venerdì 29 giugno 2018

Review: "Libellula" di Amélie, secondo capitolo della trilogia Fuoco di Russia

Cari amici di Dreaming Land, nello scorso post vi avevo avvertiti che presto sarebbe arrivata una sorpresa e, infatti, eccola qui: vi presenterò in anteprima "Libellula", il secondo volume della trilogia Fuoco di Russia di Amélie. È arrivato nelle mie manine qualche giorno fa, dato che il primo mi era piaciuto così tanto. Ringrazio Amélie per avermi dato modo di leggere questo romanzo un po’ prima dell’uscita su Amazon, le auguro un grande in bocca al lupo e invito voi, se non lo aveste ancora fatto, a leggere la mia recensione del primo capitolo della trilogia: Cobra. Troverete la recensione QUI
Ora bando alle ciance, Ruslan Isakov ci sta aspettando… e io lo lascerei marcire in una piscina piena di piranha affamati, ma cercherò di essere buona. 
Lo faccio solo per voi!



Autore: Amélie
Titolo: Libellula
Serie: Fuoco di Russia #2
Editore: Self publishing
Genere: Dark/Erotico
Prezzo: 2,99 (anche in Unlimited)
Uscita prevista: 1 Luglio 2018
Voto: 

Sono trascorse poche settimane da quando ho siglato un patto con il diavolo, scegliendo di sposarlo per salvare la mia casa e i meravigliosi ricordi legati a essa. Ora, Ruslan mi propone un altro terribile gioco: sottomettermi a lui per il bene di mio fratello, rinchiuso da cinque anni in questa villa maledetta. Jurij è lo schiavo di Oleg, come io lo sono di Ruslan, e il marchio infamante che portiamo sulla spalla destra ne è una conferma. La mia sottomissione passerà attraverso delle prove: se le supererò, potrò trascorrere un po’ di tempo con mio fratello e ottenere un miglioramento delle sue condizioni di vita. Ruslan ha trovato il mio tallone d’Achille e io non posso far altro che accettare il suo sporco gioco, sacrificandomi ancora una volta per l’unica persona che abbia mai amato. Ruslan è implacabile, crudele, sadico, sempre di più a ogni prova, ma se la ricompensa è Jurij, non m’importa di soffrire. Ogni giorno, vedo una maschera diversa sul volto di mio marito, ma l’unica che mi fa battere il cuore è quella dolce e comprensiva, generosa e benigna. Quando Ruslan indossa questa maschera, sento che potrei persino amarlo… Ma è tutta un’illusione. Ruslan Isakov è il diavolo, affascinante, subdolo, ingannatore, sempre pronto a bruciarmi con il suo fuoco demoniaco. È un cobra, che m’incanta con i suoi movimenti sinuosi e la bellezza selvaggia, che striscia silenzioso e mi azzanna quando meno me lo aspetto, infettandomi con il suo veleno micidiale. Devo stare molto attenta, perché lui è mio nemico e non può essere altro.
E se Ruslan non fosse l’unico dal quale dovermi guardare le spalle? Se ci fossero altri nemici ancor più pericolosi di lui, che minacciano tutto ciò in cui ho sempre creduto? Che cosa ne sarebbe della mia vita? Ognuna di queste domande troverà risposta e allora rimpiangerò davvero di essere nata. Rimpiangerò di non essere una libellula in grado di volare via per non tornare mai più.

Comincerò questa recensione con un sospiro di sollievo, perché sono felice che l’autrice non abbia reso il protagonista maschile diverso da come speravo fosse. Ruslan è ancora cattivo, ancora mentalmente instabile, ancora malato. Non è diventato buono, non è diventato l’agnellino che temevo. Perché sì, in questo contesto nello specifico, io l'agnellino lo temo moltissimo. Ruslan è rimasto letale come un Cobra, folle e cattivo come il diavolo, stupido e prepotente come un bambino viziato. Non è peggiorato, ma non è neppure migliorato, quindi non posso considerarmi delusa. 
La storia di Zara e Ruslan continua in quel vortice di violenza e malvagità che ha caratterizzato il primo libro, questa volta però con una consapevolezza diversa. Zara è cambiata, nonostante la purezza del suo cuore sia rimasta quasi intatta. Ed è quel quasi ad avermi tratto in inganno: Zara non è più la ragazzina che è stata nel primo romanzo, adesso è in grado di odiare e lo fa con tutta se stessa. Anche se a volte vede in Ruslan un cambiamento, lei non cede. Non si lascia più manipolare, è anzi lei a manipolare il suo diabolico sposo. Potrebbe sembrare il contrario, ma in realtà è proprio così.

Zara è riuscita a carpire un’importante informazione, l’ha fatta sua e ora la usa contro Ruslan. Lui vuole nutrirsi del suo dolore… e se non ci fosse più alcun dolore del quale nutrirsi? È lei adesso ad avere le redini del gioco, sebbene lui continui a porla dinanzi a scelte difficili e a prove da superare. 

Ora Zara non deve più combattere solo per se stessa. Tra le grinfie degli Isakov c’è anche Jurij, il fratello che aveva creduto di aver perso. Jurij, contro ogni aspettativa, è vivo ed è prigioniero nella stessa villa nella quale vive –o, meglio, sopravvive- lei. E Zara farà di tutto per proteggerlo dalle torture degli Isakov, anche rinunciare a se stessa.
Si metterà in gioco, inizierà persino una sorta di gioco del silenzio per stremare il suo carceriere. Anche se quella tra Zara e Ruslan non potrà mai essere una lotta ad armi pari, Zara sembra aver capito che uno dei tratti fondamentali di Ruslan –se non il più importante in assoluto- è il suo narcisismo. È un uomo dall’enorme ego, e come puoi ferire e tramortire un uomo dall’ego smisurato? Lo fai sentire impotente. Sia dal punto di vista sessuale che in generale. Non mostri il tuo piacere, non mostri il tuo odio, non mostri più tutto quello per il quale lui sembra vivere. Diventi una statua di ghiaccio, e ora è la tua indifferenza a tenere lui sotto scacco. Non è più Ruslan a tenere Zara nelle proprie mani, ma il contrario. Potrebbe non sembrare, ma è quello che ho percepito io durante la lettura. È lei a soffrire, come sempre, ma in questo secondo capitolo della storia possiamo notare una certa sofferenza anche in Ruslan. Possiamo anche vedere un nuovo lato di lui, un barlume di umanità che prima non ci era stato possibile notare. Non dobbiamo dimenticare, però, che quel poco di umanità che vediamo in lui non può giustificare in alcun modo il mostro che è. 

Nella storia di Ruslan e Zara continua a non esistere amore. Perché, checché se ne dica, quello non può essere amore. Si tratta di possessione, ossessione, prevaricazione, violenza e follia. C’è ancora il desiderio di fuga da parte di Zara e c’è ancora Ruslan che tenta di piegarla e spezzarla. Il loro è un rapporto dalle molteplici sfaccettature, dove non c'è posto per i sentimenti buoni, quelli che chiunque desidera provare almeno una volta nella vita. Ruslan non è umano, non è capace di provare un affetto sincero. Anche quando si tratta della sua stessa famiglia, del suo sangue, lui sente comunque il bisogno ossessivo di prevaricare gli altri. Il padre e la sorella sono i suoi legami più stretti, eppure non lesina punizioni neppure a loro. Devono fare come dice Ruslan, altrimenti non sarà Zara l’unica a essere punita. Ce n’è anche per loro. 

Ora, io non so come si faccia ad amare un personaggio del genere, ma trovo profondamente sbagliato il voler a ogni costo giustificare Ruslan. Solo perché è bello? Solo perché è ricco? Solo perché è figo? No, gente, è malato e basta! Se fosse stato brutto e senza un soldo, come minimo la povera Amélie si sarebbe beccata una recensione negativa dietro l’altra. Io invece ammiro quest’autrice, perché ha saputo mettersi in gioco ed è riuscita a creare una storia molto bella –scritta benissimo, peraltro- senza però cedere a quello che è forse il più grande difetto del dark. È riuscita a non cambiare Ruslan e credo che questa sia una cosa davvero eccezionale. La mancata redenzione del protagonista maschile ha reso questa storia davvero avvincente e per nulla banale. Se Ruslan fosse cambiato e si fosse pentito delle sue malefatte, se fosse divenuto l’uomo degno di Zara, tutto sarebbe diventato… stupido? Di sicuro sarebbe diventato inverosimile, avrebbe perso tutta la sua credibilità e anche quel tocco in più che rende questo romanzo davvero bello. 
Non mi capita spesso di fissarmi con una storia, al punto da abbandonare tutto il resto per tuffarmi a pesce in un libro. Questa volta è accaduto e ne sono felice, perché è piuttosto raro trovare libri che riescono a rapirti. Devo ammetterlo, ultimamente mi è accaduto con diversi libri, questa “fortuna libresca” mi sta facendo provare una sorta di speranza universale verso il mondo dell’editoria. 

Se nel primo romanzo avevo adorato Zara, una protagonista che –strano ma vero- era riuscita a conquistarmi, in questo secondo capitolo… non so, sono un po’ reticente a darle il massimo dei voti. Capisco che il contesto in cui si trova questa ragazza è una roba infernale, ma ci sono stati dei tentennamenti che non ho apprezzato. È stata sul punto di domandarsi “ma sono innamorata?” e a me questa cosa ha fatto storcere il naso in una maniera incredibile. Poi però l’autrice si è ripresa, ma proprio subito, e sono tornata a sospirare di sollievo. Perché sì, miei cari amici, Zara è una donna forte nonostante tutto e non è innamorata del suo carnefice. 

Questo non è un dark romance, cosa che apprezzo molto, ma un dark. Trovo assurdo far coesistere dark e romance nello stesso contesto, renderlo addirittura un vero e proprio sottogenere. Se esiste il dark, non può esistere il romance. Dove c’è violenza, non può esistere amore. E sono davvero tanto tanto tanto contenta che Amélie non sia caduta in questa trappola e che abbia continuato a presentarci Ruslan –personaggio sempre molto coerente- come un mostro senz’anima e Zara come sua vittima. Non è sua moglie, non è la sua innamorata, non è la sua amante. È solo la sua vittima. Loro due non fanno sesso, lui la stupra. Non ci sono sfumature in questa storia, si tratta di stupro sempre e comunque. E sì, lo stupro c’è anche se la donna prova piacere. Perché non è lei a dire “voglio provare piacere”, è il suo corpo che viene stimolato. Quindi, quando magari vedete Zara provare piacere al tocco di Ruslan, non pensate che sia una cosa bellissima e sensuale: si tratta di uno stupro a tutti gli effetti. Ed è per questo che, leggendo quelle scene… non so, di solito cosa si prova quando si leggono scene erotiche? Non sono abituata, di solito mi limito a saltarle. Queste invece non le ho saltate perché sapevo che anche in quelle scene si celava qualcosa di molto importante, qualcosa che si trova nel cervello di Ruslan. Per capire il personaggio, bisogna studiare ogni sua singola mossa, ogni sua parola. 
Non si può certo negare che, a volte, Zara sia attratta dal mostro. È un uomo bello, prestante, affascinante… ma lei riesce comunque a scindere le cose. Sì, ne è attratta; no, non vede in lui un angelo tentatore; sì, vede in lui il mostro che le sta rendendo la vita un vero inferno. Spesso lo chiama diavolo, lo chiama cobra, e spero davvero siano insulti veri e non l’inizio di un terzo romanzo tutto rose e fiori. 
Amélie, se sei in ascolto, ti imploro: non rendermi Ruslan e Zara una coppietta felice e innamorata; non rendermi Ruslan il principe azzurro; e, soprattutto, non rendermi Zara la cretina imbecille che si innamora del suo aguzzino! Ce ne sono troppi di dark così, spero che la trilogia Fuoco di Russia continui a essere diversa dalla massa, che emerga nella sua bellezza. 

Ci sono nuovi personaggi, nuovi nemici, nuove prove che Zara dovrà affrontare. Ci sono domande che restano sospese alla fine del libro –Amélie, sono rimasta come una cretina, me la pagherai!- e che spero trovino risposta nel capitolo conclusivo della saga. Spero però che questi nuovi nemici e le nuove verità che si pongono dinanzi a Zara non la distraggano da quello che resta comunque la sua battaglia principale. Anche se ci sono nuovi nemici, non deve dimenticare che è Ruslan il suo nemico più grande. Non può diventare suo alleato, non voglio che Zara lo veda come tale. Ora è sola contro tutti e spero che riuscirà a tenere alta la testa e a combattere, la sua vittoria contro tutti i nemici –Ruslan compreso- rappresenterebbe una vera e propria vittoria per tutte le donne.

Consiglio questo libro?
Direi proprio di sì. E anzi, non vedo l’ora di poter leggere il terzo e ultimo capitolo di questa trilogia. Ormai mi ha conquistata e non lo credevo possibile.
Lo leggerete? Fatemi sapere cosa ne pensate! 

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