Cari amici, nella terra dei sogni libreschi è approdato
un romanzo che mi ha piacevolmente colpita, e oggi voglio parlarvene.
È la prima volta che mi misuro con un romanzo di Sara
Purpura, e devo dire che come primo approccio è stato vincente.
Avevo aspettative molto alte su “Il desiderio nascosto di te”,
perché tratta un tema che mi sta molto a cuore. E le aspettative non
sono state deluse. Trovo anzi che si tratti di un romanzo che
andrebbe letto anche tra le più giovani, perché il tema è stato
trattato dall’autrice con la dovuta sensibilità e con molta
maturità. Non siamo dinanzi alla giustificazione della violenza di
genere, come purtroppo accade ancora oggi in romanzi dedicati
perlopiù a un target adolescenziale. Qui la violenza viene
condannata, e si dà voce proprio all'unica persona che andrebbe
ascoltata e sostenuta: la vittima. Curiosi di sapere cosa ne penso?
Seguitemi più giù.
Autore: Sara Purpura
Titolo: Il desiderio nascosto di te
Editore: Butterfly Edizioni
Prezzo: €2,99 (digitale); €14,00 (cartaceo)
Pagine: 244
Dove trovarlo: Amazon
Voto:
Sinossi:
Quattro anni di silenzio, lontana
dalla sua famiglia e dalla sua terra.
Umiliata
nel profondo, Sofia fa ritorno nella sua Sicilia, marchiata per
sempre da una vergogna che l'ha resa fragile, spaventata e insicura.
Finalmente decisa a riprendersi la sua vita, è pronta a ricominciare
da dove la sua tranquilla quotidianità si è interrotta. Nella sua
città natale rivede gli amici che un tempo l'hanno abbandonata e
Marco, l'amore segreto della sua adolescenza e il suo rimpianto più
grande. Per Sofia è difficile lasciarsi andare, chiusa nel suo
dolore, è convinta di non avere nulla da offrirgli. Insieme
affronteranno ogni ricordo amaro, spazzando via le paure che la
incatenano al passato. Ma il destino rischierà di allontanarla di
nuovo dall'unico uomo che abbia mai amato e i due dovranno lottare
con tutte le loro forze per poter stare insieme.
La
mia opinione
Il tema della violenza sulle donne ancora oggi, nel
2017, vede i ruoli distorti, invertiti, confusi. Questo tema, che è
a tutti gli effetti una piaga sociale, presenta una visione distorta
della realtà: il carnefice è la vittima e la vittima, invece, viene
considerata tentatrice, abietta, una poco di buono.
Il
“se l'è cercata”, nonostante oggigiorno si senta pronunciare
meno, continua a essere nella mente di molti. Ho deciso di leggere
questo romanzo proprio il 25 Novembre (lo so, sono in ritardo,
perdonatemi) il giorno internazionale contro la violenza sulle donne,
e ho provato da subito una grande rabbia, oltre a un senso di
frustrazione che mi ha lasciata terribilmente indisposta verso il
genere umano. Mi domando ancora oggi come si faccia a sorprendersi
quando notizie di stupri, molestie, maltrattamenti, abusi e
femminicidi passano al telegiornale. Non dobbiamo sorprenderci,
perché succedono davvero. Non sono avvenimenti lontani, vittime
lontane, carnefici lontani. Sono vicino a noi, proprio qui, più
vicino di quanto potremmo pensare.
Per Sofia, la protagonista di questo meraviglioso
romanzo, la minaccia è proprio lì. È in famiglia. L'orco è
giovane, quasi un fratello. Stesso sangue, stessi parenti, stessi
amici. L'orco toglie a Sofia la libertà di scegliere. Quando le
tappa la bocca con la mano, le toglie la voce; quando si insinua tra
le sue gambe, le toglie la gioia, la vita, il respiro. E quando la
minaccia, le toglie il coraggio, la possibilità di trovare in
qualcuno la forza.
Non so se l'autrice abbia voluto, con questo romanzo,
portare avanti una sorta di denuncia, però dentro di me ho sentito
un urlo propagarsi lento e deciso. L'urlo di Sofia, insieme a quello
di tutte le ragazze costrette a tacere per paura, ma anche per le
minacce e la vergogna. Non posso negare di aver trovato molto forte
la descrizione dello stupro. Veritiera, cruda. Quando si descrive
simili scene non bisogna pensare a essere delicate, non bisogna
edulcorare la realtà. Non è una scena di sesso, ma di violenza. E
sono grata all'autrice per aver descritto quella scena per quello che
è realmente: nient'altro che violenza, solo quella. Ha descritto il
modo in cui si è sentita Sofia. La sua paura, il dolore, la mancanza
del respiro, la lotta e, alla fine, la sconfitta. Perché Sofia, dopo
aver lottato per proteggere se stessa, si è arresa dinanzi a una
forza che non sarebbe mai riuscita a vincere. Inutile dire “avresti
potuto difenderti”. Come? Come avrebbe potuto Sofia sfuggire a
Guido? Come avrebbe potuto scappare? Come avrebbe potuto fermarlo?
Una ragazzina contro un ragazzo giovane, forte e in salute? Pensando
al tema trattato, ho subito pensato: ecco, io da un libro voglio
proprio questo. Non è un romanzo fine a se stesso, ma lascia molti
spunti di riflessione. È profondo, introspettivo, ma anche aperto al
futuro.
Sofia, dopo quattro anni di distanza forzata, decide di
tornare nella sua città natale, nel luogo in cui quella violenza
l'ha lacerata. Palermo, una città stupenda nel quale perfino io ci
ho lasciato un pezzetto di cuore. Quindi proviamo a immaginare quanto
il cuore di Sofia abbia sofferto quando ha dovuto lasciare la propria
città. Un altro particolare che ho amato di questo romanzo: Palermo,
la Sicilia. Non leggo spesso romanzi ambientati nella mia regione, e
in questo caso ho avuto la sensazione di poter sentire il profumo
della zagara, il rumore dei clacson (perché la confusione delle
strade siciliane ormai è patrimonio dell'Unesco), di poter vedere
gli anziani che giocano a carte in piazza, il meraviglioso centro
storico di Palermo e la bellissima spiaggia di Mondello. Sono stata a
Palermo solo una volta (e da siciliana dovrei vergognarmene) e solo
per pochi giorni, mi sono girata il centro storico di corsa, eppure
leggendo questo libro... ho rivisto tutto, ho risentito tutto, mi
sembrava di avere Google Maps nel cervello! Quindi altro punto a
favore, è stata una gioia poter tornare a Palermo anche se solo
attraverso le parole. Grande Sara! Ora torno al libro, giuro.
Sofia vuole ricostruire la propria vita, vuole risanare
quella ferita. Anche se sono passati quattro anni, anche se ha avuto
bisogno di tempo, Sofia è pronta a reagire e a combattere per
riprendersi ciò che il mostro le ha tolto con la forza. È una
combattente, anche se senza pistole e fucili. Le guerre più
difficili da combattere sono quelle che abbiamo dentro e lei
combatte, perché non vuole più permettere agli altri di vincere, di
abbatterla. È un personaggio completo e complesso, mi è entrata
dentro già mentre leggevo l'estratto. Mi sono innamorata di questo
romanzo già nelle prime dieci righe e l'ho acquistato di corsa, e
non me ne sono pentita. Io di solito non vado granché d'accordo con
i personaggi femminili, però Sofia è diversa. La sua fragilità,
accompagnata dalla grande volontà d'animo, la rende ai miei occhi
una ragazza che abbraccerei volentieri.
Marco è il suo amore irrisolto, il pezzo mancante del
suo personale puzzle. Eppure Sofia si sente tradita anche da lui,
perché è stata lasciata sola da tutti. Dalla famiglia, dagli amici.
Aggredita dalle malelingue e dalle bugie seminate dal mostro. Però
non riesce a combattere quel sentimento, anche se ha trascorso gli
ultimi quattro anni a definirsi gelida dinanzi ai sentimenti e
all'amore. Marco è però quell'amore che lei non è mai riuscita a
dimenticare. L'ha sepolto sotto il dolore, sotto la solitudine e la
paura, ma non l'ha mai cancellato. Ecco, proprio lui entra a pieno
diritto tra i miei protagonisti maschili preferiti di questo 2017 che
sta volgendo al termine. Non ho colto alcuna traccia di malizia in
lui, non è troppo pieno di sé e, cosa abbastanza strana di questi
tempi, non è il classico bad boy del quale tutte si innamorano e che
nessuna riesce a conquistare. È un bravo ragazzo, il classico
ragazzo della porta accanto, quello con cui ti senti a tuo agio, con
il quale non hai paura di parlare. Lo vedo molto alla mano, semplice,
anche se è molto bello. Perché ecco, un ragazzo può essere bello
anche senza essere uno stronzo di prima categoria. Di bravi ragazzi
belli ce ne sono molti nella vita reale, e Marco è uno di questi. Ho
trovato il sentimento che lega questi due ragazzi molto dolce,
sembrava di leggere di due giovani alla loro prima cotta; due giovani
che sperimentano, passo dopo passo, incertezza dopo incertezza, il
famoso primo amore. Quello che non si scorda mai e che continua,
anche dopo anni, a provocarti una dolce stretta allo stomaco. Ecco,
Marco e Sofia il primo amore non l’hanno mai dimenticato. Hanno
cercato di nasconderlo, di raffreddarlo, ma non sono mai riusciti ad
allontanarlo davvero. Anche se le loro vite sono andate avanti, anche
se hanno incontrato nuove persone, anche se hanno fatto esperienze
diverse, anche se hanno affrontato ognuno i propri demoni.
Trovo che l'autrice abbia raccontato questa storia in un
modo molto delicato non solo per la storia in sé, ma anche per il
modo in cui è stata scritta. Lo stile è scorrevole, ma non
frettoloso. E non è possibile che ogni volta che scopro un'autrice,
questa sia brava e con all'attivo decine di libri. Il tempo di
recuperare tutto dove lo trovo? Un ultimo appunto: la copertina è davvero bella, trovo esprima appieno la solitudine e la fragilità della protagonista.
Consiglio questo libro?
Sì. Lo dico, lo ripeto, lo scrivo e lo ribadisco: è un
libro che dovrebbe essere letto da tutti, uomini e donne, giovani e
meno giovani. Non è la classica storia d'amore bellina che poi
finisce e passiamo ad altro. Tra le pagine di questo romanzo vive un
messaggio da prendere a piene mani, comprendere e mettere in atto: le
vittime di violenza di genere non vanno abbandonate. E quelle stesse
donne che subiscono, hanno tutto il diritto di denunciare, combattere
e riprendersi la propria vita, perché nessuno può arrogarsi il
diritto di fare ciò che vuole. E nessuna di loro deve vivere sotto
il costante giudizio altrui. Volete giudicare qualcuno? Il colpevole,
si giudica il colpevole! E poi sì, la storia d'amore è davvero
molto bella e Marco è un cupcake dolcissimo e bellissimo. Quindi
leggetelo, okay?
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