Amici e amiche,
buongiorno! Nel mese di Gennaio mi sono dedicata in modo piuttosto
assiduo alla lettura, e ho scoperto romanzi che non capisco ancora
per quale ragione non abbia letto prima. Ora voglio fare una sorta di
riassunto, e parlarvi dei libri letti in questo mese appena passato.
Sono pochi, purtroppo non riesco più a leggere dieci libri al mese,
ma ognuno di essi è riuscito a lasciarmi dentro qualcosa. Mi sono
piaciuti tutti (alcuni di più, altri meno), mi hanno suscitato
emozioni diverse, e sono persino riuscita a depennare alcuni punti
della reading challenge. Di alcuni di questi romanzi vi parlerò
velocemente perché voglio parlarvene in modo più approfondito in
recensioni singole.
Titolo:
Zia Mame
Casa
editrice: Adelphi
Prezzo:
€ 19,50
Voto:
5/5
Ho iniziato il 2018 con questo romanzo, e spero che il
resto dell’anno vada avanti su quest’onda. Mi ha catturata già dalle prime
pagine, mi ha divertita e mi ha intenerita. Protagonisti sono Patrick e la sua
zia materna, Mame. Il romanzo inizia quando Patrick è solo un bambino e, già
orfano di madre, perde anche il padre. L’unica parente ancora in vita è Mame
Dennis, la sorella del padre. Mame è una donna totalmente diversa dal fratello,
è eccentrica e anche un po’ egocentrica, ma nutre un sincero affetto per il
nipotino. I due protagonisti si conoscono proprio subito dopo la morte del
padre di Patrick, un ragazzino di dieci anni che viene catapultato
all’improvviso da Chicago alla caotica New York, per vivere con una donna che
lo sorprende già dal primo istante. La storia segue tutta l’adolescenza e l’età
adulta di Patrick, sempre con zia Mame al suo fianco pronta a trascinarlo in
innumerevoli avventure. In qualità di protagonista del romanzo, credo che il
mio personaggio sia proprio lei: Mame Dennis, una donna che riesce sempre ad
avere un asso nella manica. Poco importa dei guai nei quali si caccia -e sono
davvero molti, credetemi- lei riuscirà sempre a trovare una soluzione, seppur
strana. Credo che la carta vincente di questo romanzo sia proprio il suo essere
costantemente sopra le righe, con una donna un po’ fuori di testa e un giovane
che funge da “voce della ragione”, anche se alla fine si lascia contagiare
dall’allegria, dalla teatralità e dalla vivacità della zia.
Vi
consiglio questo libro perché, nonostante abbia finito di leggerlo
più di un mese fa, non riesco ancora a lasciarlo andare. Continuo a
pensare a quella storia, alle sensazioni piacevoli che mi ha fatto
provare, alle risate che mi ha fatto fare. Mi ha anche emozionata,
sì. E poi trovo davvero fantastico che il protagonista sia poco
avvezzo al politicamente corretto. È pungente, a volte anche un po’
antipatico e saccente, non si lascia andare al sentimentalismo. È
sua la voce narrante e sono suoi i commenti sugli altri personaggi,
descritti in modo davvero molto umano, con pregi (pochi) e difetti
(tanti).
Challenge – 13: Un
libro che sia anche uno spettacolo teatrale o un musical. Zia Mame è
approdato a Broadway nel 1956 e due anni dopo è diventato un film.
Negli anni Sessanta ne è stato tratto un musical con protagonista
Angela Lansbury, la famosissima Signora in Giallo che tutti
conosciamo.
Titolo:
La maledizione
Saga:
The winner’s curse
Casa
editrice: Leggereditore
Prezzo:
14,90€ cartaceo, 1,99€ ebook
Voto:
3/5
Purtroppo
questo è l’unico libro, tra quelli letti a Gennaio, ad avermi
fatto un po’ storcere il naso. Ho apprezzato moltissimo l’universo
creato dall’autrice, a mio avviso una distopia vincente. Nelle
note, la Rutkoski ha specificato di amare la storia greca e quella
romana, ed è possibile ritrovare tra le pagine di questo libro
diversi elementi che rimandano proprio alla storia antica. L’impero
romano con le sue province, gli schiavi, persino la moneta (i
sesterzi). Trovo che il tutto sia davvero molto curato, almeno le
basi. L’autrice si è basata sulla storia reale per crearne una
tutta sua, e trovo che sia davvero bello. Mi è piaciuta molto
l’ambientazione, i legami con la storia reale, il modo realistico
con il quale viene trattato il rapporto schiavo-padrone… a non
avermi conquistata è tutto il resto, a cominciare dal libro in sé.
Va bene che ho speso solo due euro, ma mi sono indispettita comunque.
Ci sono errori che con una buona correzione di bozze si sarebbero
potuti evitare, per non parlare poi dell’impaginazione. Trovo
davvero avvilente avere davanti certi errori. Questi errori posso
accettarli solo in romanzi autopubblicati da un autore (o un’autrice)
che non ha avuto l’aiuto di un editor o di un correttore di bozze,
quindi la svista ci sta. Insomma, un autore ha solo due occhi, è
normale che qualcosa gli sfugga. Ma una casa editrice che ti mette il
cartaceo a 15 euro? Scherziamo? Però la copertina è davvero
meravigliosa.
Ora, torniamo
all’autrice e parliamo del suo lavoro: ci sono particolari, in
questo romanzo, che mi hanno un po’ stranita. Non voglio fare
spoiler, quindi non vi parlerò dei momenti in particolare, ma ci
sono delle situazioni all’apparenza di difficile soluzione… e
niente ragazzi, l’autrice avrebbe potuto dare enfasi e un tono
davvero alto a quei momenti, e invece finisce tutto a tarallucci e
vino. Senza parole. Situazioni di pericolo, nelle quali c’è in
gioco la sopravvivenza, risolte con una chiacchierata e tutti felici
e contenti. Leggerò sicuramente il secondo, perché sono curiosa, ma
spero vivamente che migliori.
Titolo:
Marcovaldo
Casa
editrice: Mondadori
Prezzo:
€8,50
Voto:
4/5
Sono
generosa, sono molto generosa. Calvino lo conosciamo tutti, è un
pezzo di storia, uno dei nomi più illustri della letteratura
italiana del Novecento, eppure… sì, eppure. Eppure non è riuscito
a conquistarmi, non con questo libro in particolare. Si tratta di una
raccolta di racconti con un unico protagonista: Marcovaldo.
Quest’uomo è sfortunato, vittima del suo tempo, della sua
famiglia, e della società. Marcovaldo ha una moglie e sei figli, e
lavora come magazziniere in una grande ditta. L’ho trovato
adorabile, è un uomo fondamentalmente buono, ma mi ha provocato una
grande tristezza. Ora, io lo ammetto di essere strana, non riesco mai
a ridere delle sventure degli altri. Ogni volta che guardo i film di
Fantozzi, tutti ridono e io piango. Ho le lacrime perché mi dispiace
per lui, mi dispiace per come gli altri lo trattano. Conduce una vita
misera, costantemente sotto scacco di chi si crede in diritto di
trattarlo male, con una moglie che non ama e che non lo ama. E vi
starete chiedendo: sta parlando di Marcovaldo o di Fantozzi? Sto
parlando di entrambi, perché sono molto simili. Mi dispiace tanto
per il povero Marcovaldo, perché è un uomo davvero molto ingenuo e
buono. Però questa sua bontà non è totale, sia chiaro. Proprio
come Fantozzi, anche lui ha in sé un piccolo tratto di cattiveria.
Si nota appena, solo in piccole cose, ma c’è e questo lo rende
molto umano. Tutto sommato, non è un libro che sconsiglierei. Stiamo
pur sempre parlando di Calvino, ma trovo che gli altri suoi libri
siano nettamente superiori. Il libro è scritto in modo magistrale,
ovviamente, lo stile di Calvino è fantastico. Mi è sempre piaciuto
come autore perché l'ho sempre visto “normale” pur essendo un
grande della letteratura. Lo trovo adatto ai giovani e ai più
giovani, la sua scrittura è comprensibile anche se il lessico è
piuttosto ricercato. Resto però del mio parere: lo preferisco in
altre opere.
Challenge – 33: Un
classico per ragazzi che non hai mai letto
Autore:
Margaret Atwood
Titolo:
Il racconto dell’ancella
Casa
editrice: Ponte alle grazie
Prezzo:
€16,80
Voto:
5/5
Ragazzi,
che romanzo! L’ho adorato dalla prima all’ultima pagina, trovo
che sia uno dei romanzi più belli che abbia mai letto. Ho sofferto
per tutto il tempo, pensando e ripensando alla condizione della donna
ai giorni nostri. La Atwood ha scritto questo romanzo negli anni
Ottanta, eppure è talmente attuale da fare quasi paura. Ne ho
parlato in modo più approfondito nella recensione che potrete
trovare QUI.
Challenge – 15: Un
libro sul femminismo
Autore:
Margaret Atwood
Titolo:
L’altra Grace
Casa
editrice: Ponte alle grazie
Prezzo:
20€
Voto:
4,5/5
Sulla
scia de Il racconto dell’ancella, l’ultima lettura di Gennaio è
un altro romanzo di Margaret Atwood. A differenza dell’altro,
questo è stato preceduto dalla visione della serie televisiva (che
vi consiglio), Alias Grace su Netflix.
Anche
se la scrittura è nitida e lo stile fluido, trovo che questo romanzo
sia complesso. Tratta una storia davvero accaduta, tutto ruota
intorno a un duplice omicidio del quale sono stati accusati la
protagonista e un uomo che lavorava nella sua stessa casa. E poi c’è
il protagonista maschile, che tenta di capire il modo in cui Grace
ragiona. Il dottor Simon Jordan prova, un tentativo dopo l’altro, a
entrarle nella mente e a capire se la ragazza ha davvero commesso il
reato di cui è stata accusata. Grace Mark è una donna che ha
trascorso quasi metà della sua vita tra la prigione e il manicomio,
aveva solo sedici anni quando è stata accusata di omicidio e
condannata a morte. E, anche se la pena è stata commutata in
ergastolo, ha comunque perso la possibilità di vivere. Ho trovato
questo romanzo quasi dello stesso livello del precedente, mi è
piaciuto molto sia per lo stile fluido, sia per lo svolgersi della
storia. In questo caso in particolare, inoltre, trovo che l'autrice
sia stata eccezionale nella ricostruzione storica della vicenda di
Grace Marks e del duplice omicidio del quale è stata accusata. Ha
incastrato bene parti reali e parti inventate da lei, inserendo
citazioni di opere altrui che trattano proprio questa storia. Ho
trovato interessante anche l'alternarsi dei punti di vista: la prima
persona quando il punto di vista è di Grace e la terza persona
quando il protagonista delle pagine è il dottor Jordan. Ve ne
parlerò in modo più approfondito nella recensione che pubblicherò
domani.
Challenge
– 02: Un libro su un vero crimine
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