Amici
gufi, io non ho parole!
Ecco,
iniziare la presentazione di un libro così non è un modo molto normale, ma io
davvero sono senza parole. Perché? Tutta colpa di Michela Monti e del suo
M.T.V.M., secondo romanzo della serie 83500 (potete trovare la recensione del
primo QUI). Non so quando riuscirete a leggere questa recensione, ma devo
parlarvene per forza. Perché questo
romanzo, edito da Triskell (grazie per aver pubblicato la Monti, che è sempre
cosa buona e giusta), è tutto quello che serve per capire, per porsi domande su
domande e per riflettere in silenzio.
Autore:
Michela Monti
Titolo:
M.T.V.M.
Serie:
83500 #2
Editore:
Triskell Edizioni
Pagine:
298
Prezzo:
3,74€ ebook, 11€ cartaceo
Shop:
Amazon
Melice
Redding ha capito. Dopo dieci anni trascorsi in carcere per difendere Richard
Bell, ha capito che non vale la pena di morire per lui, e ha scelto di
combattere. I passi da compiere sono chiari: trovare Richard, preparare la
propria difesa al meglio, e aspettare fino alla data del processo. Il destino
della detenuta sembra roseo, eppure l'attesa si rivela più complicata del
previsto. Ci sono troppi spettri del passato a intralciare il riscatto di Mel,
troppa rabbia da frenare e neppure un Guardiano d’Anime a proteggerla da quella
follia. Perché i desideri sono più forti delle buone intenzioni, e nessuno
scorpione muta la propria natura.
Questa
recensione ha subito più mutazioni del braccio di Gabriel, ma proprio non
riuscivo a pubblicarla. Allora, partiamo da quello che credo sia un primato su
questo blog: è il primo libro letto, amato e riempito di lacrime, del quale non
ho ancora capito il titolo. E l’ho letto da un mese, eh! Ancora ci penso, ma
nulla.
Sarà
mica “mortacci tua vietato ai minori”? Perché io e gli acronimi proprio non
andiamo d’accordo e prima o poi dovrò chiedere spiegazioni all’autrice.
Autrice
che, almeno questa volta, non si è beccata le mie lagne in chat. Questo libro
me lo sono letta buona buona e in silenzio, perché il momento era delicato e
catartico. Il primo romanzo è stato uno shock, perché non mi aspettavo che
fosse in quel modo. L’ho comprato a scatola chiusa, subissata di urla perché la
Monti dovevo leggerla per forza, e non avevo neppure letto la trama. Sono un
genio incompreso, lo so. Quindi mi sono ritrovata, senza neppure saperlo, in un
mondo e in un contesto che mi hanno lasciata senza fiato. E la mia avventura
con Melice e Gabriel era finita un po’ in aria, con uno di quei dannati
cliffhanger che ti fanno maledire l’autrice, però la vorresti pure abbracciare
perché ha fatto una cosa bellissima: scrivere una storia grandiosa.
Col
secondo libro, invece, ero già mentalmente preparata. Sapevo cosa sarei andata
a leggere e magari avrei tirato un sospiro di sollievo, perché tutte le mie
domande avrebbero finalmente ottenuto risposta.
Mi
sbagliavo.
Ho
finito questo secondo romanzo con il triplo delle domande che avevo alla fine
del primo. E non si fa così, ma che comportamento è? Autrice, meriti tante
lagne in chat! So che questa recensione è un cumulo di roba senza senso, ma io
devo sfogarmi e dove potrei farlo se non sul mio blog?
Sopportatemi e soffrite
insieme a me!
In
questo secondo capitolo, la storia di Melice si fa ancora più dura e cruda, a
tratti soffocante. Durante la lettura ho provato una moltitudine di emozioni
contrastanti, cozzavano tra loro e mi domandavo: ma sono matta di mio o è la
storia che mi sta facendo andare fuori di testa?
Entri
nella mente di Melice, ti sembra di sentire sulla tua pelle tutto il dolore e
la sofferenza che sta provando questa ragazza. E la speranza, tanta. Perché se
nel primo romanzo provi un’ansia continua, in M.T.V.M. l’ansia è in compagnia
della speranza. Sembra che ormai tutti giochino a carte scoperte, la verità
ormai ce l’abbiamo e allora cos’altro potrebbe sorprenderci?
Tutto,
ragazzi. Tutto potrebbe sorprenderci. E lo fa.
Quando
sei convinto di avere la verità in tasca, ecco che arriva la sorpresa. Il colpo
di scena è sempre dietro l’angolo, ti viene l’agitazione e le palpitazioni
fanno ormai parte di te.
E
soffri. Ho buttato tante di quelle lacrime per questo romanzo, che non ve lo
dico proprio. Perché ti affezioni ai personaggi, no? E allora la lacrima scende
spontanea, insieme a qualche maledizione. Non voglio fare spoiler, ma c’è una
cosa in questo libro che mi ha fatto penare in un modo che non vi so neppure
spiegare. Credo sia stato il momento più triste e tragico dell’intero romanzo.
E io ancora soffro, è giusto che ve lo dica. Sto ancora a rimuginare, a
domandarmi perché sia andata in quel modo, perché non sia andata in modo
diverso.
PERCHÉ?
No,
ragazzi, questa cosa l’ho presa malissimo.
È
come quando segui un telefilm, hai a cuore un personaggio in particolare e
boom, finita. Non c’è più. E allora vuoi abbandonare tutto, però come fai a non
guardare più Buffy? Anche Angel se ne va, tu devi guardarlo. Anche se soffri. E
allora ho continuato a leggere, anche se stavo da cani, perché dovevo sapere
cosa ne sarebbe stato di Melice. Ne avevo bisogno.
Libro
iniziato alle tre del pomeriggio e finito alle otto di sera.
E
non perché sia un libro leggero o scritto male, ma proprio perché non ce la fai
a prenderti una pausa, a chiudere il Kindle, magari fare una passeggiata, due
spaghi, un giretto su youtube, un concerto degli Imagine Dragons… no, devi
restare incollata alle pagine e continuare a soffrire. E basta.
Ma
continuerò a odiare l’autrice per sempre.
E,
ragazzi, ma quanto può essere meraviglioso Gabriel?
Sempre
il solito stronzo sarcastico e senza peli sulla lingua, sempre pronto a
prendere un po’ in giro la povera Mel, ma lo si ama anche per questo. Gabriel è
così, ti attira proprio per quel suo atteggiamento. Però poi scopri anche un
altro lato di lui, ed è fantastico. Mentre abbiamo avuto modo di conoscere
Melice nel primo libro, quindi nel secondo sappiamo già com’è fatta, Gabriel lo
scopriamo piano piano, una pagina dopo l’altra. Il suo rapporto con Melice si
fa più serio, più vero. La loro vicinanza, anche se non passano molto tempo
insieme, è vera. È un uomo forte, ma fragile. E continuo ad adorare il suo
rapporto con un altro personaggio, anche se il più delle volte viene solo
accennato. Non li vediamo spesso insieme, ma possiamo percepire l’affetto che
li lega.
E
poi c’è un altro personaggio che nel primo libro non abbiamo avuto modo di
conoscere molto bene. Anzi, quasi per nulla. Non so, ma in questo secondo
capitolo ho amato il padre di Melice. Quell’uomo è proprio… gli voglio bene, è
una cosa che parte proprio dal cuore. Non è il padre perfetto, non ci si
avvicina neppure, ma mi è stato impossibile non affezionarmi a lui.
Voglio
sbilanciarmi: credo che, dal punto di vista più tecnico, questo libro sia
superiore al precedente. Mi è piaciuto di più, ho trovato la scrittura ancora
più curata e coinvolgente, più adulta. Sembra quasi che l’autrice ci abbia messo
più impegno nel rendere questo romanzo perfetto sotto ogni punto di vista.
Sapete, se mi seguite, quanto io abbia amato il primo, quindi provate a
immaginare su che livelli siamo adesso. Se già a 83500 avevo dato cinque
stelle, a M.T.V.M ne darei di sicuro qualcuna in più. Ma non posso farlo,
quindi non mi resta che confermare il mio giudizio precedente. Una prova
superata alla grande, un libro che ti prende dall’inizio alla fine, che ti fa
riflettere e che ti provoca anche una certa propensione alla violenza. Perché,
sul serio, non ve lo so dire quanta gente avrei voluto ammazzare durante la
lettura!
Protagonisti
e antagonisti sono caratterizzati bene e si muovono in sincrono, hanno tutti il
giusto spazio e ognuno presenta delle caratteristiche particolari, sono
personaggi completi e tridimensionali, mi è piaciuto molto in modo in cui l’autrice
li ha mossi. L’intera storia è curata anche nei particolari e la voglia di
leggere non finisce neppure quando arrivi all’ultima pagina.
Concludo
questa recensione con un paio di domande:
-Perché
i libri della Monti devono sempre finire così?
-Come
si sopravvive fino al terzo capitolo?
-Perché
ci sarà un terzo libro, vero?
-Cosa
diamine significa M.T.V.M.?
-Perché
non capisco mai gli acronimi?
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