sabato 14 luglio 2018

#Ioamoiromance e la lotta ai luoghi comuni sul romance


Cari amici, oggi mi sono svegliata con una domanda che mi ronza in testa da un po’ di tempo: ma il romance fa davvero così schifo?
Prima di arraffare i forconi, sappiate che sono volutamente ironica.
Innanzitutto vorrei ringraziare la persona che ha dato vita a questa sorta di pacifica presa di posizione, una ribellione alla quale voglio partecipare a gran voce. È giusto essere stanchi di questi continui attacchi, la pazienza ha un limite. Quindi, chiunque tu sia, grazie per aver avuto l'idea di far girare questi hashtag. 
Non posso ancora pubblicare alcun estratto, ma ho davvero molto da dire e questa volta non resterò in silenzio.

Ho sempre amato poter leggere di tutto senza farmi frenare dal genere di appartenenza di un libro, perché farlo denoterebbe non solo ignoranza, ma anche una grande immaturità. In questi ultimi due giorni, a causa dell’articolo su un settimanale che personalmente non comprerò più neppure sotto tortura, è esplosa una sorta di bomba dalle dimensioni piuttosto esagerate, e allora mi domando: cosa c’è di nuovo?
Non è la prima volta che il romance viene denigrato e, sicuramente, non sarà neppure l’ultima. Sorge però una domanda spontanea: perché?
Perché accanirsi contro un genere letterario? E, soprattutto, perché ostinarsi a insultare chi quel genere lo legge e lo scrive? Romance è un concetto astratto, non si offende se viene insultato. Dietro a questo concetto, però, ci sono persone. E le persone non vanno insultate a prescindere. Oltre a essere buona educazione, è anche una questione di rispetto.

In una società maschilista e patriarcale come quella nella quale viviamo, mi aspetterei simili prese di posizione da parte degli uomini delle caverne. E invece, udite udite, sono proprio le donne ad attaccare le altre donne. E anche qui: cosa c’è di nuovo?
Si parla tanto di femminismo, di diritti, di parità dei sessi… e poi questo articolo –scritto anche male- riporta la firma di ben due donne. L’unico nome maschile lo lascio perdere, perché da un uomo me lo sarei aspettato, sebbene con dispiacere. Allora, mi dico con rammarico, è proprio vero che le prime nemiche delle donne sono le donne stesse!

Vi parlo da lettrice, da blogger, da autrice (sì, ci sono anche io, benvenuta a me!) e da persona. Vi parlo da donna, e vi dico che mi sento profondamente offesa da quell’articolo. E vi parlo anche da nipote di una contadina. Mia nonna è nata e cresciuta in campagna e aveva non solo una grande intelligenza, ma anche due palle grandi quanto Giove e Saturno messi insieme.
Quando leggo “contadinotta” in senso dispregiativo, la mia mente vola inevitabilmente a lei, e non posso fare a meno di pensare a quanto tante donne –anche le due che hanno firmato l’articolo-  sarebbero fortunate a essere almeno un minimo simili a quella bella contadinotta dal cuore grande e dalla tempra d’acciaio.
Contadinotta a chi, care le mie giornaliste?
Contadinotte perché se lavori la terra sei in automatico ignorante?
Immagino quindi che, per leggere romance, bisogna essere ignoranti.
Molto bene, vi ringrazio.
Invece, per scrivere articoli sgrammaticati, insultanti e ignoranti, bisogna essere pozzi di scienza?

Il romance è il genere che riesce a trainare l’intera industria editoriale, quindi immagino dobbiate baciare il culo alle autrici di romance se le care case editrici riescono a pubblicare i libri di alta levatura che vi piacciono tanto. Ora, volete cominciare a baciare i regal deretani delle autrici italiane o quelli delle straniere? Perché straniero fa figo, eh!

Care “giornaliste”, noi contadinotte semi-analfabete riusciamo a spaziare. Non è vero che chi legge romance, legge SOLO romance. Il cervello umano riesce a contenere molte informazioni e sa saltellare da un genere all'altro. Chi sei tu, tizio a caso, per dirmi che se leggo romance non sono intelligente e istruita? Dopo l'ennesimo disastro della McGuire, magari mi viene voglia di rispolverare Tolkien o Tolstoj, posso farlo o devo chiedere il tuo permesso? E poi, dopo aver letto l'ultima meraviglia di Amy Harmon, mi viene voglia di ripescare Dumas padre. O anche McEwan, Hosseini, Orwell, Nabokov, Hardy e Sciascia. E anche se volessi leggere solo romance, cosa ci sarebbe di sbagliato? Dovremmo provare vergogna solo perché leggiamo quello che ci piace? 

E poi c’è un’altra domanda che sorge spontanea: se il romance vi fa tanto schifo, per quale ragione vi siete recate al Rare di Roma? Il vostro era forse un insulto premeditato? Eravate partite già con l’intenzione di denigrare un intero genere, le persone che lavorano dietro i libri romance e tutte le lettrici. E i lettori e gli scrittori, care signore, perché anche gli uomini leggono e scrivono romance. Sono in quantità minore rispetto alle donne, ma ci sono. Sono contadinotti ignoranti anche loro? Perché la terra ha bisogno di tante mani, siamo tutti braccia rubate all’agricoltura!

Vogliamo parlare del sesso? Parliamone!
Il sesso nei romanzi è forse una delle cose che agli intellettualoidi radical chic proprio non va giù, i motivi sono ancora da ricercare… sono dispersi da qualche parte, prima o poi li troveremo. Ora, io non vorrei sembrare antipatica o volgarotta –dopo contadinotta, anche volgarotta?- ma mi sembra di capire che il sesso piaccia a tutti. E se piace a tutti, perché leggere di esso ci rende in automatico delle ignoranti di prima categoria? 
Davvero, non siamo stupide, ci hanno solo disegnate così!
Il sesso fa vendere? È ovvio, mie care. Quello che però sembra non entrare in quelle zucche vuote dotate di eco (oltre all’ego smisurato, ovviamente), è che questo meccanismo non è comune solo all’editoria. Cinema e televisione -no, non parlo del porno- contengono numerose scene erotiche proprio per riuscire ad attirare maggiore attenzione negli spettatori, oltre ad allargare il target di riferimento. 
Vogliamo chiamarlo marketing? Okay. O forse, il sesso presente nei romance potrebbe essere inteso come “naturale epilogo di una storia d’amore”. Quando voi provate attrazione verso un uomo, ci date dentro (avete le ghiandole che secernono gli ormoni?)  o vi mettete a parlare di Schopenhauer? No, giusto per capire, il sesso non fa forse parte della natura umana? Le leggi dell’attrazione sono pane solo per le autrici di romance?

Il vostro problema è il romanzo erotico? Non piace neppure a me, eppure non scrivo articoli pseudo intellettuali per insultare chi lo scrive e chi lo legge. A contribuire alla mia buona educazione è stata anche la contadinotta della quale ho scritto prima.
Il romanzo erotico, almeno quelli scritti bene, non si basano unicamente sul sesso. Semplicemente sono caratterizzati da una presenza piuttosto corposa di scene erotiche. Non sono scritte da potenziali stupratrici e neppure da allupate senza cervello. Conosco poche autrici di erotici, ma posso assicurarvi che nessuna di loro si strofina la real vagina contro i muri per trovare un po’ di sollievo al prurito intimo. Per quello c’è il Vagisil; per i rodimenti di culo, invece, immagino che valga la stessa pomata che zia Peppina usa per le emorroidi.

Tornando al romance, avrei un’altra domanda davvero molto importante: ma non sarà che a darvi fastidio è la presenza dei sentimenti? E ancora un’altra: ma non sarà che, nell’intimità di casuccia vostra ci date dentro con i più sporchi e spinti erotici degni dei peggiori bar di Caracas? E ora l’ultima, giuro: ma non sarete un tantinello frustrate?
Di solito, quando si parla di romance, viene fuori la storia delle lettrici frustrate che hanno bisogno di leggere certi romanzi per sopperire la totale assenza di volatili nelle loro vuote vite. E se fosse vero il contrario? E se fosse chi critica a subire dalla vita la totale assenza di volatili? Se sono una persona serena ed equilibrata, l’amore tra due persone può solo donarmi altra serenità; se invece sono frustrata e incazzata col mondo, leggere di due persone innamorate mi fa aumentare l’incazzatura.
Oppure è solo una questione di spocchia, e lì non c’è nulla da fare. Se nasci spocchioso, non puoi diventare umile solo perché una blogger sconosciuta ha scritto un articolo delirante indirizzato a te.
Sono davvero felice di vedere questa sorta di piccola ribellione in giro per il web, perché autrici e lettrici meritano il rispetto che molti, purtroppo, sembrano aver dimenticato. O, peggio, sembra non abbiano mai avuto. Non possiamo nascere tutti Murakami o Paul Auster e neppure lo vogliamo, ogni autore e ogni lettore ha il diritto di scegliere cosa scrivere e cosa leggere.
E non dimentichiamo neppure che in ogni libro, appartenente a qualsiasi genere, c’è sempre una traccia di romance. Non è prerogativa di noi contadinotte ignoranti, il romance è ovunque. Persino il buon vecchio Martin, che ha fatto della morte e della tortura psicologica il suo marchio di fabbrica, ha inserito nei suoi libri delle sottotrame romance. Stephen King? Idem. Se volete, possiamo parlare anche dell’ultimo vincitore del Nobel. Ishiguro, nonostante i suoi romanzi siano più adatti alle signore appartenenti ai grandi salotti letterari (come le autrici dell’articolo) che a me, umile contadinotta senza arte né parte, nei suoi scritti non manca mai di inserire il romance.
E il motivo non è neppure tanto difficile da capire. Il romance non è stupidità, è sentimento.
Fa parte di noi, perché è così che va il mondo. Non siamo forse alla continua ricerca dell’amore? Le signore dell’articolo non sono mai uscite con degli uomini? Zero appuntamenti? Zero attrazione? Zero sesso? Zero sentimento? Brad Pitt in Tibet aveva più vita sociale.
Cosa c’è di sbagliato nel creare l’amore? Un’autrice di romance fa questo, in fondo. Crea quello che è forse il sentimento più positivo e desiderato. Certo, non voglio negare che ci siano libri che farebbero meglio a restare chiusi nei cassetti, ma è così per ogni genere letterario. Ah, mie care super giornaliste, il romance è davvero un genere letterario. Non me lo sono appena inventato, giuro. È così da centinaia di anni, dai tempi della povera Jane Austen e delle sorelle Bronte. Perché anche loro scrivevano romance, solo che adesso sono super acclamate perché i loro libri fanno parte della cerchia dei cosiddetti “classici”. Che fossero anche loro delle povere contadinotte frustrate?
Poi, vorrei capire un’altra piccola nozione che non mi è ancora chiara: cosa c’è di frustrante nello scrivere e nel leggere romance? Dovrei sentirmi frustrata se gettassi merda su questo genere. In fondo, se fossi una povera frustrata, dovrei provare un grande disprezzo per tutto quel che riguarda l’amore perché io non posso averlo. È così che funziona: se sei frustrata, quella determinata cosa la disprezzi. Se le autrici di romance fossero frustrate dal punto di vista sentimentale/sessuale, si cimenterebbero nella scrittura di splatter, almeno potrebbero sfogare tutta la frustrazione uccidendo un personaggio dopo l’altro nei modi più cruenti.

Ora vorrei parlare per un momento, ma solo uno di numero, di una parte dell’articolo che non ho ancora ben chiara. Qualcuno ha qualcosa contro il romance male to male? Perché se così fosse, è liberissimo di esternare la propria opinione qui sotto sul blog. Voglio davvero capire fin dove riesce a spingersi l’ignoranza e l’omofobia nel 2018. Il romance, che sia tra uomo e donna o tra due uomini o tra due donne o tra grande puffo e Memole, è romance. Amore, sentimento, passione. Ma davvero riuscite a essere tanto aridi nei confronti di cose tanto belle? Vi immagino, invitati a un matrimonio, vestiti di nero e con la veletta davanti alla faccia. A lutto stretto come commare Melina al funerale del povero marito. Perché, quando si legge di persone che riescono a trovare il vero amore dopo un mare di sfighe, è giusto provare tristezza e ribrezzo. Vero, signori? Dobbiamo vergognarci perché auspichiamo la felicità per due personaggi immaginari? Ma quanta aridità avete nel cuore? Anzi, ma un cuore ce l’avete? E il cervello? Reputare “schifo” i romanzi M/M non fa altro che rimarcare un concetto: siete un branco di ignoranti, altro che contadinotti!

Ed ecco che arriviamo alla fine del post con un punto che, sebbene trattato per ultimo, non è di certo il meno importante. L’articolo è pieno zeppo di giudizi davvero schifosi circa la fisicità delle autrici. Il bello è che ho visto le foto delle due giornaliste e… niente, ragazze mie, sto ancora ridendo.
Questa. È. Sparta!
No, non è Sparta, è solo ipocrisia.
Io sono piuttosto pienotta e non mi verrebbe mai in mente di deridere un’altra donna pienotta come me. E neppure una ragazza magra, sia chiaro. A dire il vero, non si dovrebbe permettere neppure una ragazza appena scesa dal palco di Miss Italia. Perché è sbagliato! Perché non è giusto! Perché il body shaming è la causa di tantissime morti e di un’infinità di problemi che sfociano quasi sempre nell’insicurezza e nei disturbi alimentari. Se ti metti a prendere in giro le persone sulla loro fisicità per darti un tono, conti meno di niente. Non sei adatta a lavorare per una testata giornalistica, quel che scrivi non deve uscire dalle mura di casa tua. Come vi permettete? Ma chi diavolo siete? Come vi viene in mente di sparare giudizi tanto schifosi sulle persone? Invece di darvi tanta pena per il romance, andate in libreria a comprare un buon libro di grammatica. I congiuntivi, signore! I congiuntivi! Vi ergete su un piedistallo e giudicate autrici che danno l’anima per creare un libro degno di tale nome, e poi non sapete azzeccare un congiuntivo neppure per sbaglio? Una sola parola: VERGOGNA!

E con questo ci do un taglio, ma vi rinnovo l’invito che gira nella mia testa da ieri: andate a leggere un bel romance, così magari dite addio alla frustrazione e vi fate la bocca dolce.

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