Cari amici lettori,
quando leggo un libro che riesce ad appassionarmi, provo sempre il desiderio di conoscerne l’autore. Mi capita quasi sempre con gli autori stranieri praticamente impossibili da raggiungere, ma è una vera soddisfazione quando a catturarmi sono le autrici nostrane! Per questo, subito dopo aver terminato la lettura di Fake (potete trovare la recensione QUI), ho deciso di scrivere all’autrice per una chiacchierata. Lei è Eris D., nome d’arte di una donna, moglie e mamma, che è stata sin da subito molto gentile e disponibile. E leggete un po’ cosa mi ha rivelato…
quando leggo un libro che riesce ad appassionarmi, provo sempre il desiderio di conoscerne l’autore. Mi capita quasi sempre con gli autori stranieri praticamente impossibili da raggiungere, ma è una vera soddisfazione quando a catturarmi sono le autrici nostrane! Per questo, subito dopo aver terminato la lettura di Fake (potete trovare la recensione QUI), ho deciso di scrivere all’autrice per una chiacchierata. Lei è Eris D., nome d’arte di una donna, moglie e mamma, che è stata sin da subito molto gentile e disponibile. E leggete un po’ cosa mi ha rivelato…
Ciao,
Eris. Innanzitutto benvenuta su Dreaming Land. Dopo aver letto il tuo romanzo,
ho sentito il desiderio di conoscere l’autrice che è stata in grado di creare
una storia tanto travolgente e interessante. Ti va di parlarci un po’ di te?
Grazie per l’interesse e per l’invito. Sono una donna come tante: moglie, madre, appassionata di libri.
Grazie per l’interesse e per l’invito. Sono una donna come tante: moglie, madre, appassionata di libri.
Eris D.,
il tuo nome d’arte, ha un significato particolare?
Ho scelto di pubblicare Fake con uno pseudonimo per una sola ragione: vivo in un paese dalla mentalità ristretta, ho due genitori all’antica per i quali il sesso è un tabù. Viste le tematiche affrontate nel romanzo e la presenza di scene erotiche, se avessi pubblicato con il mio vero nome avrei creato scompiglio in famiglia. Onestamente non mi andava. Il nome della dea della discordia è stato il primo a venirmi in mente per associazione di idee.
Ho scelto di pubblicare Fake con uno pseudonimo per una sola ragione: vivo in un paese dalla mentalità ristretta, ho due genitori all’antica per i quali il sesso è un tabù. Viste le tematiche affrontate nel romanzo e la presenza di scene erotiche, se avessi pubblicato con il mio vero nome avrei creato scompiglio in famiglia. Onestamente non mi andava. Il nome della dea della discordia è stato il primo a venirmi in mente per associazione di idee.
Il tuo
modo di scrivere fa subito intuire che questo non sia il tuo primo romanzo. Da
cosa nasce la passione per la scrittura? È qualcosa che hai sempre avvertito
dentro di te?
Sì, è una passione che ho da sempre, penso sia nel mio codice genetico.
Sì, è una passione che ho da sempre, penso sia nel mio codice genetico.
Parliamo
un po’ di Fake. Tra le informazioni circa la trama figura un’avvertenza, il
romanzo contiene scene di sesso esplicito. Ma Fake non è solo quello. Anzi, c’è
molto di più. Cosa dovranno quindi aspettarsi i lettori?
Fake affronta diverse tematiche: parla di obesità, di violenza sulle donne, del modo in cui la realtà virtuale e i social network stanno cambiano il nostro modo di rapportarci agli altri. Parla anche di amore e soprattutto di solitudine.
Fake affronta diverse tematiche: parla di obesità, di violenza sulle donne, del modo in cui la realtà virtuale e i social network stanno cambiano il nostro modo di rapportarci agli altri. Parla anche di amore e soprattutto di solitudine.
È un
romanzo particolare, affronta temi molto importanti e delicati. Viene naturale
accostarlo all’attualità, a quello che quasi ogni giorno sentiamo e vediamo al
telegiornale. In che modo ti sei approcciata a questa realtà?
Nel bene o nel male questa è la realtà in cui tutti noi viviamo. Possiamo sforzarci di mantenere le distanze dalla rete, possiamo sentirci più immuni di altri a certi pericoli, ma dobbiamo fare i conti con questo. Giusto per fare un piccolo esempio, più o meno tutti siamo su Facebook e a ognuno di noi, almeno una volta, sarà capitato di imbattersi in un falso profilo. Personalmente mi sono accostata a internet con grandissima curiosità ma anche con un pizzico di diffidenza. Penso che il web rappresenti una fonte inesauribile di possibilità, una risorsa preziosa, ma non priva di insidie. Bisogna tentare di coglierne il meglio, evitando i pericoli e non perdendo di vista la realtà fuori.
Nel bene o nel male questa è la realtà in cui tutti noi viviamo. Possiamo sforzarci di mantenere le distanze dalla rete, possiamo sentirci più immuni di altri a certi pericoli, ma dobbiamo fare i conti con questo. Giusto per fare un piccolo esempio, più o meno tutti siamo su Facebook e a ognuno di noi, almeno una volta, sarà capitato di imbattersi in un falso profilo. Personalmente mi sono accostata a internet con grandissima curiosità ma anche con un pizzico di diffidenza. Penso che il web rappresenti una fonte inesauribile di possibilità, una risorsa preziosa, ma non priva di insidie. Bisogna tentare di coglierne il meglio, evitando i pericoli e non perdendo di vista la realtà fuori.
Fake è
catalogato tra i romanzi rosa, però ci sono elementi che fanno inevitabilmente
pensare a un thriller psicologico e tu stessa hai avvertito i lettori circa la
presenza di scene piuttosto spinte. Generi diversi racchiusi in un unico libro,
è stato complicato unire caratteristiche tanto diverse tra loro?
Sì, si può definire romantic suspense in quanto combina il romance con elementi tipici del thriller. Non è stato complicato unire i due generi perché, dal mio punto di vista, l’amore ha un suo lato oscuro, soprattutto quando è malato o non corrisposto. La cronaca attuale è affollata di storie d’amore che finiscono in tragedia.
Sì, si può definire romantic suspense in quanto combina il romance con elementi tipici del thriller. Non è stato complicato unire i due generi perché, dal mio punto di vista, l’amore ha un suo lato oscuro, soprattutto quando è malato o non corrisposto. La cronaca attuale è affollata di storie d’amore che finiscono in tragedia.
Margherita
e Lucrezia sono due donne molto diverse, ma in un certo senso simili. Sono
caratterizzate davvero molto bene, al punto che io stessa ho avuto
l’impressione di conoscerle da sempre. È stato difficile rapportarti con due
personaggi tanto complicati? Ti senti particolarmente legata a una delle due?
Pur essendo molto diverse fra loro, soprattutto nell’aspetto fisico, Margherita e Lucrezia hanno in comune il senso di inadeguatezza e la solitudine.
Ho sperimentato entrambi nella mia vita, perciò non ho avuto difficoltà a rapportarmi con queste due donne e a immedesimarmi in loro.
Mi sento particolarmente legata a Margherita perché si tratta di un personaggio ispirato da una persona reale, cui ho voluto un mondo di bene e che adesso non c’è più. Attraverso lei ho toccato con mano il dramma dell’obesità (parliamo di obesità grave, di una malattia che uccide e non di semplice sovrappeso), sicché è un argomento che mi tocca nel profondo.
Pur essendo molto diverse fra loro, soprattutto nell’aspetto fisico, Margherita e Lucrezia hanno in comune il senso di inadeguatezza e la solitudine.
Ho sperimentato entrambi nella mia vita, perciò non ho avuto difficoltà a rapportarmi con queste due donne e a immedesimarmi in loro.
Mi sento particolarmente legata a Margherita perché si tratta di un personaggio ispirato da una persona reale, cui ho voluto un mondo di bene e che adesso non c’è più. Attraverso lei ho toccato con mano il dramma dell’obesità (parliamo di obesità grave, di una malattia che uccide e non di semplice sovrappeso), sicché è un argomento che mi tocca nel profondo.
Manuel e
Leo. Il primo è l’uomo che ogni ragazza vorrebbe incontrare e non nego di aver
desiderato più volte di abbracciarlo; il secondo è invece protagonista di
ricordi molto crudi e violenti. Non ti chiederò quale dei due preferisci perché
credo di poter immaginare la risposta. Ti chiedo invece se durante la stesura
del romanzo hai mai pensato di farli incontrare. Un confronto tra di loro
sarebbe stato possibile?
Sì, ci ho pensato. Ho preso in considerazione l’idea, ma alla fine l’ho scartata perché avrei rischiato di mettere troppa carne al fuoco.
Sì, ci ho pensato. Ho preso in considerazione l’idea, ma alla fine l’ho scartata perché avrei rischiato di mettere troppa carne al fuoco.
E visto
che siamo in tema, parliamo un po’ del cibo. Nel tuo romanzo è quasi un protagonista,
un elemento fondamentale. Margherita ne è ossessionata, per lei è come una fuga
dalla realtà che la circonda. È possibile fare una sorta di paragone tra Manuel
e il cibo? Margherita li vede allo stesso modo?
Margherita soffre di iperfagia, un disturbo alimentare molto simile alla bulimia, con la differenza che alle abbuffate non segue il vomito, per cui tutto ciò che ingurgita in maniera compulsiva contribuisce ad accrescere il suo peso. Il cibo rappresenta una sorta di valvola di sfogo, una droga di cui sente il bisogno per colmare un vuoto esistenziale. Lei non mangia tanto perché è golosa, non gusta nemmeno il cibo, lei si abbuffa in maniera indiscriminata e disperata nei momenti di maggior depressione.
Sì, la relazione virtuale con Manuel, in qualche modo, risponde allo stesso bisogno psicologico: colmare un vuoto che ha dentro.
Margherita soffre di iperfagia, un disturbo alimentare molto simile alla bulimia, con la differenza che alle abbuffate non segue il vomito, per cui tutto ciò che ingurgita in maniera compulsiva contribuisce ad accrescere il suo peso. Il cibo rappresenta una sorta di valvola di sfogo, una droga di cui sente il bisogno per colmare un vuoto esistenziale. Lei non mangia tanto perché è golosa, non gusta nemmeno il cibo, lei si abbuffa in maniera indiscriminata e disperata nei momenti di maggior depressione.
Sì, la relazione virtuale con Manuel, in qualche modo, risponde allo stesso bisogno psicologico: colmare un vuoto che ha dentro.
A
proposito di Margherita. Perché obesa? Avrebbe potuto essere sfigurata, calva,
senza un arto… molti elementi avrebbero potuto renderla insicura al punto da spingerla
a chiudersi in se stessa. Perché quindi proprio il peso?
Ho scelto l’obesità perché è un dramma con cui ho avuto modo di confrontarmi – come ti dicevo prima mi sono ispirata a una persona reale per caratterizzare Margherita –, e perché è una tematica che sento molto. Pur avendo la fortuna di non essere obesa, io stessa non sono magra, ho sempre avuto un rapporto conflittuale col cibo e con la mia fisicità, quindi, anche se in misura ridotta, so per esperienza personale come ci si sente e quanto si può soffrire essendo intrappolati in un corpo più pesante di quello che si vorrebbe.
Ho scelto l’obesità perché è un dramma con cui ho avuto modo di confrontarmi – come ti dicevo prima mi sono ispirata a una persona reale per caratterizzare Margherita –, e perché è una tematica che sento molto. Pur avendo la fortuna di non essere obesa, io stessa non sono magra, ho sempre avuto un rapporto conflittuale col cibo e con la mia fisicità, quindi, anche se in misura ridotta, so per esperienza personale come ci si sente e quanto si può soffrire essendo intrappolati in un corpo più pesante di quello che si vorrebbe.
Proviamo
a immaginare un sequel di Fake. Lucrezia è riuscita a lasciarsi tutto alle
spalle e a riprendersi quella vita che Leo le ha portato via con tanta
crudeltà? Manuel è lì con lei? (Posso adottarlo? Me lo regali?)
Lucrezia ci prova ma non è facile perché Leo è ancora lì, da qualche parte, che la cerca per vendicarsi e a un certo punto la trova… Sì, ammetto di aver fantasticato su un possibile seguito, ma non so se lo scriverò.
Se si potesse, “regalerei” un Manuel a tutte le donne; visto che non è possibile, auguro a ciascuna di trovare il suo.
Lucrezia ci prova ma non è facile perché Leo è ancora lì, da qualche parte, che la cerca per vendicarsi e a un certo punto la trova… Sì, ammetto di aver fantasticato su un possibile seguito, ma non so se lo scriverò.
Se si potesse, “regalerei” un Manuel a tutte le donne; visto che non è possibile, auguro a ciascuna di trovare il suo.
Hai uno
stile molto fluido, corretto, che riesce a travolgere e coinvolgere. Non ti
nascondo che mi piacerebbe molto vedere Fake in libreria. Hai mai preso in
considerazione l’idea di inviare il tuo romanzo a una casa editrice?
No. Il self publishing è frutto di una scelta libera e ponderata. Sono soddisfatta così. Se può interessare, però, fra pochissimi giorni Fake sarà disponibile su Amazon anche in edizione cartacea, perciò chi vorrà potrà pure toccarlo e annusarlo.
No. Il self publishing è frutto di una scelta libera e ponderata. Sono soddisfatta così. Se può interessare, però, fra pochissimi giorni Fake sarà disponibile su Amazon anche in edizione cartacea, perciò chi vorrà potrà pure toccarlo e annusarlo.
Immagino
che oltre ad essere una scrittrice, tu sia anche un’avida lettrice. Quali sono
i generi letterari che ti appassionano di più?
Leggo tantissimo e so apprezzare qualsiasi genere, purché sia un buon libro. In genere però preferisco le storie drammatiche e dalle tinte forti a quelle più scanzonate.
Leggo tantissimo e so apprezzare qualsiasi genere, purché sia un buon libro. In genere però preferisco le storie drammatiche e dalle tinte forti a quelle più scanzonate.
In
conclusione, ti andrebbe di parlarci dei tuoi progetti futuri?
Sicuramene scriverò un altro romanzo, ma non ho ancora deciso quale. Sono in fase di ricerca.
Sicuramene scriverò un altro romanzo, ma non ho ancora deciso quale. Sono in fase di ricerca.
Grazie
mille per questa chiacchierata, Eris. È stato un vero piacere leggere il tuo
libro e spero di poterne leggere molti altri. Noi di Dreaming Land ti auguriamo
tanta fortuna e una carriera molto molto lunga e ricca di nuove avventure. Io
intanto continuo a incrociare le dita, con la speranza di leggere un seguito di
Fake… Manuel già mi manca!
Grazie a voi per l’ospitalità, per il sostegno e l’incoraggiamento. Spero anch’io di potervi fare leggere presto qualcosa di nuovo.
Grazie a voi per l’ospitalità, per il sostegno e l’incoraggiamento. Spero anch’io di potervi fare leggere presto qualcosa di nuovo.
Per chi non avesse ancora letto il libro, lascio qui sotto la
trama e vi do appuntamento alla prossima… ci sarà una sorpresina per voi, il
Made in Italy conquisterà il mondo!
Autore: Eris D.Titolo: Fake
Editore: Self published
Pagine: 168
Prezzo: € 1,99
Trama:
“Il volto che ho prestato alla mia anima online è il tuo…”
In amore non conta il tuo aspetto ma ciò che hai dentro. È un luogo comune in cui Margherita vorrebbe credere, ma la realtà è diversa.
Gravemente obesa, all’età di trent’anni, non ha mai avuto un ragazzo e nemmeno assaporato le gioie del sesso.
Quando conosce Manuel in chat, tuttavia, si riaccende in lei la speranza. Lui è stupendo, di certo fuori dalla sua portata, ma in rete, si sa, puoi essere chi vuoi…
È così che Margherita cede alla tentazione di regalarsi una favola: ruba alcuni scatti alla bellissima vicina di casa, nonché ex prostituta, Lucrezia, e sfruttando una falsa identità intraprende una relazione online.
Tutto sembra procedere a gonfie vele fino a che il ragazzo non comincia a insistere per incontrarla di persona. Terrorizzata all’idea di perderlo, Margherita orchestra allora un gioco perverso, ma riuscirà a mantenerne il controllo?
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