giovedì 11 aprile 2013

Recensione: “Quasi tenebra” di J.R. Ward



Autore: J.R. Ward
Titolo: Quasi tenebra
Titolo originale: Black Dagger Brotherhood: Lover Eternal
Traduttore: Paola Pianalto
Serie: La Confraternita del Pugnale Nero
Casa editrice: Rizzoli
Pagine: 412
Prezzo: € 16,00
La serie viene pubblicata anche da Mondolibri con il titolo originale e un sottotitolo in italiano.
Il voto di Ale:





“Non serve a nulla essere così bello se non puoi amare un’umana
Continuano le lotte dei vampiri guerrieri della Confraternita del Pugnale Nero contro i lesser, uomini che hanno letteralmente sacrificato il cuore e l’anima a un’entità malvagia, l’Omega.
In cambio di questo sacrificio, hanno ottenuto l’eterna giovinezza e la missione di sterminare l’intera specie dei vampiri.
Mary, trentenne e umana, lavora come volontaria al telefono amico cittadino e una sera fa la conoscenza di John, un ragazzo muto abbandonato subito dopo la nascita in una stazione degli autobus. Sarà proprio John e la cicatrice che l’amica di Mary – Bella- riconosce, a portarli tutti e tre al cospetto della Confraternita della quale l’umana ignora l’esistenza.
Mary non sa neppure che Rhage è uno dei vampiri guerrieri che ogni notte scendono in campo per proteggere i “civili”. 
Rhage, occhi verdi e corpo perfetto, è inoltre segnato da una maledizione che lo trasforma in un mostro terrificante e distruttivo ogni volta che perde il controllo. 
Tra Mary e il vampiro nasce un amore più forte delle leggi che impediscono a un vampiro di stare con un’umana e più forte della grave malattia che ha nuovamente colpito la ragazza. 
L’amore tra i due riuscirà a sconfiggere la morte sempre più vicina?
Recensione: 

Questo secondo romanzo della serie creata da J.R Ward, ci mostra più nel dettaglio la vita all’interno della Confraternita e la continua lotta contro la Lessering Society. Se siamo soliti leggere di vampiri che lottano contro vampiri o umani che scappano dai vampiri che vogliono ucciderli.. leggendo questa serie dobbiamo cambiare prospettiva.
Qui i carnefici sono gli umani.
O meglio, i non-morti.
Uomini privati del cuore e dell’anima che non mangiano, non bevono, profumano di borotalco e che nella loro esistenza hanno come unica missione l’annientamento dei vampiri. Una cosa che dopo cinque libri trovo ancora esilarante è l’odore dei lesser. Assassini senz’anima che profumano di neonato, un accostamento del quale non ho ancora capito il significato.
Un avvertimento a tutti i vampiri alle prese con la lettura di questa recensione: se per strada vedete tizi con i capelli quasi bianchi e la pelle pallidissima.. scappate, non sono i discendenti di Draco Malfoy, sono i lesser!
“Dedicato a: Te.


All’inizio non andavamo molto d’accordo, vero?

Ma poi ho capito la verità su di te

e mi sono innamorata.

Grazie per avermi lasciato guardare il mondo 

attraverso i tuoi occhi
mettendomi per un po’ nei tuoi panni.
Sei così.. bello.”

E Rhage non è bello solo esteriormente, ma è bello soprattutto dentro.
Ogni volta che comincio a leggere un romanzo della Confraternita, mi soffermo sulla dedica e non riesco a capirla totalmente in quanto, per capirla davvero, bisogna conoscere a fondo il protagonista maschile del dato romanzo.
Man mano che si va avanti con i romanzi di questa serie, capire la dedica iniziale diventa sempre meno difficile. Con Wrath ho dovuto aspettare di arrivare a metà della lettura, ma con Rhage non ho dovuto aspettare così tanto, perché avevo avuto modo di conoscerlo già nel primo libro.
Rhage è un personaggio che, a chi non ha letto il libro, potrebbe apparire monodimensionale o il classico Gary Stu un po’ pervertito.
Bello da star male, simpatico, divertente, tenebroso, sempre con la battuta pronta.. l’uomo perfetto, l’uomo dei sogni, il principe azzurro che tutte le ragazze aspettano tutta una vita. Però, leggendo il romanzo, si ha modo di conoscerlo meglio e del vampiro con la smania del sesso e l’amore incondizionato per la sua auto e per le armi.. resta un uomo pieno di difetti, di pregi, che pagina dopo pagina impara ad amare una donna tanto intensamente da arrivare a rinunciare perfino alla sua stessa felicità pur di salvarla. Rhage, nel corso di questo romanzo, affronta un percorso di crescita. Sveste i panni del donnaiolo testa di cazzo (perdonate il termine, ma Rhage all’inizio è proprio così) per indossare quelli dell’uomo forte, coraggioso, valoroso e di sani principi. Caratteristiche che tutti i suoi fratelli possiedono, sebbene alcuni di loro tendano a celarle dietro atteggiamenti freddi e distaccati.
Ogni riferimento a Zsadist o a Vishious non è puramente casuale.
Sfatando il classico cliché del “Bello e maledetto”, possiamo asserire che sì, Rhage è bellissimo come un divo del cinema –e per questo viene soprannominato Hollywood- ma la maledizione ce l’ha davvero. Quando perde il controllo, la bestia tatuata sulla sua schiena prende vita, prende possesso del corpo del vampiro. Una creatura talmente enorme e terrificante da far paura perfino agli stessi guerrieri della Confraternita. La creatura, sebbene prenda possesso del corpo di Rhage, non riesce a riconoscere gli amici e le persone che il vampiro ama, eccezion fatta per Mary.
Lei, che con la sua comparsa stravolge l’esistenza del biondo, riesce a controllarne la parte mostruosa. Ed è proprio Mary a stravolgere gli equilibri della Confraternita con il suo arrivo. Se nel primo episodio avevamo trovato Beth –umana vicina alla transizione in quanto figlia di Darius- nel secondo abbiamo Mary che è totalmente umana, senza possibilità di diventare una vampira. Nella serie della Ward troviamo un altro elemento diverso da quello che è sempre appartenuto all’immaginario collettivo. Gli umani non possono essere trasformati in vampiri, in quanto le creature della notte nascono -nel vero senso della parola- da altri vampiri. I vampiri possono procreare, ma non possono trasformare, salvo per rare eccezioni. Quindi, una storia d’amore tra un vampiro e un’umana, è vista come una storia destinata a finire. Non ha scampo. E, come se le disgrazie non fossero già abbastanza per i nostri due protagonisti, Mary è anche gravemente malata. Una malattia che purtroppo conosciamo bene e che in molti casi porta alla morte. La leucemia, che aveva già colpito la protagonista e dalla quale lei era guarita, è tornata e stavolta è incurabile.
Mary, che possiede un carattere solitario e introverso, si trova alle prese con lo sbocciare di quello che si rivela l’amore della sua vita e la certezza di star per morire. Ha la possibilità di essere felice con l’uomo che ama, però sa anche che questa felicità non durerà per sempre. Ha una durata limitata e lei si trova davanti a una scelta: vivere il tempo che le resta insieme a Rhage, sfruttando ogni momento per essere felice con il suo amore o rinunciare a lui per non farlo soffrire una volta che lei sarà trapassata.
Leggendo questo romanzo, non sono riuscita a staccarmici fino all’ultima pagina. Non so come l’autrice ci riesca, ma è in grado di catturare l’attenzione del lettore, come se le parole riportate su carta fossero una droga. Mi piace l’amore che l’autrice nutre per i suoi personaggi, è possibile leggerlo tra le righe. Ogni personaggio ha vita propria, è come se la Ward fosse solo un tramite tra i personaggi e noi lettori. Questi romanzi sono così pieni di emozioni, sentimenti e passione, da far innamorare il lettore dopo solo una manciata di pagine. E noi, povere e umili umane sensibili, non possiamo fare altro che entrare nel mondo violento e al tempo stesso dolce e rassicurante che J.R. Ward ha creato. Personalmente ho adorato tutto il romanzo, dalla prima all’ultima pagina.
Ultimamente questo genere letterario viene snobbato da molti pseudo-intellettuali che lo reputano troppo in basso per persone della loro elevata cultura. E su un punto non potrei loro dar torto, questi non sono di certo romanzi di alta letteratura. Non mi sognerei mai di mettere la Ward e Oscar Wilde sullo stesso piano, ma non bisogna per forza leggere solo ed esclusivamente i grandi classici per potersi definire amanti della lettura. Anche perché molti di questi finti intellettuali leggono i grandi classici solo per darsi un tono, per sentirsi importanti, quando alla fine non capiscono nulla di ciò che leggono.
Sono solita immaginarli con la pipa in bocca, mentre sorseggiano brandy nei grandi salotti dell’alta società.. e incapaci di azzeccare un congiuntivo.
Questi generi –romance, urban fantasy e paranormal romance- sono una piacevole distrazione, un modo come un altro per svagarsi. Anzi, mi correggo, la lettura non è un modo come un altro per svagarsi e allontanare la noia. Chiunque nutra amore per la lettura, è una persona degna di stima in questo mondo popolato da ragazzi e ragazze le cui uniche preoccupazioni risiedono nel vincere una partita alla playstation o nello scegliere la giusta tonalità di rossetto. Dovremmo cercare di allontanare gli adolescenti da alcol e playstation e mettergli un libro in mano. Invece di accompagnarli in discoteca, il sabato pomeriggio genitori dovrebbero portarli in libreria. Perché nutrire il fegato con la vodka, quando invece si potrebbe nutrire la mente con un bel romanzo?
Un libro, che sia un paranormal romance della Ward o un classico di Jane Austen, è in grado di mettere in moto il nostro cervello, di nutrire la nostra mente e la nostra anima, di farci volare con la fantasia e di farci sentire –nell’arco di un paio di centinaia di pagine- liberi e in pace con noi stessi.
Però forse è meglio tenere lontani gli adolescenti dai romanzi di J.R. Ward, anche se ormai i dodicenni ne sanno più dei pornodivi.. ma questo è un altro discorso.
Concludendo l’off-topic, torno a parlare del romanzo nominando un personaggio che diventa sempre più importante, romanzo dopo romanzo.
La Vergine Scriba.
Ragazzi, quanto adoro questo personaggio!
È un’entità eterea e potente, alla quale non è possibile porre delle domande se si vuole restare tutti interi e fuori da un posacenere. La madre di tutti i vampiri, la creatrice della specie e colei che custodisce quasi tutte le risposte a quelle domande che i vampiri non possono porle. Ho letto parecchi pareri contrastanti circa questo personaggio. La maggior parte dei lettori la odiano, in quanto la Vergine Scriba –che si chiama proprio così, non ha un vero nome- è dura e molte volte spietata. È la creatrice della specie e come tale deve fare in modo che questa non venga eliminata. Per questo motivo, spesso prende delle decisioni che molti non condividono. Altre volte invece è cattiva senza ragione, basti pensare alla punizione inflitta a Rhage per un motivo stupido e banale. La Vergine Scriba è davvero tanto permalosa, nessuno può permettersi di oltraggiarla e sperare di non rimetterci la vita. E chi è fortunato, riesce ad aver salva la vita, ma viene comunque punito. Punizioni atroci come quella che Rhage si porta addosso da secoli.
Le uniche parti meno avvincenti sono quelle con protagonisti i lesser. L’autrice si sofferma, ogni tot di capitoli, su questi assassini che progettano il colpo grosso al cuore della Confraternita.
Tra un civile e l’altro (i civili sono i vampiri che non fanno parte della Confraternita) formulano dei piani per uccidere i guerrieri perché, se la Confraternita viene eliminata, i civili non avrebbero più alcuna protezione e quindi saranno tanto deboli da poter essere uccisi senz’alcuno sforzo.
E leggere dei lesser con i loro strani nomi (Mr X, Mr O e Mr D, per intenderci) non mi entusiasma molto, per fortuna le parti a loro dedicate non sono numerose e si possono tranquillamente evitare di leggere.
Questo secondo capitolo porta alla ribalta anche altri due personaggi, uno dei quali lo conosciamo già dal primo romanzo. Zsadist e Bella, il guerriero che il suo stesso fratello definisce senz’anima e la vampira appartenente all’aristocrazia e che è molto amica di Mary.
Un’altra delle tante caratteristiche della serie della Confraternita è l’attenzione che l’autrice dona a un personaggio in particolare, oltre ai due protagonisti. In questo caso, la Ward si sofferma su Zsadist, come a volerlo presentare ai lettori in vista del romanzo successivo del quale è proprio lui il protagonista. E questo è successo anche nel primo romanzo con Rhage, nel terzo con Butch, nel quarto con Vishious e nel quinto con Phury.
E ovviamente non sono stata l’unica ad aver notato i particolari nomi che l’autrice ha dato ai suoi guerrieri.
Escluso Darius, i nomi degli altri membri della Confraternita si accostano alla caratteristica più importante del loro carattere, richiamandone i termini in inglese. L’ira per Wrath, il tormento per Tohrment, la rabbia per Rhage, la viziosità per Vishious, la purezza per Phury e il sadismo per Zsadist. E gli altri non ve li dico, perché li scoprirete da soli man mano che leggerete.
Mi piace che in un romanzo non si parli solo dei due protagonisti principali, che ci sia spazio anche per tutti gli altri personaggi e che questi non vengano descritti in modo marginale, finendo con l’essere senza spessore, al solo fine di riempire una pagina in più. I personaggi della Ward sono tutti ben descritti e le trame tanto articolate e intrecciate da diventare un’unica grande trama dalla quale è impossibile scindere i personaggi uno per uno. E non tutti gli scrittori sono in grado di creare trame tanto fitte e interessanti, in quanto quando ci provano finiscono sempre col perdere qualche passaggio. La Ward invece riesce a dare egual attenzione a tutti i suoi personaggi, trattandoli tutti allo stesso modo. Non lascia nell’ombra Butch per dar spazio a Phury, ad esempio. Ovviamente alla coppia principale viene data maggiore attenzione, ma non per questo tutti gli altri vengono lasciati in secondo piano. Forse è anche per questo motivo che un libro tira l’altro e, appena finito uno, si corre subito a cominciare il successivo. Leggendo di Zsadist e Bella in “Quasi tenebra” mi è venuta subito voglia di cominciare “Porpora” perché volevo saperne di più su questi due personaggi, ero curiosa di vedere come sarebbero proseguite le loro storie. E in questo la Ward è davvero brava, non solo per noi lettori, ma anche per una questione di marketing. Parlando dei personaggi che saranno protagonisti del romanzo che viene subito dopo quello che sta scrivendo, invoglia il lettore ad attendere con ansia il suddetto romanzo e a correre in libreria una volta che questo viene pubblicato.
Menzione di merito a J.R. Ward: sa sicuramente come far lievitare il proprio conto in banca.. e anche quello delle case editrici!
Romanzo consigliato?
Per tutti i lesser, correte in libreria a comprarlo!
Leggetelo, innamoratevene.. e poi tornate qui a darmi la vostra opinione, vi aspetto!

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