Amici
di Dreaming land, finalmente ce l’abbiamo fatta!
Dopo l'uscita del nostro libro Sfida letale che ci ha tenute parecchio occupate, torniamo
a regime quasi pieno sul blog, a parlarvi dei romanzi che abbiamo letto e che
abbiamo amato (o anche no).
Oggi
voglio parlarvi di un libro che ho iniziato (per la settima volta in pochi
mesi) con le aspettative a mille, un regalo di compleanno che a prima vista ho
apprezzato per la copertina davvero meravigliosa. Semplice come fare le scelte
sbagliate è il romanzo che segna l’esordio di Stefania Da Forno con la Delrai
Edizioni, un romance che promette introspezione e scintille.
Scopriamo
insieme cosa ne penso.
Autore:
Stefania Da Forno
Titolo:
Semplice come fare le scelte sbagliate
Editore:
Delrai Edizioni
Genere:
Romance contemporaneo
Pagine:
359
Prezzo:
16,50 €
Voto:
Mackenzie
è un avvocato di successo alla ricerca del vero amore. Ormai però sembra aver
perso le speranze. Il principe azzurro non esiste e la vita è difficile,
soprattutto perché i rapporti uomo-donna non sono mai facili come sembrano. Gli
uomini sono bugiardi, spesso interessati soltanto a storie passeggere e poco
inclini all'impegno, disattenti anche quando affrontano un discorso dei più
semplici. Perciò Mac si odia quando prova un'improvvisa attrazione per l'ultimo
uomo verso credeva di poterla provare, Reeve, conosciuto all'addio al nubilato della
sua migliore amica. Lui è un muratore, padre single, tatuaggi sul corpo
statuario e sciupafemmine incallito. Non c'è niente che sembra accomunarli,
tranne la passione passeggera, travolgente e unica come nessun'altra sensazione
mai sperimentata. Ma Reeve non è diverso dagli altri, pensa prima a se stesso,
prima alla sua vita carica di responsabilità, e poi a lei. Un romanzo in cui la
vita si svela per quello che è realmente: una serie infinita di scelte che ci
rendono quello che siamo. Sembra semplice decidere, ma siamo sicuri che non
sarà la scelta sbagliata?
Ho
iniziato questo libro almeno sei volte e non sono mai riuscita ad andare oltre
la decima pagina. Forse erano momenti sbagliati, forse ero io a non essere nel
mood giusto. L’ho ripreso pochi giorni fa, in occasione dell’uscita, e ho
deciso che gli avrei dato l’ultima possibilità. Non potevo più esimermi, dato
che mi è stato regalato dalla mia migliore amica mesi fa proprio in vista di
una recensione qui sul blog. E allora okay, mi sono detta, cominciamo!
La
storia di Mackenzie e Reeve non è immediata, come invece accade in molti altri
romance. I due protagonisti si vedono per la prima volta dopo circa una
sessantina di pagine dall’inizio. Prima abbiamo una sorta di introduzione a
quella che sarà la loro storia. E tu stai lì come una scema a dirti “sì, tutto
molto carino, ma questi due quando si incontrano?”. Sarà che ho la pazienza di
una tigre affamata, ma nei libri preferisco l’immediatezza. Detesto quando i
protagonisti finiscono a letto insieme dopo due pagine o quando si innamorano
alla prima riga, ma non mi piace neppure dover aspettare sessanta pagine per un
semplice “ciao”. Gli estremismi, da una parte e dall’altra, mi risultano un po’
indigesti. Lei sogna il vero amore, il matrimonio, un uomo al quale donare
tutta se stessa; lui è convinto di aver già trovato il vero amore, ma l’ha
perso e non sa come recuperarlo. Mac e Reeve sono molto diversi ma, per certi
versi, anche parecchio simili. Mentre lui sfoga la frustrazione nel sesso
occasionale, lei si dà allo shopping compulsivo. Ama le scarpe, quale donna non
le ama?
E nonostante
tutto, continua a desiderare l’uomo perfetto. Avvocato di successo che non ama
particolarmente il suo lavoro, Mac ha sempre desiderato aprire una libreria e trovare
un uomo che la rispetti e non la lasci, come invece ha fatto il padre quando
era solo una bambina. È un osso duro, quando si tratta di uomini, si lascia
avvicinare con difficoltà e non è avvezza alle avventure senza significato.
Reeve, invece, alle avventure di una notte ci è ormai abbonato.
Ancora
innamorato della ex compagna, non ha perso le speranza. Fa di tutto per essere
un buon padre e per riconquistare Ally, la donna che lo ha lasciato all’improvviso
senza un reale motivo.
Cosa
spinge queste due persone tanto diverse ad avvicinarsi? Tra i due si respira da
subito una certa attrazione, nonostante entrambi siano consapevoli di essere
sbagliati l’uno per l’altra. Questa è una delle cose che più mi è piaciuta del
romanzo: il fatto che, nonostante tutto, Mac e Reeve riescono a trovarsi. È bello
vedere due persone tanto incasinate riuscire a trovare una sorta di pace quando
sono insieme. Si punzecchiano, si attraggono, si avvicinano e si allontanano di
continuo. Questo tira e molla potrebbe risultare vincente, ma ci sono delle
cose che non ho apprezzato.
Se
la trama è molto carina e ti fa sognare, è anche vero che il libro non è
riuscito a prendermi come avrebbe dovuto e come avevo sperato. Ci sono delle
cose che proprio non mi hanno convinta e che ho trovato anche poco piacevoli da
leggere. Primo su tutti, il modo in cui spesso vengono definite le donne che
circondano Mackenzie. Ora, so che è sbagliato, ma potrei capire se fossero gli
uomini a definire le donne “oche” o “zoccole”. Una cosa che non mi piace per
nulla, ma che so un uomo potrebbe dire. Ma che a pensare queste cose sia una
donna? Più e più volte, nei suoi pensieri, Mac definisce altre donne oche,
vacche e zoccole. Soprattutto nella parte del libro incentrata sull’addio al nubilato
di Rebecca. Ragazze che non le hanno fatto niente e che vengono apostrofate in
questi modi poco eleganti… il perché non si sa, ma okay.
Poi
ci sono anche delle cose che non ho compreso: per quale ragione, quando si
parla dei genitori, i protagonisti li chiamano per nome? Non parlo dei
dialoghi, ma dei loro pensieri.
“Bruce mi avrebbe preso a calci nel culo, poco ma sicuro.”
A
fare questo pensiero è Reeve, e Bruce era suo padre. E questi pensieri li fa di
continuo, soprattutto rivolti alla madre.
Passiamo
ora alla lunghezza del testo.
Amo
i libri corposi, li prediligo, ma solo se portano a qualcosa. Questo libro
avrebbe potuto essere lungo la metà e non me ne sarei accorta. Anzi, lo avrei
di sicuro apprezzato di più. Ci sono interi capitoli che non portano da nessuna
parte, che ho trovato inutili e ripetitivi. È stata una vera sofferenza
continuare la lettura e avrei preferito avere molto meno roba da leggere. Avrei
voluto trovarmi per le mani un libro più breve, ma più incisivo. Perché adesso,
per com’è strutturato ora il libro, perde di incisività. Risulta monotono e a
tratti anche noioso. Sarà che preferisco i romanzi più immediati, dove non
bisogna aspettare sessanta pagine per vedere i protagonisti nella stessa stanza
per la prima volta, ma avrei gradito saltare le prime cinquanta pagine di
pensieri che dicono sempre la stessa cosa. E i pensieri ripetitivi continuano
anche nel corso del libro, un’altra cosa della quale avrei fatto volentieri a
meno. Si sarà ripetuto almeno cento volte che Mac vuole l’uomo perfetto, che
desidera il matrimonio e che non vuole avventure da una notte. Per quanto
riguarda Reeve, è stato ripetuto almeno cento volte che vuole tornare con la
madre di suo figlio, che vuole dare una vera famiglia a Preston (il figlio,
appunto) e che Ally (la sua ex) è molto cambiata. Tutte queste cose le avevamo
capite già alla seconda volta.
Consiglio
questo libro?
Sarò
sincera: non lo so. Credo dipenda da ciò che voi cercate in un libro. Se volete
un libro lungo e immediato, allora no. Se volete un libro lungo e pieno di
pensieri che si ripetono all'infinito, allora è il romanzo che fa per voi.
Mi
dispiace dover dare un voto negativo, anche perché sono innamorata della
copertina e della grafica interna del libro, ma non posso fingere che la storia
nel suo complesso mi sia piaciuta. Ha dei pro, che ho trovato molto interessanti, e dei contro che si sarebbero potuti evitare.
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