giovedì 25 ottobre 2018

Review: "Un marine per sempre" di Silvia Carbone e Michela Marrucci

Cari amici,
oggi voglio parlarvi di un romanzo uscito da pochissimi giorni. Si tratta di “Un marine per sempre” di Silvia Carbone e Michela Marrucci, il primo volume della serie Destini intrecciati, edito da Quixote edizioni che ringraziamo per la copia arc del libro.
Avevo l'hype a mille per questo libro, giuro. 
Sono affascinata dai militari, dall'azione, dai Marines e dall'Esercito. Leggere un libro ambientato in una base con un marine come protagonista, era il sogno degli ultimi due mesi! Non vedevo l'ora di cominciare  la lettura e ora ve ne parlo! 

Autore: Silvia Carbone e Michela Marrucci
Titolo: Un marine per sempre
Serie: Destini intrecciati #1
Editore: Quixote edizioni
Pagine: 215
Prezzo: 2,99 €
Voto: 

Due lutti a distanza di pochi giorni distruggono la vita di Josephine, giovane e attraente ufficiale dei Marines: la prematura perdita del padre, Colonnello dell'Aeronautica americana, e la morte di Travis, l'amore della sua vita, durante una missione in Afghanistan, la spingono a congedarsi prima del tempo e abbandonare la vita militare. Trascorso un anno da quei giorni bui, però, Joe riagguanta le redini della propria vita. Riprende gli studi, ma il destino le gioca un brutto scherzo: per conseguire il master è costretta a fare ricerche informatiche all'interno della base militare Miramar di San Diego. Qui conoscerà il capitano Callhan Meyer, e tutta la serenità che Joe credeva di aver ritrovato scoppierà come una bolla di sapone. Tenere lontano Cal e la strana e incontrollabile attrazione che li lega si dimostrerà più arduo del previsto. Chi ha tanto sofferto ha paura di tornare ad amare, ma non si può resistere per sempre al richiamo dei sentimenti, né ai desideri del proprio corpo.
Adesso mi prenderò un momento per mettere i pensieri in fila. Avrei molto da dire su questo romanzo, ma temo che finirei con l’annoiarvi. Quindi andrò per gradi, un passo dopo l’altro.
Sono da sempre appassionata della vita militare, sia quella italiana che quella americana. Quando ho letto la trama del libro, quindi, non ho saputo resistere e mi sono fiondata. Volevo leggere un bel military romance, uno di quei libri che riesce a prenderti e a trasportarti all’interno delle basi americane, nella vita militare di uomini e donne che con orgoglio servono il loro Paese. E poi, ancora meglio, si parlava di un Top Gun! 
Insomma, chi non ha mai fatto un pensierino su Maverick?
Avevo i Berlin appostati dietro il kindle, pronti a cantare “Take my breath away” e a farmi rivivere le scene del film. Già immaginavo voli fantastici sugli aerei, sessioni di addestramento… la vera vita di una base dei marines.
Purtroppo mi sono dovuta ricredere, perché la storia si concentra soprattutto sui due protagonisti e sulle uscite serali, sul sesso e molto poco sulla vita di un pilota dei marines.
Cal e Joe sono due persone molto passionali, riescono a fare sesso in qualsiasi momento e circostanza. Sono insaziabili. E potrebbe essere una cosa bella, alle lettrici potrebbe piacere moltissimo. Io però non prediligo molto gli erotici, per questo ho vissuto la lettura di questo libro un po’ male. Avrei preferito che ci si fosse concentrati di più sul contesto nel quale la storia si svolge, perché in fondo è grazie al lavoro di marines che Joe e Cal si conoscono. Se Cal non fosse stato un marine, Joe non l’avrebbe mai conosciuto. Invece, in questo libro, mi rendo conto che la vita militare non ha alcuna importanza. Se Cal di mestiere facesse l'idraulico o il barista, non cambierebbe nulla.

Una cosa che mi ha dato molto da pensare si è presentata poco prima della metà del libro, la parte che ha dato inizio a una leggera suspense. Joe subisce un’aggressione in casa sua e viene salvata da Cal. Lì mi era già partito l’ormone, se n’era andato via con l’unico neurone che mi era rimasto. Perché se mi metti un marine e la suspense nello stesso romanzo… io di te mi innamoro in modo piuttosto folle, caro autore. Mi sarei aspettata una Joe sotto shock, impaurita e nel pallone. E invece… niente, ragazzi, questi due vanno a casa di lui e ci danno dentro tutta la notte. Questa ragazza è stata aggredita in casa propria da un tizio misterioso che ha minacciato di stuprarla e che è ancora a piede libero… e lei pensa al sesso!
È umanamente possibile?
E come se non bastasse, il giorno dopo succede un’altra cosa che mi ha lasciata leggermente scioccobasita (perdonatemi, in questo periodo è la mia parola preferita e la inserisco ovunque). Cal e Joe tornano a casa di lei perché la polizia deve fare gli ultimi rilievi e, non appena restano soli, lo fanno di nuovo. Su una scena del crimine. Ora, io capisco che il sesso attizza parecchio e che vende, ma non è un tantino esagerato inserirlo in due momenti tanto delicati? Lo ammetto, su questo sono un po’ una voce fuori dal coro. Mi piace molto poco leggere scene erotiche, questo è un mio limite e non posso farci nulla, ma perché inserirle in momenti nei quali il sesso dovrebbe essere l’ultimo dei pensieri?
Mi sarei aspettata di leggere un Cal protettivo e pronto a indagare, a proteggere Joe e ad aiutarla a scoprire la verità. Invece mi sono ritrovata questi due che ci danno dentro come se non fosse successo niente. Perché Joe aveva bisogno di smettere di pensare e voleva che lui la scopasse. (nb. non sono diventata volgare all’improvviso, questa cosa è spiegata nel libro). Posso capire che una persona sotto shock non voglia pensare al trauma appena subito, ma l’esagerazione?
Joe entra in camera sua per la prima volta dopo l’aggressione e non fa una piega. Nessun attacco isterico, nessun desiderio di sistemare la camera per cancellare l’intrusione. Niente di niente. 
Leggiamo insieme un piccolo estratto:
«Non ho voglia di sistemare questo casino. Rischio di rovinarmi la serata.» Gli sorrise. «Portami a cena, soldato. Voglio tornare a casa tua il prima possibile.» Gli fece l’occhiolino e lo oltrepassò, raggiungendo il corridoio.
 E a non piacermi sono stati anche diversi vocaboli. Chiarisco subito una cosa: non sono una ragazza perfettina, pura e casta. I miei discorsi vedono intrecciati una parola normale a tre parolacce diverse, quindi non mi annichilisco dinanzi a parole reputate volgari. Ma i libri sono un’altra cosa.
Trovo piacevole leggere libri nei quali i personaggi sono sboccati, perché sono più realistici. A questo mondo, chi non si lascia sfuggire qualche parolaccia? E poi è anche vero che la parolaccia è necessaria per rafforzare il concetto. Questo però nei dialoghi, perché devono essere i personaggi a essere sboccati. Non mi piace quando è anche il narratore a essere sboccato.
Un piccolo esempio: 
“Da quella distanza e da quell’angolazione poteva vedere la sua fica lucida e si eccitò ancora di più.”
Oppure: 
“Lasciò andare il suo cazzo e la prese per la vita.”
Se il libro è scritto alla prima persona, mi pare anche normale che i pensieri dei personaggi rispecchino il loro modo di parlare. Ma se il libro è scritto alla terza persona, mi lascia perplessa leggere simili cose. Certo, a meno che non si tratti di imprecazioni come  “Cazzo, non riusciva a pensare ad altro.” che troviamo nel libro.
Ed è ovvio che si tratti unicamente di gusto personale e non di errori oggettivi. 

 Mi sarebbe inoltre piaciuto vedere una Joe diversa quando si parla di Travis. Il modo in cui parla di Travis quando si scopre una cosa abbastanza inaspettata, non mi è piaciuta per niente. “Non è niente, lascialo perdere”. Ma mi prendi in giro? Stai parlando dell’uomo che amavi, che dovevi sposare, l’amore della tua vita, l’uomo la cui morte ti ha trascinata in una disperazione tanto profonda da averti fatto lasciare il lavoro nei Marines! E niente, a quanto pare quel poveretto doveva essere liquidato così. 

Consiglio questo libro?
Nì. Il mio responso è un profondo e categorico nì. Dipende sempre da cosa volete leggere. Se cercate un libro ad alto tasso erotico che non badi molto ai dettagli, ve lo consiglio. Se invece volete un libro che rispecchi la trama e che parli della vita militare come un military romance dovrebbe fare, allora no. Mi dispiace, non mi fa piacere essere dura e di solito non lo sono, ma stavolta sono rimasta piuttosto delusa. Ho iniziato questo romanzo credendo di trovare una cosa e invece ho trovato tutt'altro. Purtroppo (o per fortuna), quando recensisco un romanzo so di dover essere sincera. Lo devo a voi che mi leggete, perché le mie opinioni contribuiscono a farvi decidere se spendere o meno i vostri soldi per un libro, e lo devo a me stessa. La prossima volta, me lo sento, recensirò un libro che mi è piaciuto!

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