia doloroso mettere al mondo un figlio, lo fanno ugualmente.
E quando questo diventa impossibile, gli effetti sono devastanti.
Chiara non ha mai avuto una vita facile. Si è sempre sentita respinta dalla madre che anteponeva gli impegni di lavoro alla sua unica figlia e questo ha sortito nella bambina –e, in seguito, nella donna- un effetto distruttivo.
Chiara ha conosciuto l’amore. Dopo la laurea ha incontrato l’uomo che presto sarebbe diventato suo marito e, in seguito, il padre dei suoi figli.
Ma la vita ci insegna che molte volte le cose vanno come non ci aspettavamo, è sempre tutto un insieme di infinite sorprese. A volte positive, a volte negative.
Leggendo questo romanzo, mi sono spesso fermata a riflettere su l’effetto che avrebbero avuto su di me gli avvenimenti che hanno sconvolto la protagonista.
Fin da bambine, veniamo accostate a qualcosa che solo quando cresciamo riusciamo a capire. Le bambine giocano con le bambole, le cullano e le nutrono come se fossero loro figlie. Veniamo avvicinate alla maternità attraverso i giochi. Cresciamo, molte volte senza neppure rendercene conto, con l’idea che prima o poi diventeremo mogli e madri. Anche quelle donne che all’apparenza si sentono ben lontane da quell’universo popolato da pappine e pannolini, prima o poi vi si avvicinano, anche solo con il pensiero.
Siamo nate per essere madri, il famoso “istinto materno” parla chiaro. E, anche se le donne sono consapevoli di quanto sia doloroso mettere al mondo un figlio, lo fanno ugualmente.
E quando questo diventa impossibile, gli effetti sono devastanti.
“Mi
sento defraudata di un diritto, di un dono contenuto nel DNA di ogni donna.
Voglio anch’io ingrassare fino a non vedermi più i piedi, voglio soffrire i
dolori del parto, essere femmina al cento per cento. Voglio la coccarda sotto
il portone, stare sveglia alle cinque del mattino per allattare, voglio la
depressione post partum e gli ormoni ballerini.
Voglio mio figlio.”
È questo ciò che Chiara desidera con tutte le sue forze. Lei sposa l’uomo che ama e si aspetta di condividere con lui la gioia di creare una nuova vita. Per questo motivo, quando le viene detto che non potrà mai diventare madre, cade in una profonda depressione. Chiara si chiude in se stessa, sopraffatta dalla sua personale tragedia e mettendo il suo dolore davanti a tutto e tutti, davanti perfino a suo marito.
“Chi soffre diventa sempre egoista. Chi soffre
non si cura degli altri, è come una corrente che trascina giù ogni cosa che
incontra sul proprio cammino, senza pietà. Senza preoccuparsi di quello che
travolge e distrugge.”
Chiara
però ha dentro di sé la forza di reagire. Dopo che suo marito decide di andare via di casa e dopo diverse
sedute con il suo analista, la donna decide di riprendere in mano la propria
vita. Ricomincia a curarsi del suo aspetto esteriore e corre a riprendersi
quell’uomo del quale è profondamente innamorata. La sofferenza e il dolore sono
delle piaghe che porterà sempre con sé, ma capisce di non essere l’unica
persona distrutta in quel rapporto. Anche Marco soffre nel vederla in quello
stato e capendo di non avere più una moglie. Chiara, sopraffatta dal proprio
dolore, non si curava degli effetti che la sua depressione aveva avuto su suo
marito. Grazie alla ritrovata forza, Chiara ricomincia a vivere. Lascia il suo
lavoro di avvocato e si occupa della casa e del marito. Ma le spiacevoli
sorprese sono dietro l’angolo. La donna scopre infatti che il marito la
tradisce, lo vede con i suoi stessi occhi e decide di andare via di casa per
poi fare nuovamente pace con l’uomo e scoprire una verità scioccante sulla sua
famiglia e la sua stessa nascita.
Questo romanzo
rappresenta il toccante viaggio -fisico e introspettivo- di una donna alle prese con delle verità
dolorose e con il cambiamento di una vita che era riuscita a costruire e che è
stata distrutta senza che lei avesse avuto modo di impedirlo. Mentre ripensa al
passato, Chiara è seduta su un treno diretto a Trieste, ma il vero viaggio si
svolge dentro di sé.
Ho molto
apprezzato come siano stati trattati temi delicati come la sterilità, il
tradimento e la depressione. La scrittura di Rita Parisi è molto delicata e
rispettosa nei confronti di temi che vanno trattati con cautela e riguardo.
Leggere questo romanzo è stato come aprire gli occhi. Essendo molto giovane,
non avevo mai pensato cosa rappresentasse la sterilità per una donna e l’autrice
mi ha avvicinato a una realtà che purtroppo molte coppie vivono giorno dopo
giorno.
Consiglio
questo romanzo?
Assolutamente sì. Lo consiglio a chi desidera accostarsi a una realtà dura e difficile da sopportare, alle sofferenze di una donna che subisce ma che riesce a rialzarsi dopo ogni colpo che le è stato inferto dal destino e dalle persone che la circondano. Mi piace la forza di questa donna che –anche se a volte si lascia andare e si lascia sopraffare dal dolore- resta comunque determinata e trova sempre il modo per rimettersi in sesto.
Assolutamente sì. Lo consiglio a chi desidera accostarsi a una realtà dura e difficile da sopportare, alle sofferenze di una donna che subisce ma che riesce a rialzarsi dopo ogni colpo che le è stato inferto dal destino e dalle persone che la circondano. Mi piace la forza di questa donna che –anche se a volte si lascia andare e si lascia sopraffare dal dolore- resta comunque determinata e trova sempre il modo per rimettersi in sesto.
Mmmm non è il mio genere, di solito evito questi libri, però riconosco che la trama non è affatto male e 4 stelline (rose) è davvero buono..
RispondiEliminaNon è neppure il mio genere, ma questo mi è piaciuto così tanto che l'ho divorato. Chissà, forse sto crescendo, miracolo! XD
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaHey, ciao, perdonate il mio repentino cambio d'argomento, ma ho deciso di premiare il vostro blog, quando potete passate da me a ritirare il premio ;) http://dreaming-reading.blogspot.it/2013/07/il-primo-premio-del-blog-liebster-blog.html
EliminaAccidenti, ci saremmo aspettate di tutto, ma un premio proprio no! Grazie mille, passiamo subito a ritirarlo *-*
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