Ciao
a tutti, amici! A Dreaming Land è approdato un romanzo che mi ha
rapita dalla prima all’ultima pagina, un libro ben scritto e con un
forte messaggio. Voglio parlarvi di “Il racconto dell’ancella”,
scritto da Margaret Atwood negli anni Ottanta, eppure ancora oggi
molto attuale. In effetti, trovo che sia più attuale oggi rispetto a
quando è stato scritto. L’autrice è una nota femminista, ed è
sempre attenta alla condizione della donna, per questo ho inserito
questo romanzo nel punto 15 della Reading Challenge: un libro sul
femminismo. Trovo che questo romanzo in particolare spieghi nel modo
giusto, anche se si tratta di una storia inventata, il modo in cui la
donna viene vista un po’ dappertutto.
Autore: Margaret Atwood
Titolo:
Il racconto dell’ancella
Casa
editrice: Ponte alle grazie
Prezzo:
€16,80
Voto:
5/5
Sinossi:
In un
mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono
diventati uno stato totalitario, basato sul controllo del corpo
femminile. Difred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito
nella neonata Repubblica di Galaad: garantire una discendenza
all’élite dominante. Il regime nonoteocratico di questa società
del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette
ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado
di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a
schiacciare i desideri, e da questo dipenderà la possibilità e,
forse, il successo di una ribellione.
La
mia opinione
Proviamo un po’ a pensare ai continui botta e risposta
tra Trump e il dittatore della Corea del Nord, quei due folli
minacciano di schiacciare bottoni con la stessa facilità con la
quale mia madre minaccia di svuotarmi la libreria. Ora proviamo a
immaginare cos’accadrebbe se quelle minacce diventassero realtà.
Una guerra nucleale, radiazioni che colpiscono i sopravvissuti,
sterilità e malattie genetiche che minano non solo la natalità, ma
anche la sopravvivenza del genere umano.
In
questo romanzo, Margaret Atwood ha immaginato un mondo in cui il
nucleare ha portato più danni che benefici e nel quale le radiazioni
hanno reso sterile la maggior parte della popolazione. Gli Stati
Uniti non esistono più, al suo posto si è instaurata una repubblica
oligarchica a base teocratica, Galaad, che si basa quasi in tutto sui
passi biblici. Uno degli esempi più seguiti, forse quello più
seguito in assoluto, riguarda la storia di Giacobbe e Rachele, la
quale non poteva dare un figlio al marito e gli ha quindi offerto la
propria schiava come incubatrice umana. Questo è ciò che accade
alle poche donne ancora fertili a Galaad. Ognuna di esse, chiamate
ancelle, viene assegnata alla casa di un uomo benestante e importante
nella società gaaladiana (i Comandanti) e costrette a subire
rapporti sessuali cerimoniali al fine di concepire. Il tutto, alla
presenza della Moglie, una donna ritenuta non fertile e sposata con
il Comandante. In sostanza, l’ancella deve partorire un bambino che
poi verrà cresciuto dal comandante e da sua moglie. L’ancella non
ha voce in capitolo, non è madre, non è nulla. È solo il mezzo per
arrivare allo scopo.
Mi ha
profondamente colpito questo romanzo proprio per il ruolo della donna
in questa distopica società. Ci sono le Mogli, ci sono le Ancelle,
ci sono le Zie (che preparano le ragazze alla loro esistenza di
ancelle) e ci sono le Marte, donne non più fertili che vengono
“utilizzate” come domestiche. E poi ci sono le Nondonne, non più
fertili o troppo vecchie per svolgere i lavori più umili, che
vengono mandate nelle colonie per smaltire i rifiuti tossici o
direttamente eliminate. E vengono eliminati anche coloro che si
ribellano a questa sorta di società, chi commette altri generi di
reati, i medici e chi non ha ancora abbandonato la sua precedente
confessione religiosa (quindi anche preti, suore…).
In
questa società si perdono quelle libertà che noi oggi diamo per
scontate. La libertà di leggere (perché la lettura è libertà), la
libertà di scrivere, la libertà di opinione e di stampa, la libertà
di scelta e persino quella di amare. Queste donne non sono nulla,
solo soggetti che vengono utilizzati per scopi diversi, senza più
un’identità. Protagonista del romanzo è Difred, un’ancella
assegnata alla casa di un Comandante, al fine di dargli un figlio. E
proprio attraverso il suo racconto, scopriamo la storia di
quest’immaginario universo. Le ancelle perdono persino l’identità,
non hanno più un nome. Ho provato, durante la lettura, a immaginare
come mi sentissi se smettessi all’improvviso di essere Alessia per
diventare Ditizioacaso. Anche il mio nome, che io ritengo un diritto
inalienabile (perché tutti abbiamo diritto a un nome) non c’è
più. Perderei la mia identità, il mio io, il mio essere una
persona.
Eppure
Difred, nonostante abbiano provato a farle il lavaggio del cervello,
non rinuncia alla donna che è stata un tempo. Ricorda la sua vita, i
suoi amici, le persone che ha amato e che ha perduto. Attraverso la
sua voce abbiamo modo di conoscere non solo il presente, ma anche il
passato, siamo lì nell’esatto momento in cui tutto è cambiato. Il
passato e il presente si intrecciano, i ricordi sono amari ma
piacevoli, sono i ricordi di una donna che in silenzio continua a
lottare. Non può parlare, ma sono i suoi ricordi la sua vera e unica
arma. Queste donne, dopo aver perso ogni cosa, è come se si
distaccassero dalla realtà. Difred non lo fa, lei lascia una traccia
di sé nel mondo, e lo fa attraverso quella cosa che Galaad ha
cercato di toglierle per sempre: la voce. È possibile percepire,
attraverso le pagine di questo romanzo, il senso di oppressione
provato da Difred, il suo desiderio di rivincita. Non è una
protagonista totalmente buona, in lei è possibile sentire le
silenziose urla di orrore, il senso di smarrimento, l’odio profondo
che prova per i mostri che l’hanno allontanata dalla sua famiglia.
L'unica cosa che mi ha lasciata un po' perplessa è l'assenza di una versione digitale per e-book reader. Pensavo di poter comprare l'ebook su Amazon, e invece ho trovato solo la versione cartacea che è anche piuttosto cara. I libri della Atwood, purtroppo, qui in Italia sembrano dei piccoli gioielli. Spero che rifaranno le edizioni economiche (come ha fatto qualche anno fa la casa editrice Tea) perché leggere i libri di quest'autrice sta diventando una missione impossibile.
Da
questo romanzo è stata tratta una serie televisiva che ha sbancato
sia agli Emmy che ai Golden Globes. Ho solo guardato il primo
episodio e sono corsa prendere il libro, ma ho intenzione di
recuperarla quanto prima.
Consiglio questo romanzo?
Sarei una folle se non lo
facessi. Credo che sia uno di quei libri che andrebbero letti a
prescindere dal genere che prediligiamo, perché ci dà modo di
pensare a quello che è realmente la società, e ci fa riflettere su
un problema reale e molto attuale. La condizione della donna, sebbene
nel corso dei secoli si sia riusciti a ottenere diversi risultati,
resta comunque in un certo senso irrisolta. Leggere libri come
questo ci dà la possibilità di riflettere e capire, ed è necessario farlo.
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