Cari
amici,
oggi
voglio parlarvi di un romanzo uscito da pochissimi giorni. Si tratta di “Un
marine per sempre” di Silvia Carbone e Michela Marrucci, il primo volume della
serie Destini intrecciati, edito da Quixote edizioni che ringraziamo per la
copia arc del libro.
Avevo l'hype a mille per questo libro, giuro.
Sono affascinata dai militari, dall'azione, dai Marines e dall'Esercito. Leggere un libro ambientato in una base con un marine come protagonista, era il sogno degli ultimi due mesi! Non vedevo l'ora di cominciare la lettura e ora ve ne parlo!
Autore:
Silvia Carbone e Michela Marrucci
Titolo:
Un marine per sempre
Serie:
Destini intrecciati #1
Editore:
Quixote edizioni
Pagine:
215
Prezzo:
2,99 €
Voto:
Due
lutti a distanza di pochi giorni distruggono la vita di Josephine, giovane e
attraente ufficiale dei Marines: la prematura perdita del padre, Colonnello
dell'Aeronautica americana, e la morte di Travis, l'amore della sua vita,
durante una missione in Afghanistan, la spingono a congedarsi prima del tempo e
abbandonare la vita militare. Trascorso un anno da quei giorni bui, però, Joe
riagguanta le redini della propria vita. Riprende gli studi, ma il destino le
gioca un brutto scherzo: per conseguire il master è costretta a fare ricerche
informatiche all'interno della base militare Miramar di San Diego. Qui
conoscerà il capitano Callhan Meyer, e tutta la serenità che Joe credeva di
aver ritrovato scoppierà come una bolla di sapone. Tenere lontano Cal e la
strana e incontrollabile attrazione che li lega si dimostrerà più arduo del
previsto. Chi ha tanto sofferto ha paura di tornare ad amare, ma non si può
resistere per sempre al richiamo dei sentimenti, né ai desideri del proprio
corpo.
Adesso
mi prenderò un momento per mettere i pensieri in fila. Avrei molto da dire su
questo romanzo, ma temo che finirei con l’annoiarvi. Quindi andrò per gradi, un
passo dopo l’altro.
Sono
da sempre appassionata della vita militare, sia quella italiana che quella
americana. Quando ho letto la trama del libro, quindi, non ho saputo resistere
e mi sono fiondata. Volevo leggere un bel military romance, uno di quei libri
che riesce a prenderti e a trasportarti all’interno delle basi americane, nella
vita militare di uomini e donne che con orgoglio servono il loro Paese. E poi,
ancora meglio, si parlava di un Top Gun!
Insomma,
chi non ha mai fatto un pensierino su Maverick?
Avevo
i Berlin appostati dietro il kindle, pronti a cantare “Take my breath away” e a
farmi rivivere le scene del film. Già immaginavo voli fantastici sugli aerei,
sessioni di addestramento… la vera vita di una base dei marines.
Purtroppo
mi sono dovuta ricredere, perché la storia si concentra soprattutto sui due
protagonisti e sulle uscite serali, sul sesso e molto poco sulla vita di un
pilota dei marines.
Cal
e Joe sono due persone molto passionali, riescono a fare sesso in qualsiasi
momento e circostanza. Sono insaziabili. E potrebbe essere una cosa bella, alle
lettrici potrebbe piacere moltissimo. Io però non prediligo molto gli erotici,
per questo ho vissuto la lettura di questo libro un po’ male. Avrei preferito
che ci si fosse concentrati di più sul contesto nel quale la storia si svolge,
perché in fondo è grazie al lavoro di marines che Joe e Cal si conoscono. Se
Cal non fosse stato un marine, Joe non l’avrebbe mai conosciuto. Invece, in
questo libro, mi rendo conto che la vita militare non ha alcuna importanza. Se Cal
di mestiere facesse l'idraulico o il barista, non cambierebbe nulla.
Una
cosa che mi ha dato molto da pensare si è presentata poco prima della metà del
libro, la parte che ha dato inizio a una leggera suspense. Joe subisce un’aggressione
in casa sua e viene salvata da Cal. Lì mi era già partito l’ormone, se n’era
andato via con l’unico neurone che mi era rimasto. Perché se mi metti un marine
e la suspense nello stesso romanzo… io di te mi innamoro in modo piuttosto
folle, caro autore. Mi sarei aspettata una Joe sotto shock, impaurita e nel
pallone. E invece… niente, ragazzi, questi due vanno a casa di lui e ci danno
dentro tutta la notte. Questa ragazza è stata aggredita in casa propria da un
tizio misterioso che ha minacciato di stuprarla e che è ancora a piede libero…
e lei pensa al sesso!
È
umanamente possibile?
E come se non bastasse, il giorno dopo succede un’altra
cosa che mi ha lasciata leggermente scioccobasita (perdonatemi, in questo periodo è la mia parola preferita e la inserisco ovunque). Cal e Joe tornano a casa di
lei perché la polizia deve fare gli ultimi rilievi e, non appena restano soli,
lo fanno di nuovo. Su una scena del crimine. Ora, io capisco che il sesso
attizza parecchio e che vende, ma non è un tantino esagerato inserirlo in due
momenti tanto delicati? Lo ammetto, su questo sono un po’ una voce fuori dal
coro. Mi piace molto poco leggere scene erotiche, questo è un mio limite e non
posso farci nulla, ma perché inserirle in momenti nei quali il sesso dovrebbe
essere l’ultimo dei pensieri?
Mi sarei aspettata di leggere un Cal protettivo e
pronto a indagare, a proteggere Joe e ad aiutarla a scoprire la verità. Invece
mi sono ritrovata questi due che ci danno dentro come se non fosse successo
niente. Perché Joe aveva bisogno di smettere di pensare e voleva che lui la
scopasse. (nb. non sono diventata volgare all’improvviso, questa cosa è
spiegata nel libro). Posso capire che una persona sotto shock non voglia
pensare al trauma appena subito, ma l’esagerazione?
Joe entra in camera sua per la prima volta dopo l’aggressione
e non fa una piega. Nessun attacco isterico, nessun desiderio di sistemare la
camera per cancellare l’intrusione. Niente di niente.
Leggiamo insieme un piccolo
estratto:
«Non ho voglia di sistemare questo casino. Rischio di rovinarmi la serata.» Gli sorrise. «Portami a cena, soldato. Voglio tornare a casa tua il prima possibile.» Gli fece l’occhiolino e lo oltrepassò, raggiungendo il corridoio.
E a non piacermi sono stati anche diversi vocaboli.
Chiarisco subito una cosa: non sono una ragazza perfettina, pura e casta. I
miei discorsi vedono intrecciati una parola normale a tre parolacce diverse,
quindi non mi annichilisco dinanzi a parole reputate volgari. Ma i libri sono
un’altra cosa.
Trovo piacevole leggere libri nei quali i personaggi
sono sboccati, perché sono più realistici. A questo mondo, chi non si lascia
sfuggire qualche parolaccia? E poi è anche vero che la parolaccia è necessaria
per rafforzare il concetto. Questo però nei dialoghi, perché devono essere i
personaggi a essere sboccati. Non mi piace quando è anche il narratore a essere
sboccato.
Un piccolo esempio:
“Da quella distanza e da quell’angolazione poteva vedere la sua fica lucida e si eccitò ancora di più.”
Oppure:
“Lasciò andare il suo cazzo e la prese per la vita.”
Se il libro è scritto alla prima persona, mi pare
anche normale che i pensieri dei personaggi rispecchino il loro modo di
parlare. Ma se il libro è scritto alla terza persona, mi lascia perplessa
leggere simili cose. Certo, a meno che non si tratti di imprecazioni come “Cazzo, non riusciva a pensare ad altro.” che
troviamo nel libro.
Ed è ovvio che si tratti unicamente di gusto personale e non di errori oggettivi.
Ed è ovvio che si tratti unicamente di gusto personale e non di errori oggettivi.
Consiglio questo libro?
Nì. Il mio responso è un profondo e categorico nì.
Dipende sempre da cosa volete leggere. Se cercate un libro ad alto tasso
erotico che non badi molto ai dettagli, ve lo consiglio. Se invece volete un
libro che rispecchi la trama e che parli della vita militare come un military
romance dovrebbe fare, allora no. Mi dispiace, non mi fa piacere essere dura e
di solito non lo sono, ma stavolta sono rimasta piuttosto delusa. Ho iniziato
questo romanzo credendo di trovare una cosa e invece ho trovato tutt'altro. Purtroppo (o per fortuna), quando recensisco un romanzo so di dover essere sincera. Lo devo a voi che mi leggete, perché le mie opinioni contribuiscono a farvi decidere se spendere o meno i vostri soldi per un libro, e lo devo a me stessa. La prossima volta, me lo sento, recensirò un libro che mi è piaciuto!
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