Amici di
Dreaming Land, oggi voglio parlarvi di un libro scoperto per caso… e forse
sarebbe stato meglio continuare a sguazzare nella mia ignobile ignoranza. È
probabile che vi farò arrabbiare, perché sarò un po’ cattivella, ma non posso
farci nulla.
Ho letto
un libro e non mi è piaciuto.
Un libro
scritto male e strutturato anche peggio.
Oggi
voglio parlarvi di I figli dell’ombra di Cassandra Green, un romanzo self a
metà strada tra il thriller e il fantasy che, però, presenta degli errori
grossolani e uno stile acerbo, per non dire addirittura inesistente. Adesso ve
ne parlerò in modo più approfondito, quindi indossate gli elmetti e seguitemi!
Titolo: I
figli dell’ombra
Autrice:
Cassandra Green
Prezzo:
0,99€
Editore:
Self publishing
Voto: 1/5
Sinossi: (copiata da Amazon)
Quando durante una corsa mattutina un giocatore di Football, si imbatte nel cadavere della piccola Flo Gomez scomparsa il giorno prima, Victor Bell teme che quello sarà l'inizio di una serie di macabri delitti. Il suo intuito di poliziotto non sbaglia e il ritrovamento di altri corpi sarà per lui un'ulteriore conferma che quanto raccontatogli da suo padre era vero. Intanto la vita degli abitanti di Whitesouls scorre come da copione. Ognuno impegnato a svolgere i proprio doveri, così come il reverendo Morales ha imposto loro di fare per essere un bravo cristiano, per entrare nelle grazie di Dio. Quello che nessuno immagina è che un'oscura e antica presenza da sempre attratta dalla loro ipocrisia e falsità è tornata per spingere sette anime scelte per l'occasione alla dannazione eterna. Bell dovrà dare prova di grande fede per riuscire a scacciare i demoni che abilmente stanno contaminando i cuori dei suoi compaesani e quando tutto sembrerà ormai perduto tre portatori di luce accorreranno in soccorso dei "Giusti". Ma tutto ciò basterà ad estirpare il male dall'apparente tranquilla cittadina di Whitesouls?
Così
come faccio con le recensioni positive, voglio parlarvi in modo del tutto
onesto del libro che andrò a presentarvi. Per farlo in modo completo dovrò
parlarvi in modo dettagliato di tutto ciò che non mi è piaciuto. Questa
recensione sarà molto lunga, è bene che lo sappiate, perché scaverà a fondo
nell’intero romanzo. È mia intenzione non tralasciare nulla (o quasi) e sarò
pignola, a tratti insopportabile, ma voi mi perdonerete perché… non so perché,
ma confido nel vostro buon cuore.
Voglio
iniziare col parlarvi dell’infodump. Per chi non conoscesse questo termine, adesso
proverò a spiegarlo a parole mie. Si tratta di una pratica che si basa sul
presentare al lettore una quantità esagerata di informazioni, dettagliate o
meno, tutte insieme. È come fare il pienone di parole messe a caso una dietro l’altra.
Come un fiume in piena, queste informazioni ci travolgono e non ci fanno capire
nulla. È facile, quando si incorre nell’infodump, perdere il filo del discorso
e non essere più in grado di seguire le vicende narrate. Non si capisce più
quali siano le informazioni rilevanti e quelle scritte, invece, al solo fine di
riempire pagine su pagine e fare numero. Questo libro presenta una quantità di
informazioni talmente esagerata da avermi costretta ad armarmi di penna e
taccuino. Se non avessi preso appunti, infatti, non sarei riuscita a venire a
capo di nulla.
Un altro
problema che ho riscontrato è la totale assenza di editing. Mi dispiace dover
scrivere questo, ma è chiaro che non sia stato fatto alcun lavoro in tal senso.
Se invece l’editing è stato fatto, purtroppo non è stato fatto nel modo
corretto. A dire il vero, ritengo non sia stato fatto neppure un semplice
lavoro di correzione di bozze, perché non solo questo libro è pieno di refusi,
ma anche di un esagerato numero di errori di carattere grammaticale, sintattico
e ortografico.
Soffermiamoci
un momento sulla punteggiatura: interi periodi senza virgole, moltissime frasi
che si concludono senza il punto, domande che terminano senza il punto
interrogativo, punti esclamativi messi un po’ come capita, virgole messe tra il
soggetto e il verbo… le virgole, che mancano quando servono e che ci sono
quando invece non devono esserci.
Parliamo
adesso dei vocativi, quei dannati vocativi che riescono a mettere nei guai
persino il più navigato degli scrittori (no, non è vero, non lo fanno). Ce ne
fosse uno, in questo libro, sarei la ragazza più felice del mondo. E invece non
ci sono, quindi devo rassegnarmi a una vita di disperazione e tristezza.
Uno degli esempi più usati nel web! |
E adesso
i verbi, questi cattivi ragazzi! Di seguito vi mostrerò alcuni tra i molti
esempi trovati nel romanzo. In questo libro è difficile trovare verbi coniugati
nel modo corretto. La consecutio temporum e il congiuntivo? Nulla, andiamo
avanti.
Piccoli
esempii:
- “Era stata l’unione tra Atene, sorella di
Cassandra e lo zio di Aleesha, a far si che i due si conobbero.” A parte
tutta l’intricata questione di alberi genealogici che si incrociano che
Beautiful mettiti da parte, ma… a far si che i due si conobbero? Manca l’accento
al primo “si”, la frase parla di due ragazze, ed è “che le due si conoscessero”.
-“«Grazie» rispose entrando nel bagno con
ancora i battiti cardiaci irregolari.” Quanti battiti cardiaci ha questa
poveretta?
-“Euphemia mise il grembiule e immerse le
mani nel lavello nel quale immerse le mani.” Quindi le mani le immerse nel
lavello? Siamo sicuri? Non si era capito.
Come? Cosa? Eh? |
Per la È: Alt+0200 |
È ubriaca anche mentre racconta? |
I puntini di sospensione! |
Cosa dicevo della È? |
L’intera
vicenda si svolge nella cittadina di Whitesouls. Dato il nome anglofono, la
presenza dei dollari e la vicinanza con Boston, immagino che la cittadina si
trovi negli Stati Uniti. Vi starete domandando: e allora? Beh, il dettaglio non
è irrilevante come potrebbe sembrare, continuate a leggere.
1) Negli
Stati Uniti, i negozi sono aperti tutta la giornata e non aprono alle sedici e
trenta, soprattutto quando si trovano nei centri commerciali;
2)
Negli
Stati Uniti, l’orario non viene conteggiato in ventiquattro ore. Mi spiego
meglio: non esistono le sedici e trenta, non esistono le quattordici e non
esistono le ventidue. Sono le quattro e mezza del pomeriggio, le due del
pomeriggio e le dieci di sera. Le giornate sono divise in dodici ore ante
meridiem e dodici post meridiem: prima e dopo mezzogiorno;
3)
Negli
Stati Uniti, l’Aulin non esiste. La nimesulide non è mai stata messa in
commercio nel Paese ed è illegale importarla, in quanto causa seri problemi
alla salute. Ora vorrei capire come faccia Garnette, la professoressa tirchia che
non vuole sposarsi per non condividere i suoi soldi col marito, a prendere
l’Aulin per farsi passare l’emicrania;
4)
A
Whitesouls si conoscono tutti, le voci circolano in fretta e la gente non perde
mai occasione per spettegolare. Sembrerebbe la classica vita di un paesino. E
invece no, perché è una città che conta circa ventimila abitanti. Io vivo in un
paesino di quattromila abitanti e posso giurare, croce sul cuore, che non ci
conosciamo tutti. Whitesouls conta gli stessi abitanti di Gallipoli, Adria,
Orvieto, Correggio, Seriate, Gaeta, Sabaudia, Settimo Milanese,
Montecatini-Terme, Ischia e Recanati. Vi risulta che in queste città tutti gli
abitanti si conoscano tra loro? Lo trovate almeno verosimile? Ed è possibile
che in una città di ventimila abitanti vi sia una sola scuola superiore?
5) Com’è
possibile che a Whitesouls (che, ricordiamo, conta ventimila abitanti e lo
ripeterò fino alla morte) ci sia non solo una sola scuola superiore, ma anche
un solo negozio di alimentari, una sola pizzeria, un solo studio legale, una
sola chiesa (esclusa quella sconsacrata), un solo ristorante, un solo motel, un
solo studio medico e un solo cimitero? Per non parlare dell’unica fede
religiosa, ossia il cattolicesimo. Non ci sono ebrei, metodisti, luterani,
battisti, avventisti… niente di niente. E poi, ricordiamo, vi sono solo due
famiglie afroamericane che vengono trattate come pezze da piedi perché ritenute
inferiori da, udite udite, tizi che si chiamano Perez, Ortiz e Morales.
Ispanici che ritengono inferiori gli afroamericani? In una cittadina americana
di ventimila abitanti ci sono solo due famiglie nere? In compenso hanno il
centro commerciale pieno di negozi e le strade piene di prostitute con le quali
il fidanzato della professoressa taccagna si è sollazzato durante i dieci anni
di fidanzamento. Ora, è possibile che l’autrice si sia liberamente ispirata
alla serie Hart of Dixie o a Gilmore Girls o persino a The Vampire Diaries,
però c’è da dire che Bluebell, Stars Hollow e Mystic Falls hanno meno abitanti.
Bluebell conta 2163 abitanti (cartello di benvenuto nell’episodio 1x18); Stars
Hollow, invece, conta 9973 abitanti; Mystic Falls ne ha 6923.
"Per la barba di Merlino!” (Tu devi essere Harry Potter!) Ah no, scusate, ho sbagliato libro. Questa perla si commenta da sola.
E ora una
cosa che forse potrebbe sembrare stupida, ma che a me ha dato parecchio
fastidio. Siamo negli Stati Uniti e, posso capire che lo sceriffo Ward vada
matto per l’espresso italiano, ma com’è possibile che in tutte le case si beva
espresso italiano? Insomma, siamo in una -a detta dell’autrice- piccola
comunità della provincia americana, non è realistico che tutti bevano il caffè
in “tazzine da caffè”. Dove sono finiti gli americani che bevono il caffè
annacquato nelle tazzone con le quali noi siamo invece soliti fare colazione?
Le mug sono di derivazione anglosassone, praticamente le hanno inventate loro
per berci quel beverone che loro si ostinano a chiamare caffè!
Tutti i
personaggi che appaiono nel romanzo, insieme a quelli anche solo nominati,
vengono citati per nome e cognome e ogni due per tre viene fatta presente la
loro parentela con qualcun’altro. Questa cosa rallenta la lettura e fa perdere
il filo, è confusionaria. C’è l’albero genealogico. Tizia DeTizi era la sorella
del padre della nonna di Caia DeCais. Capita spesso di perdersi, è impossibile
mantenere l’attenzione.
Quando si
scrive un libro, la ricerca è essenziale. Nel caso specifico di questo libro,
però, sembra che l’autrice non abbia fatto le dovute ricerche. Parliamo di un
argomento di per sé abbastanza semplice: la religione. In questo romanzo, vi è
un personaggio intorno al quale gira la vita di tutti gli altri. Adam Morales,
il prete di Whitesouls. Argomento importantissimo in questo romanzo è la
religione, eppure l’autrice sembra fare una grande confusione. Si parla di
comunione, confessione, segno della croce… e poi viene fuori che il prete, il
reverendo Morales, è sposato con la signora Euphemia e ha una mezza dozzina di
figli tra i quali spicca Aleesha, la maggiore, migliore amica di Cassandra. E
cosa succede in casa Morales? La madre, Euphemia, obbliga i figli
all’autolesionismo quando questi fanno pensieri impuri. Adesso proveremo a fare
un semplice ragionamento: se ti fai il segno della croce, prendi la comunione
ogni domenica e ti confessi con il prete, sei cattolico. E allora perché il
prete è sposato e ha figli?
Ho fatto
qualche ricerca, giusto per sentirmi meno ignorante. A eccezione del
cattolicesimo e dell’ortodossia (sebbene in maniera diversa), l’unica
confessione religiosa a usare il segno della croce è il metodismo. Il problema
sorge con gli altri due sacramenti: la comunione e la confessione. La comunione
(anche se non è chiamata in questo modo, a differenza di quanto accade nel
libro) viene fatta anche da alcune confessioni protestanti. La confessione (e
il segreto confessionale) ce l’ha solo il cattolicesimo. E visto che due più
due fa sempre quattro, è chiaro che il reverendo Morales sia un prete cattolico...
infatti nel libro viene chiamato anche prete, e si sa che il termine prete
viene usato unicamente per i ministri della fede cattolica.
Nella
religione cattolica ci sono sette sacramenti: battesimo, confessione,
eucaristia, cresima, ordine, matrimonio, estrema unzione. Prendiamo ora
l’ordine e il matrimonio: se hai il primo, per forza di cose non puoi avere il
secondo. L’ordine è, in sostanza, il sacramento che viene impartito a chi
diventa prete. E se diventi prete, come fai a sposarti? Per gli ecclesiastici
cattolici vige la regola del celibato. Devi rinunciare a uno dei due sacramenti,
non puoi fare entrambe le cose. E la domanda sorge ancora spontanea: come
diamine fa Morales a essere un prete cattolico sposato e con figli? A
Whitesouls c’è un emulatore dell’ex arcivescovo Milingo? Ricordate tutti la
storia di quell’arcivescovo esorcista che si è sposato con una cinese, vero?
Ci sono
altri elementi che confermano la tesi del cattolicesimo.
1)
La
prima volta che Joseph e Aleesha hanno un “incontro ravvicinato” si trovano
nella sagrestia, luogo che esiste solo nelle chiese cattoliche;
2)
Davanti
ai due ragazzi c’è il crocifisso, un altro elemento prettamente cattolico (o
anglicano). I protestanti hanno la croce senza figure, i cattolici hanno invece
il crocifisso che è composto da una croce latina sopra la quale è applicata la
statua di un uomo (in questo caso Gesù);
3)
Il
segno della croce con le dita bagnate di acqua benedetta viene fatto solo dai
cattolici;
4)
Euphemia
recita l’Ave Maria, una preghiera mariana della chiesa cattolica;
5)
Sono
presenti i chierichetti;
6)
«Tu
non prendi l’ostia?» (Domanda posta da Joseph ad Aleesha);
E sì, padre Morales continua a essere
sposato e ad avere cinque figli.
Aleesha
ha perso la verginità con Billy Fish, un giocatore di baseball. E fin qui è
tutto normale, no? Il problema è che la santarellina, dopo aver perso la
verginità con Billy, va a letto con altri tre ragazzi (i fratelli Perez) e con
Joseph, il nuovo arrivato in città. Ora, io capisco che quella poverina sia
stata costretta a reprimere gli istinti per tutta la vita, ma fare sesso con
cinque ragazzi nello stesso momento un attimo dopo aver perso la verginità e
trovarlo anche piacevole… è allucinante. E non sono neppure sicura sia
possibile a livello biologico. Il giorno dopo, inoltre, è alle prese con
un’orgia in compagnia dei gemelli Bailey e di Babette nella vasca da bagno dei
ragazzi. Sia chiaro che questa ragazza non si è mai “preparata”, non si è mai
masturbata, non ha mai neppure visto un pene. Niente di niente. Arriva persino
al punto di fustigarsi (di ricorrere quindi all’autolesionismo) quando fa un
pensiero a sua detta impuro. E non è neppure una ragazza come tutte le altre. Non
ha un cellulare, non ha un computer, non ha internet, trucchi, vestiti
colorati. A proposito dei vestiti: Aleesha può indossare solo abiti marroni,
neri o grigi, gonne lunghe fino alle caviglie e casti e informi maglioni sulle
camicie.
La tizia ha appena ammazzato una ragazza, eh! In questo romanzo, la sessualità è alquanto strana. |
Continuiamo a parlare di sesso:
No,
dico, vi sembra una cosa normale? A parte il verbo in rosa che avrebbe dovuto
essere un congiuntivo (fosse), vi sembra normale che un ragazzo vergine non
faccia una piega quando viene penetrato? Senza preparazione, senza stimolazione,
senza neppure un po’ di gel lubrificante. Nulla, per la prima volta in vita sua
viene penetrato all’improvviso e non sente dolore, non si lamenta…
Un’altra
cosa alquanto irrealistica: viene portato un bambino, quindi un minore, in
ospedale in ambulanza. È quasi morto, non si sa neppure se riuscirà a salvarsi…
e il padre resta a casa a piangere. Nessun parente va via con lui sull’ambulanza.
La madre è morta ed è ovvio che non possa andarci, ma il padre? Nulla, va in
ospedale in auto con l’altro prete. Tutto nella norma, gente! E, per la
cronaca, negli ospedali americani non esistono i portantini. La barella viene
portata dentro la struttura sanitaria dai paramedici, perché loro sono
responsabili della presa in carico del paziente dal momento in cui arrivano sul
posto della chiamata a quando passano le consegne al personale del pronto
soccorso.
Oh, che
cosa carina! La madre dei tre ragazzi si chiama Lilith! E il padre è invece Abram.
Lilith e Abram, che bella coppia! Una cosa che però non riesco a concepire è
come l’autrice abbia potuto attribuire il nome Michael a un demone. Ma dico io,
per la miseria, è una presa in giro? Michael, come l’Arcangelo Michele, colui
che secondo la leggenda avrebbe sconfitto Lucifero e lo avrebbe poi
intrappolato all’Inferno. Che stregoneria è mai questa? E poi, cosa ancora più
carina: in America gli arcangeli vengono chiamati con nomi italianizzati.
Perché Michael è Michael e invece l’arcangelo Michele è… Michele?
Garnette
viene cacciata di casa dalla madre, ma si lamenta perché col suo salario non
può permettersi di andare a vivere da sola. Ora, chiariamo una cosa: gli
impiegati statali italiani sono i più sottopagati del cosiddetto primo mondo,
però almeno un affitto possono permetterselo. Persino il mutuo! Credetemi, sono
figlia di un impiegato statale, uno di quelli che piacciono proprio a tutti. So
cosa dico. E ora c’è questa Garnette, insegnante in un liceo, che non può
permettersi di prendere in affitto una stanza in una cittadina come Whitesouls?
Sul serio? Certo, sappiamo tutti che negli Stati Uniti gli insegnanti non sono
impiegati statali, ma cambia ben poco. E a proposito degli Stati Uniti: sapete
quando i ragazzi americani lasciano la casa dei genitori per non tornare più?
Quando iniziano il college! Cosa diamine ci fa Garnette ancora nella casa dei
suoi genitori? Che razza di americana è? Sembra tanto quella bambocciona di
Lemon Breeland di Hart of Dixie! Secondo diversi siti americani consultati
giusto per l’occasione, lo stipendio medio di un insegnante di scuola superiore
negli Stati Uniti ammonta a 58000 dollari annui, che sarebbero circa 4800
dollari mensili. Salario annuo che, però, può raggiungere anche i 74000 dollari
che equivarrebbero a circa seimila dollari mensili. La povera Garnette può
quindi permettersi l’affitto di un appartamento?
Il quarantacinquenne Ozzy Ward,
sebbene non fosse sua abitudine, quella mattina si alzò di buon’ora.
Analizziamo
questa frase.
1)
Di
buon’ora significa di mattina presto.
2)
Ozzy
Ward è lo sceriffo di Whitesouls
3)
Non
è sua abitudine alzarsi presto
Conclusione: lo sceriffo, la massima
carica di polizia di una città, va a lavorare quando pare a lui perché gli
piace alzarsi tardi. Ozzy Ward
non ha però solo dei difetti. Lui, rispetto al resto degli americani, è avanti:
usa la moka. La MOKA, quella inventata da Bialetti, quella cosa che si avvita e
che è riconosciuta in tutto il mondo come icona del Made in Italy, avete
presente? Perché lui è un americano figo e non beve mica il caffè nei tazzoni
come fanno tutti gli altri. No, lui beve l’espresso preparato con la MOKA!
Victor Bell, figlio di Victor Bell
Senior… ma il padre,
quello con l’Alzheimer, non si chiamava James Bell? E a proposito di James
Bell: questo tizio era già sceriffo cinquant’anni prima, quando Joshua Wood
aveva fatto un macello nella vecchia tenuta di famiglia. Più indietro nel libro
viene detto che Joshua Wood dovrebbe avere adesso una settantina d’anni e
all’epoca degli omicidi aveva diciannove anni. Lo sceriffo Bell, allora, quanti
anni dovrebbe avere? È diventato sceriffo in prima elementare? Non può essere
coetaneo di Wood, quindi ora dovrebbe avere almeno cent’anni. E sempre parlando
di James Bell: questo poveretto soffre di Alzheimer e riesce a raccontare con
lucidità una storia intricata vecchia di cinquant’anni? Mia zia, pace all’anima
sua, mi vedeva almeno 50 volte al giorno e ogni volta mi domandava chi fossi!
-Quando
si scrive di altri Paesi, bisognerebbe quantomeno impegnarsi per conoscerli. Le
ricerche, queste sconosciute! Qui si parla proprio delle basi: Coline dice di
aver guardato una puntata di Teen Mam. Ora, a parte che il programma si chiama
Teen Mom, i programmi e le serie tv non sono composti da puntate, bensì da
episodi. Anche questi piccoli particolari sono importanti per la buona riuscita
di un libro.
-Le fette
biscottate negli Stati Uniti? Leggendo, mi sono detta “dai, potrebbe non essere
un errore”. E, visto che volevo esserne certa, ho fatto qualche ricerca. Sul
blog An American in Rome, ho letto un articolo davvero molto interessante: la
blogger, dopo sei anni e mezzo in Italia, è ancora sbalordita dall’esistenza
delle fette biscottate. Non si capacita di come, in un Paese famosissimo per la
sua ottima cucina, esistano queste cose brutte e secche che lei definisce
“abomination”, un abominio. Quindi no, il povero Nolan non ha potuto fare
colazione con un paio di fette biscottate.
Bene,
cari amici, mi scuso per la recensione esageratamente lunga. Avrei molto altro
da scrivere, tantissimi altri esempi da proporvi, ma mi rendo conto che finirei
per monopolizzarvi i prossimi tre giorni e che sto morendo di sonno. Non posso andare oltre, non voglio
farlo, ho già scritto abbastanza e credo che vi siate fatti un’idea piuttosto
completa del romanzo in questione. Se siete arrivati fino a qui, vi ringrazio
per avermi dedicato il vostro tempo e vi saluto.
Alla prossima recensione!
Alla prossima recensione!
Ps. Mi
sono accorta che manca la mia solita domanda.
Vi
consiglio questo libro? Ve lo
consiglio?
Provate a
indovinare!
Mi hai uccisa 😂😂😂
RispondiEliminaNo, dai, il morto sulla coscienza no! Piango.
EliminaNnooonnoonn rrriesscoooo a scccrivvverrre!!! Rido trooopppppoooo!!!!!!
RispondiEliminaTu ridi? C'è da piangere. Abbi pietà di me!
EliminaConsiglio di leggere questa recensione? Lo consiglio vivamente!
RispondiElimina