Cari
amici di Dreaming Land, nello scorso post vi avevo avvertiti che presto sarebbe
arrivata una sorpresa e, infatti, eccola qui: vi presenterò in anteprima "Libellula", il
secondo volume della trilogia Fuoco di Russia di Amélie. È arrivato
nelle mie manine qualche giorno fa, dato che il primo mi era piaciuto così
tanto. Ringrazio Amélie per avermi dato modo di leggere questo romanzo un po’
prima dell’uscita su Amazon, le auguro un grande in bocca al lupo e invito voi,
se non lo aveste ancora fatto, a leggere la mia recensione del primo capitolo
della trilogia: Cobra. Troverete la recensione QUI.
Ora
bando alle ciance, Ruslan Isakov ci sta aspettando… e io lo lascerei marcire in
una piscina piena di piranha affamati, ma cercherò di essere buona.
Lo faccio solo per voi!
Lo faccio solo per voi!
Titolo:
Libellula
Serie:
Fuoco di Russia #2
Editore:
Self publishing
Genere:
Dark/Erotico
Prezzo:
2,99 (anche in Unlimited)
Uscita
prevista: 1 Luglio 2018
Voto:
Sono
trascorse poche settimane da quando ho siglato un patto con il diavolo,
scegliendo di sposarlo per salvare la mia casa e i meravigliosi ricordi legati
a essa. Ora, Ruslan mi propone un altro terribile gioco: sottomettermi a lui
per il bene di mio fratello, rinchiuso da cinque anni in questa villa maledetta.
Jurij è lo schiavo di Oleg, come io lo sono di Ruslan, e il marchio infamante
che portiamo sulla spalla destra ne è una conferma. La mia sottomissione
passerà attraverso delle prove: se le supererò, potrò trascorrere un po’ di
tempo con mio fratello e ottenere un miglioramento delle sue condizioni di
vita. Ruslan ha trovato il mio tallone d’Achille e io non posso far altro che
accettare il suo sporco gioco, sacrificandomi ancora una volta per l’unica
persona che abbia mai amato. Ruslan è implacabile, crudele, sadico, sempre di
più a ogni prova, ma se la ricompensa è Jurij, non m’importa di soffrire. Ogni
giorno, vedo una maschera diversa sul volto di mio marito, ma l’unica che mi fa
battere il cuore è quella dolce e comprensiva, generosa e benigna. Quando Ruslan
indossa questa maschera, sento che potrei persino amarlo… Ma è tutta
un’illusione. Ruslan Isakov è il diavolo, affascinante, subdolo, ingannatore,
sempre pronto a bruciarmi con il suo fuoco demoniaco. È un cobra, che m’incanta
con i suoi movimenti sinuosi e la bellezza selvaggia, che striscia silenzioso e
mi azzanna quando meno me lo aspetto, infettandomi con il suo veleno micidiale.
Devo stare molto attenta, perché lui è mio nemico e non può essere altro.
E
se Ruslan non fosse l’unico dal quale dovermi guardare le spalle? Se ci fossero
altri nemici ancor più pericolosi di lui, che minacciano tutto ciò in cui ho
sempre creduto? Che cosa ne sarebbe della mia vita? Ognuna di queste domande
troverà risposta e allora rimpiangerò davvero di essere nata. Rimpiangerò di
non essere una libellula in grado di volare via per non tornare mai più.
Comincerò
questa recensione con un sospiro di sollievo, perché sono felice che l’autrice
non abbia reso il protagonista maschile diverso da come speravo fosse. Ruslan è
ancora cattivo, ancora mentalmente instabile, ancora malato. Non è diventato
buono, non è diventato l’agnellino che temevo. Perché sì, in questo contesto nello specifico, io l'agnellino lo temo moltissimo. Ruslan è rimasto letale come un Cobra,
folle e cattivo come il diavolo, stupido e prepotente come un bambino viziato.
Non è peggiorato, ma non è neppure migliorato, quindi non posso considerarmi
delusa.
La
storia di Zara e Ruslan continua in quel vortice di violenza e malvagità che ha
caratterizzato il primo libro, questa volta però con una consapevolezza
diversa. Zara è cambiata, nonostante la purezza del suo cuore sia rimasta quasi
intatta. Ed è quel quasi ad avermi tratto in inganno: Zara non è più la
ragazzina che è stata nel primo romanzo, adesso è in grado di odiare e lo fa
con tutta se stessa. Anche se a volte vede in Ruslan un cambiamento, lei non
cede. Non si lascia più manipolare, è anzi lei a manipolare il suo diabolico
sposo. Potrebbe sembrare il contrario, ma in realtà è proprio così.
Zara
è riuscita a carpire un’importante informazione, l’ha fatta sua e ora la usa
contro Ruslan. Lui vuole nutrirsi del suo dolore… e se non ci fosse più alcun
dolore del quale nutrirsi? È lei adesso ad avere le redini del gioco, sebbene
lui continui a porla dinanzi a scelte difficili e a prove da superare.
Ora
Zara non deve più combattere solo per se stessa. Tra le grinfie degli Isakov c’è
anche Jurij, il fratello che aveva creduto di aver perso. Jurij, contro ogni
aspettativa, è vivo ed è prigioniero nella stessa villa nella quale vive –o,
meglio, sopravvive- lei. E Zara farà di tutto per proteggerlo dalle torture
degli Isakov, anche rinunciare a se stessa.
Si metterà
in gioco, inizierà persino una sorta di gioco del silenzio per stremare il suo
carceriere. Anche se quella tra Zara e Ruslan non potrà mai essere una lotta ad
armi pari, Zara sembra aver capito che uno dei tratti fondamentali di Ruslan –se
non il più importante in assoluto- è il suo narcisismo. È un uomo dall’enorme
ego, e come puoi ferire e tramortire un uomo dall’ego smisurato? Lo fai sentire
impotente. Sia dal punto di vista sessuale che in generale. Non mostri il tuo
piacere, non mostri il tuo odio, non mostri più tutto quello per il quale lui
sembra vivere. Diventi una statua di ghiaccio, e ora è la tua indifferenza a
tenere lui sotto scacco. Non è più Ruslan a tenere Zara nelle proprie mani, ma
il contrario. Potrebbe non sembrare, ma è quello che ho percepito io durante la
lettura. È lei a soffrire, come sempre, ma in questo secondo capitolo della
storia possiamo notare una certa sofferenza anche in Ruslan. Possiamo anche
vedere un nuovo lato di lui, un barlume di umanità che prima non ci era stato
possibile notare. Non dobbiamo dimenticare, però, che quel poco di umanità che
vediamo in lui non può giustificare in alcun modo il mostro che è.
Nella
storia di Ruslan e Zara continua a non esistere amore. Perché, checché se ne
dica, quello non può essere amore. Si tratta di possessione, ossessione,
prevaricazione, violenza e follia. C’è ancora il desiderio di fuga da parte di
Zara e c’è ancora Ruslan che tenta di piegarla e spezzarla. Il loro è un
rapporto dalle molteplici sfaccettature, dove non c'è posto per i sentimenti buoni,
quelli che chiunque desidera provare almeno una volta nella vita. Ruslan non è
umano, non è capace di provare un affetto sincero. Anche quando si tratta della
sua stessa famiglia, del suo sangue, lui sente comunque il bisogno ossessivo di
prevaricare gli altri. Il padre e la sorella sono i suoi legami più stretti,
eppure non lesina punizioni neppure a loro. Devono fare come dice Ruslan,
altrimenti non sarà Zara l’unica a essere punita. Ce n’è anche per loro.
Ora, io non so come si faccia ad amare un personaggio del genere, ma trovo profondamente sbagliato il voler a ogni costo giustificare Ruslan. Solo perché è bello? Solo perché è ricco? Solo perché è figo? No, gente, è malato e basta! Se fosse stato brutto e senza un soldo, come minimo la povera Amélie si sarebbe beccata una recensione negativa dietro l’altra. Io invece ammiro quest’autrice, perché ha saputo mettersi in gioco ed è riuscita a creare una storia molto bella –scritta benissimo, peraltro- senza però cedere a quello che è forse il più grande difetto del dark. È riuscita a non cambiare Ruslan e credo che questa sia una cosa davvero eccezionale. La mancata redenzione del protagonista maschile ha reso questa storia davvero avvincente e per nulla banale. Se Ruslan fosse cambiato e si fosse pentito delle sue malefatte, se fosse divenuto l’uomo degno di Zara, tutto sarebbe diventato… stupido? Di sicuro sarebbe diventato inverosimile, avrebbe perso tutta la sua credibilità e anche quel tocco in più che rende questo romanzo davvero bello.
Non mi capita spesso di fissarmi con una storia, al punto da abbandonare tutto il resto per tuffarmi a pesce in un libro. Questa volta è accaduto e ne sono felice, perché è piuttosto raro trovare libri che riescono a rapirti. Devo ammetterlo, ultimamente mi è accaduto con diversi libri, questa “fortuna libresca” mi sta facendo provare una sorta di speranza universale verso il mondo dell’editoria.
Ora, io non so come si faccia ad amare un personaggio del genere, ma trovo profondamente sbagliato il voler a ogni costo giustificare Ruslan. Solo perché è bello? Solo perché è ricco? Solo perché è figo? No, gente, è malato e basta! Se fosse stato brutto e senza un soldo, come minimo la povera Amélie si sarebbe beccata una recensione negativa dietro l’altra. Io invece ammiro quest’autrice, perché ha saputo mettersi in gioco ed è riuscita a creare una storia molto bella –scritta benissimo, peraltro- senza però cedere a quello che è forse il più grande difetto del dark. È riuscita a non cambiare Ruslan e credo che questa sia una cosa davvero eccezionale. La mancata redenzione del protagonista maschile ha reso questa storia davvero avvincente e per nulla banale. Se Ruslan fosse cambiato e si fosse pentito delle sue malefatte, se fosse divenuto l’uomo degno di Zara, tutto sarebbe diventato… stupido? Di sicuro sarebbe diventato inverosimile, avrebbe perso tutta la sua credibilità e anche quel tocco in più che rende questo romanzo davvero bello.
Non mi capita spesso di fissarmi con una storia, al punto da abbandonare tutto il resto per tuffarmi a pesce in un libro. Questa volta è accaduto e ne sono felice, perché è piuttosto raro trovare libri che riescono a rapirti. Devo ammetterlo, ultimamente mi è accaduto con diversi libri, questa “fortuna libresca” mi sta facendo provare una sorta di speranza universale verso il mondo dell’editoria.
Se
nel primo romanzo avevo adorato Zara, una protagonista che –strano ma vero- era
riuscita a conquistarmi, in questo secondo capitolo… non so, sono un po’
reticente a darle il massimo dei voti. Capisco che il contesto in cui si trova
questa ragazza è una roba infernale, ma ci sono stati dei tentennamenti che non
ho apprezzato. È stata sul punto di domandarsi “ma sono innamorata?” e a me
questa cosa ha fatto storcere il naso in una maniera incredibile. Poi però l’autrice
si è ripresa, ma proprio subito, e sono tornata a sospirare di sollievo. Perché
sì, miei cari amici, Zara è una donna forte nonostante tutto e non è innamorata
del suo carnefice.
Questo non è un dark romance, cosa che apprezzo molto, ma un dark. Trovo assurdo far coesistere dark e romance nello stesso contesto, renderlo addirittura un vero e proprio sottogenere. Se esiste il dark, non può esistere il romance. Dove c’è violenza, non può esistere amore. E sono davvero tanto tanto tanto contenta che Amélie non sia caduta in questa trappola e che abbia continuato a presentarci Ruslan –personaggio sempre molto coerente- come un mostro senz’anima e Zara come sua vittima. Non è sua moglie, non è la sua innamorata, non è la sua amante. È solo la sua vittima. Loro due non fanno sesso, lui la stupra. Non ci sono sfumature in questa storia, si tratta di stupro sempre e comunque. E sì, lo stupro c’è anche se la donna prova piacere. Perché non è lei a dire “voglio provare piacere”, è il suo corpo che viene stimolato. Quindi, quando magari vedete Zara provare piacere al tocco di Ruslan, non pensate che sia una cosa bellissima e sensuale: si tratta di uno stupro a tutti gli effetti. Ed è per questo che, leggendo quelle scene… non so, di solito cosa si prova quando si leggono scene erotiche? Non sono abituata, di solito mi limito a saltarle. Queste invece non le ho saltate perché sapevo che anche in quelle scene si celava qualcosa di molto importante, qualcosa che si trova nel cervello di Ruslan. Per capire il personaggio, bisogna studiare ogni sua singola mossa, ogni sua parola.
Non si può certo negare che, a volte, Zara sia attratta dal mostro. È un uomo bello, prestante, affascinante… ma lei riesce comunque a scindere le cose. Sì, ne è attratta; no, non vede in lui un angelo tentatore; sì, vede in lui il mostro che le sta rendendo la vita un vero inferno. Spesso lo chiama diavolo, lo chiama cobra, e spero davvero siano insulti veri e non l’inizio di un terzo romanzo tutto rose e fiori.
Amélie, se sei in ascolto, ti imploro: non rendermi Ruslan e Zara una coppietta felice e innamorata; non rendermi Ruslan il principe azzurro; e, soprattutto, non rendermi Zara la cretina imbecille che si innamora del suo aguzzino! Ce ne sono troppi di dark così, spero che la trilogia Fuoco di Russia continui a essere diversa dalla massa, che emerga nella sua bellezza.
Questo non è un dark romance, cosa che apprezzo molto, ma un dark. Trovo assurdo far coesistere dark e romance nello stesso contesto, renderlo addirittura un vero e proprio sottogenere. Se esiste il dark, non può esistere il romance. Dove c’è violenza, non può esistere amore. E sono davvero tanto tanto tanto contenta che Amélie non sia caduta in questa trappola e che abbia continuato a presentarci Ruslan –personaggio sempre molto coerente- come un mostro senz’anima e Zara come sua vittima. Non è sua moglie, non è la sua innamorata, non è la sua amante. È solo la sua vittima. Loro due non fanno sesso, lui la stupra. Non ci sono sfumature in questa storia, si tratta di stupro sempre e comunque. E sì, lo stupro c’è anche se la donna prova piacere. Perché non è lei a dire “voglio provare piacere”, è il suo corpo che viene stimolato. Quindi, quando magari vedete Zara provare piacere al tocco di Ruslan, non pensate che sia una cosa bellissima e sensuale: si tratta di uno stupro a tutti gli effetti. Ed è per questo che, leggendo quelle scene… non so, di solito cosa si prova quando si leggono scene erotiche? Non sono abituata, di solito mi limito a saltarle. Queste invece non le ho saltate perché sapevo che anche in quelle scene si celava qualcosa di molto importante, qualcosa che si trova nel cervello di Ruslan. Per capire il personaggio, bisogna studiare ogni sua singola mossa, ogni sua parola.
Non si può certo negare che, a volte, Zara sia attratta dal mostro. È un uomo bello, prestante, affascinante… ma lei riesce comunque a scindere le cose. Sì, ne è attratta; no, non vede in lui un angelo tentatore; sì, vede in lui il mostro che le sta rendendo la vita un vero inferno. Spesso lo chiama diavolo, lo chiama cobra, e spero davvero siano insulti veri e non l’inizio di un terzo romanzo tutto rose e fiori.
Amélie, se sei in ascolto, ti imploro: non rendermi Ruslan e Zara una coppietta felice e innamorata; non rendermi Ruslan il principe azzurro; e, soprattutto, non rendermi Zara la cretina imbecille che si innamora del suo aguzzino! Ce ne sono troppi di dark così, spero che la trilogia Fuoco di Russia continui a essere diversa dalla massa, che emerga nella sua bellezza.
Ci
sono nuovi personaggi, nuovi nemici, nuove prove che Zara dovrà affrontare. Ci
sono domande che restano sospese alla fine del libro –Amélie, sono rimasta come
una cretina, me la pagherai!- e che spero trovino risposta nel capitolo
conclusivo della saga. Spero però che questi nuovi nemici e le nuove verità che
si pongono dinanzi a Zara non la distraggano da quello che resta comunque la
sua battaglia principale. Anche se ci sono nuovi nemici, non deve dimenticare
che è Ruslan il suo nemico più grande. Non può diventare suo alleato, non
voglio che Zara lo veda come tale. Ora è sola contro tutti e spero che riuscirà
a tenere alta la testa e a combattere, la sua vittoria contro tutti i nemici –Ruslan
compreso- rappresenterebbe una vera e propria vittoria per tutte le donne.
Consiglio
questo libro?
Direi
proprio di sì. E anzi, non vedo l’ora di poter leggere il terzo e ultimo
capitolo di questa trilogia. Ormai mi ha conquistata e non lo credevo
possibile.
Lo
leggerete? Fatemi sapere cosa ne pensate!
Come
al solito, vi invito a raggiungerci nel gruppo del blog (cliccate QUI). Siamo
ancora pochi e vogliamo raggiungere un buon numero così da cominciare con i
giorni a tema e magari anche qualche giveaway. Care autrici, vi aspettiamo per
il made in Italy del giovedì! Vi invito inoltre a seguirci sul blog, cliccando
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